In Italia, l’enogastronomia non è esattamente “un gioco da ragazzi”: su di essa pesa una porzione importante del nostro Pil, pari al 25% circa; inoltre, un’infinita varietà di prodotti nostrani sono sbarcati all’estero nel 2019 per un ammontare complessivo del 44,6 miliardi di euro. Merito delle grandi eccellenze di cui il Belpaese può vantare, prese in esame dal numero 22 di Reputation Review, l’unica rivista italiana che studia in modo scientifico la reputazione e il suo valore.
Uno dei marchi che più meritano attenzione è sicuramente Eataly, annoverato tra i 25 brand più innovativi nel mondo in una classifica stilata da Forbes. Il fondatore Oscar Farinetti è stato uno tra i primi a sperimentare una formula commerciale che unisse insieme il mercato, la ristorazione e la didattica, integrando in modo armonico le tre fasi della nutrizione.
Altre eccellenze del panorama enogastronomico sono rappresentate da Cosimo Rummo, Presidente e AD dell’omonimo Pastificio, e Bruno Barbieri, chef da 7 stelle Michelin, comparso sul piccolo schermo con la partecipazione a MasterChef e 4 Hotel.
“Farinetti, Barbieri e Rummo sono tre esempi diversi di ‘reputazione del CEO’ riversata sul brand. – spiega Davide Ippolito, curatore di Reputation Review e autore del libro Reputazione capitale del terzo millennio – Sono come il mago Houdini, il mago più famoso di tutti i tempi. Houdini divenne famoso per il suo numero di escapologia, liberandosi da una camicia di forza a 50 metri di altezza. Tutti i maghi all’epoca sapevano fare quel trucco, alcuni dicevano anche che fatto così fosse più facile, ma di loro non ricordiamo il nome e Houdini ancora oggi è ricordato come il mago più bravo del mondo. Houdini già allora aveva capito l’importanza della percezione nella costruzione di una reputazione.”
“Un brand diventa quanto più efficace quanto riesce ad avere al suo interno una persona che ci mette la faccia, una persona disposta a diventare la star del proprio settore e restare focalizzato sul messaggio del suo Brand. Quello che da anni fa parte della filosofia del Metodo Zwan” conclude Joe Casini, cofondatore di Zwan.