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LENTO CAMMINO

Le rose, che iniziano a far capolino in aiuole e giardini, sono i segni di una decisa svolta primaverile. Anche nelle nostre abitudini, nel tempo libero, nelle opportunità del giorno c’è un profondo cambiamento: scopriamo o riscopriamo domande, curiosità, interessi.

Uscire all’aperto più spesso e liberamente, via dagli ambienti chiusi, al sole e all’aria, può significare anche il prendere un po’ di distanza dalle suggestioni della televisione, del computer, dei nuovi media, degli “schermi e schermucci vari”, via dal mondo virtuale verso la concretezza delle cose e delle persone, rivalutando il corpo, i sensi del tatto, dell’olfatto, del gusto, per compensare spesso la predominanza invernale della vista e dell’udito.

Andare assieme facilita creatività, libertà e, soprattutto, il cammino. Sentire che con te c’è un altro che condivide il medesimo desiderio della meta e spartisce con te la stessa fatica dell’andare, dona più facilmente forza ed energia nuova, che consentono di superare stanchezze e resistenze.

Gli occhi di chi cammina custodiscono già l’impronta della destinazione attesa, recano già dentro i lineamenti della persona desiderata, mettono già assieme i colori del luogo agognato, annusano già il profumo del compimento. Sembra quasi siano già pervenuti a destinazione e, piano piano, tentino di attrarre a sé il resto del corpo, della vita, dei pensieri, dei desideri.

Eppure, come tutte le cose vere, si cresce solo piano piano, si arriva solo passo dopo passo. Il compimento è fatto di frammenti che si aggiungono, uno accanto all’altro. Spesso, la lentezza appare cosa di altri tempi: un’idea che non produca velocemente il suo frutto, un progetto che non maturi presto il suo risultato, una richiesta che non ottenga immediato riscontro, sembrano rappresentare soltanto inadeguatezza, incapacità, inefficienza.

“Gente in gamba”, in genere, è quella che apprende facilmente, quella che produce prontamente, quella che trasforma subito, quella che realizza immediatamente. Ciò che richiede tempo, metodo, pazienza, fedeltà, gradualità non è valutato abbastanza conveniente: importante sì, di valore pure, apprezzabile anche, ma “non utile al caso nostro”.

Piccoli sogni, piccoli traguardi, messi in fila uno dopo l’altro, verificati uno dopo l’altro, confermati uno dopo l’altro, appaiono cose di altri tempi. O si arriva presto, o si ottiene subito, oppure non è corripondente, non è valido.

È falso che difetti la disponibilità al confronto, o addirittura ci si sottragga alla competizione, se si sceglie la via della lentezza.

Basta guardarsi attorno.

Tutto torna a primavera. Anche se, sembra che tutto accada improvvisamente. Ma solo il lento trascorrere dei giorni permette il risveglio, solo nel segreto e nella inevidenza, piccoli movimenti, impercettibili variazioni, permettono alla novità di germogliare, ricca di tutti quei dettagli che nemmeno lontanamente riusciamo a immaginare e osiamo attendere per noi stessi. La vita è così curiosa, sorprendente e infinitamente ricca di sfumature. Ad ogni curva del suo cammino si apre una vista del tutto diversa. Nulla è uguale a ciò che attendiamo. Tutto ciò che viene, muta strada facendo, cambia vita vivendo.

Coltivare un sogno significa fare un salto dentro alla sorprendente ricchezza delle sfumature della vita. Aspettare vuol dire mettersi in cammino, farsi incontro. Non viene da lontano ciò che può dare sapore al quotidiano. Coltivare è cercare ciò che ancora non c’è. Aspettare e vedere ciò che sta arrivando

Non resta molto altro da fare: chinarsi sulla bassa terra, che custodisce quanto basta per rendere feconda la vita; uscire da sé e raccogliere quanto di prezioso e inedito ci viene donato da fuori.

Allora sì che la vita diventa infinitamente ricca e abbondante; si riesce a camminare su sentieri che riportano al cuore delle cose; si intrecciano unità di relazioni e corrispondenze d’animo.

Tutto muta continuamente, incessantemente. Talvolta, tutto sembra sparire, risucchiato dal vortice di esistenze espropriate dalla fretta e dal sopravvivere quotidiano. Ma, proprio in questo infinito gioco di trasformazioni, tutto può diventare vita quando solo si abbia immaginazione e forza per riguadagnare percorsi che portino al cuore della vita, al cuore delle vite di quanti ci camminano accanto, vicini, legati da un filo, non sempre visibile, non sempre consapevole.

( foto interna di copertina e foto tartaruga sono di Marina Tarozzi)

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Data:

28 Aprile 2025

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