L’equilibrio è il punto di arrivo di un percorso personale. Adora stare al centro e per tal ragione poggia nel mezzo di una lunga linea retta. Oscilla incurante tra due estremi e non vuol esser spostato eccessivamente. Ama la stabilità. A volte barcolla come un funambolo ancora principiante. Costituisce l’ago della bilancia che permette di capire in quale direzione avanza la nostra esistenza. Quando si sposta, ce ne accorgiamo immediatamente.
L’attenzione si focalizza su altro rispetto a noi. Finiamo inghiottiti dai problemi e non riusciamo a cogliere le soluzioni. Ci attacchiamo a cose, situazioni e persone in modo morboso, perdendo momentaneamente il nostro IO. Talvolta ci impuntiamo con testardaggine nel programmare ogni minuto, dimenticando che la vita non può sempre cantare al ritmo imposto da noi. Capita quindi di creare situazioni non desiderate. Succede. Sentiamo che qualcosa non procede come deve, ma allo stesso tempo siamo bloccati dalla paura di cambiare. Mentre l’equilibrio perde sé stesso, precipitando vertiginosamente verso uno dei due estremi, noi siamo costretti a guardarci dentro. Ed è lì che possiamo osservare cosa ci turba, ossia l’inquietante buio creato dalle nostre azioni insieme al pensiero debole e stremato, reduce da una battaglia morale ed emotiva. Spesso pensiamo che siano gli altri a farci cadere. Preferiamo puntare il dito contro il mondo anziché nella nostra direzione. Pur tuttavia questo non ci salva. Nella profondità della nostra anima sappiamo esattamente che siamo noi gli artefici di gran parte del nostro destino.
Non amiamo ammetterlo perché l’idea di aver sbagliato ci annienta. Ma non teniamo conto del fatto che alla fin dei conti è lo sbaglio a renderci equilibrati. Ci riporta sulla retta via attraverso un buon consiglio figlio di una lezione di vita. Sta a noi se accettarlo o meno. Inoltre sappiamo che l’unica condizione di cui abbiamo bisogno per trovare armonia è la pace interiore. Un traguardo raggiunto solo dopo che l’equilibrio ha fatto su e giù per le scale parecchie volte. Non preoccupiamoci di ritrovare il fulcro. Se ci riappropriamo della nostra serenità, il resto non tarderà a raggiungerci.
