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L’ETIOPIA IN GUERRA CON SE STESSA

L’Etiopia è uno stato africano situato nel corno d’Africa con un parlamento bicamerale fondato su una repubblica federale democratica di circa 102 milioni di abitanti. La regione africana ha alle sue spalle una storia fitta di conquistatori e dinastie, sino alla conquista italiana condotta con fierezza da Mussolini, una piccola parentesi storica conclusasi con l’indipendenza dello stato grazie all’intervento della Gran Bretagna. Tuttavia, dopo l’indipendenza la situazione appare complicata e difficile da gestire per il governo africano che, nonostante lo spiraglio di luce, non offre azioni concrete per innovare e proseguire su una linea efficace da un punto di vista economico ed umano.

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Al colpo di stato consegue il Derg nel 1974, definita “dittatura del terrore rosso”, poiché organizza spedizioni punitive contro gli avversari politici che si tramutano in un genocidio ai danni di 500.000 persone; insomma, un altro duro colpo per lo stato africano. Un periodo oscuro, in cui il terrore aleggia attraverso tutto il paese perché su qualsiasi cittadino può piombare l’accusa di oppositore, che si trasforma automaticamente in una condanna a morte. Il rischio peggiore riguarda le donne, spesso stuprate e poi uccise brutalmente.

La dittatura prosegue fino alla condanna a morte del presidente comunista del Derg che, purtroppo, lascia spazio ad altre problematiche. Infatti la costituzione del parlamento bicamerale non va di pari passo con la concreta instaurazione di una democrazia, tanto che le elezioni sono studiate ad hoc e vinte a tavolino. In questo scenario si inseriscono gli attuali problemi dell’Etiopia, in lotta con se stessa poiché le regioni dello stato non approvano più la dittatura condita di corruzione che spadroneggia ovunque e, in realtà, in quasi tutta l’Africa.

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L’attuale presidente Etiope Abiy Ahmed (incredibilmente vincitore del premio Nobel per la pace nel 2019) non vuol sentire ragioni e si scontra pesantemente contro la regione del Tigrè, che richiede maggiore autonomia e trasparenza. Da anni, infatti, l’esito delle elezioni è sempre lo stesso, vinte con il massimo dei voti tramite dei meccanismi di corruzione radicati nella cultura politica dittatoriale di molte regioni africane. Non sembra esserci tregua al punto che il Tigrè è pronto a combattere pur di ottenere ciò vuole, seguito dalle regioni del sud, anch’esse insoddisfatte e allo stremo.

Data:

7 Novembre 2020