C’è aria di novità a Beirut: a meno di un mese dalla terribile esplosione avvenuta presso il porto della città, Mustafa Adib diviene nuovo premier tecnico. Una grande responsabilità quella affidata ad Adib, incaricato di costituire un “governo di scopo” in grado di innescare una vera e propria riforma della politica libanese. L’obiettivo è quello di trascinare il paese fuori da una gravissima crisi economica e sociale, aggravatasi nell’ultimo mese a causa del disastro datato 4 agosto 2020.
Un Libano in ginocchio, scosso e destabilizzato nelle mani di Mustafa Adib, malvisto dalle piazze e dai social locali, bramosi di cambiamento, speranzosi all’idea di poter ammirare al potere una personalità forte e carismatica, e non una copia carbone dell’ex premier Hassan Diab. “Non potrà fare nulla di rilevante – si legge sul web – Non ha il carisma, la forza e la capacità per portare avanti quelle riforme coraggiose di cui il Paese ha davvero bisogno”. Adib è come un “uomo del compromesso” nominato da 90 deputati su 120, scelto anche mediante diretto intervento del Presidente francese Emmanuel Macron attualmente in visita a Beirut.
Il soggiorno di Macron in Medio Oriente coincide con l’anniversario della proclamazione da parte di Francia e Gran Bretagna dello Stato libanese, risalente a 100 anni fa esatti. Il Libano divenne poi indipendente dal mandato francese nel 1943, e da allora la vita del giovane paese arabo è sempre stata intrecciata con le scelte politiche della Francia. “Sto facendo una scommessa rischiosa, ne sono consapevole – ha affermato Macron – Una scommessa fondamentale affrontata per evitare che il Paese collassi: questa è l’ultima possibilità. La Francia è disposta ad organizzare ad ottobre una conferenza di aiuti per il Libano. I prossimi tre mesi saranno cruciali affinché avvenga finalmente un cambiamento”.