Traduci

LIBIA: TROVATO UN ACCORDO?

La Conferenza di Berlino sulla questione libica, tenutasi la scorsa domenica nella capitale tedesca, sembrerebbe aver dato i suoi frutti. Gli attori presenti al tavolo dei negoziati, hanno concordato sul fatto che la conferenza abbia costituito un passo in avanti, in quanto nonostante non sia stata trovata una risoluzione completa alla situazione della Libia, sono stati posti i principi cardine che da ora in poi dovranno essere rispettati nel progredire delle trattative. I paesi firmatari dell’accordo conclusivo convergono sull’affermare che una risoluzione diplomatica dovrà necessariamente imporsi sull’alternativa militare, impegnandosi a ritirarsi dalle interferenze negli interessi libici e soprattutto prediligendo l’egida dell’Onu per pilotare le trattative verso una risoluzione pacifica della crisi. La prima critica arriva dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan circa quest’ultimo punto, affermando che: “Visto che è coinvolta l’Onu, non è corretto che l’Ue intervenga come coordinatore del processo“. Da Ankara fanno sapere anche che “la Turchia è la chiave per la pace”.

Erdogan, ha aggiunto: “La presenza della Turchia in Libia ha aumentato le speranze di pace. I passi che abbiamo compiuto hanno portato un equilibrio al processo. Continueremo a supportare un processo politico sia sul terreno sia al tavolo delle trattative.” Intanto si attende il prossimo consiglio degli Affari esteri di febbraio, in occasione del quale, l’alto rappresentante dell’Ue, Josep Borrell, dovrebbe presentare una proposta per una missione europea di salvaguardia del cessate il fuoco in Libia, e in quella stessa sede dovrebbe presentare una proposta per rilanciare la missione dell’operazione Sophia per l’embargo delle armi. Al momento infatti quello che sta vivendo la Libia non è un vero e proprio cessate il fuoco, considerando che né il tripolino Fayez Serraj né l’uomo forte della Cirenaica Khalifa Haftar, hanno sottoscritto la dichiarazione stilata alla Conferenza di Berlino. I punti della bozza dell’accordo comprendono: la creazione di un comitato intralibico che monitori il cessate il fuoco, l’embargo sulle armi, il riavvio del processo politico, il ripristino del controllo dello Stato sull’esercito, l’avvio di riforme strutturali ed economiche e il rispetto dei diritti umani. Ora è necessario però concretizzare quanto concordato.

Data:

22 Gennaio 2020