L’indice di performance ambientale valuta come i paesi gestiscono e migliorano le risorse ambientali, considerando aspetti come la qualità dell’aria, la gestione delle risorse idriche, la protezione della biodiversità, le politiche sul cambiamento climatico e la gestione dei rifiuti. Questo indice riflette l’equilibrio tra sviluppo economico e sostenibilità ambientale, promuovendo un’innovazione sostenibile a lungo termine.
L’Indice di Performance Ambientale a Livello Globale nel 2022. Analizzando i dati del 2022 relativi all’indice di performance ambientale, si evidenziano significative differenze tra i paesi in termini di gestione e sostenibilità delle risorse ambientali. La Danimarca emerge come leader indiscusso con un punteggio di 77,9, seguita da vicino dal Regno Unito con 77,7 e dalla Finlandia con 76,5. Questi paesi, noti per le loro avanzate politiche ambientali e l’attenzione alla sostenibilità, rappresentano esempi virtuosi di come l’innovazione possa essere integrata con la tutela dell’ambiente. Altri paesi nordici, come la Svezia (72,7) e l’Islanda (62,8), insieme a piccoli stati come il Lussemburgo (72,3) e Malta (75,2), mostrano anch’essi alti livelli di performance ambientale, sottolineando come anche le nazioni con risorse limitate possano raggiungere ottimi risultati attraverso politiche efficaci e investimenti mirati. La presenza della Slovenia (67,3) e dell’Austria (66,5) nella parte alta della classifica evidenzia l’impegno costante dell’Europa centrale verso la sostenibilità. In contrapposizione, grandi economie come gli Stati Uniti (51,1) e la Cina (28,4) si trovano in posizioni molto più basse, suggerendo che la dimensione economica non sempre si traduce in una buona gestione ambientale. Questo potrebbe essere attribuito a vari fattori, tra cui politiche ambientali meno rigide, un alto livello di industrializzazione e sfide logistiche legate alla gestione di vasti territori e grandi popolazioni. Paesi come la Germania (62,4) e la Francia (62,5) mostrano punteggi moderati, il che indica che, nonostante i progressi tecnologici e le politiche ambientali avanzate, vi sono ancora aree di miglioramento nella gestione delle risorse e nella riduzione dell’impatto ambientale. Altri paesi europei come l’Estonia (61,4) e la Lettonia (61,1) si collocano in una posizione simile, seguiti dalla Croazia (60,2) e dalla Slovacchia (60). Fuori dall’Europa, l’Australia (60,1) e la Nuova Zelanda (56,7) mostrano un buon equilibrio tra sviluppo economico e sostenibilità ambientale. Tuttavia, il Giappone (57,2) e la Corea del Sud (46,9) presentano punteggi inferiori, indicando che le sfide ambientali in queste nazioni industrializzate rimangono significative. L’analisi dei dati mostra anche che alcuni paesi emergenti e in via di sviluppo, come il Botswana (54), la Namibia (50,9) e il Costa Rica (46,3), stanno facendo progressi notevoli, dimostrando che è possibile avanzare nelle politiche ambientali anche con risorse limitate. In America Latina, il Cile (46,7) e l’Ecuador (46,5) sono tra i migliori della regione, mentre il Brasile (43,6) e l’Argentina (41,1) devono affrontare sfide più consistenti. Molti paesi in Medio Oriente, come gli Emirati Arabi Uniti (52,4), il Qatar (33) e l’Arabia Saudita (37,9), hanno punteggi variabili, riflettendo le differenti strategie e priorità in termini di gestione ambientale. La presenza di risorse energetiche abbondanti spesso comporta un minor incentivo a investire in sostenibilità ambientale. Nel continente africano, si osserva una vasta gamma di performance. Paesi come il Kenya (30,8), il Ruanda (32,8) e il Senegal (33,9) mostrano impegni promettenti verso il miglioramento delle politiche ambientali. Tuttavia, nazioni come il Niger (37,7), il Burkina Faso (35,5) e il Mozambico (31,7) devono ancora affrontare notevoli difficoltà per migliorare la loro performance ambientale. Infine, i punteggi estremamente bassi di paesi come il Vietnam (20,1), il Myanmar (19,4) e l’India (18,9) riflettono gravi problematiche ambientali, che richiedono interventi urgenti e riforme significative. L’India, in particolare, con la sua rapida crescita economica e la vasta popolazione, deve affrontare sfide enormi in termini di inquinamento, gestione delle risorse idriche e biodiversità. Nel complesso, i dati del 2022 dell’indice di performance ambientale mostrano un panorama variegato, dove l’impegno e le politiche adottate dai vari paesi giocano un ruolo cruciale nel determinare la loro posizione nella classifica. Mentre alcuni paesi avanzano con successo verso una maggiore sostenibilità, altri devono ancora compiere sforzi significativi per migliorare la loro gestione ambientale e garantire un futuro più verde e sostenibile per le generazioni future.
L’Indice di Performance Ambientale a Livello Globale tra il 2013 ed il 2022. L’analisi dei dati relativi all’indice di performance ambientale tra il 2013 e il 2022 rivela tendenze significative in vari paesi, con alcuni che hanno migliorato considerevolmente la loro gestione ambientale e altri che hanno registrato cali preoccupanti. Malta, con un aumento impressionante di 26,70 punti, passando da 48,5 a 75,2, rappresenta il miglior esempio di miglioramento, dimostrando un incremento percentuale del 55,05%. Questo progresso significativo suggerisce che Malta ha probabilmente implementato politiche ambientali più efficaci e investito in tecnologie verdi, riuscendo a migliorare notevolmente la qualità dell’ambiente. Il Kazakistan ha visto un incremento di 8,00 punti, passando da 32,9 a 40,9, con un aumento percentuale del 24,32%. Anche se meno impressionante rispetto a Malta, questo miglioramento riflette comunque uno sforzo positivo nella gestione delle risorse ambientali. La Danimarca, con un aumento di 14,30 punti da 63,6 a 77,9 e un miglioramento del 22,48%, continua a dimostrarsi leader in sostenibilità ambientale, rafforzando ulteriormente la sua posizione già alta grazie a politiche innovative e una forte coscienza ecologica. La Finlandia ha migliorato il suo punteggio di 12,10 punti, passando da 64,4 a 76,5, un aumento del 18,79%, continuando a consolidare il suo impegno verso la sostenibilità. L’Uzbekistan ha registrato un incremento di 6,00 punti, da 32,2 a 38,2, con un miglioramento percentuale del 18,63%, segnalando una progressiva attenzione alle questioni ambientali. La Romania ha migliorato di 7,70 punti, da 48,3 a 56, con un aumento del 15,94%, seguita da vicino dalla Macedonia del Nord con un aumento di 7,30 punti, da 47 a 54,3, pari al 15,53%. Al contrario, numerosi paesi hanno visto un deterioramento significativo nelle loro performance ambientali. Vietnam ha registrato la peggiore diminuzione, scendendo di 30,50 punti da 50,6 a 20,1, con una perdita percentuale del 60,28%. Questo calo drastico riflette gravi problemi ambientali, probabilmente dovuti a un rapido sviluppo industriale non accompagnato da adeguate misure di sostenibilità. Anche Yemen ha subito una diminuzione estrema, scendendo da 35,5 a 0, con una perdita del 100%, segnalando un collasso totale della gestione ambientale, probabilmente dovuto a conflitti e instabilità politica. Nepal ha perso 29,70 punti, scendendo da 58 a 28,3, con una diminuzione percentuale del 51,21%, seguita dalle Filippine, che hanno perso 28,50 punti, scendendo da 57,4 a 28,9, con un calo del 49,65%. Questi paesi probabilmente affrontano sfide significative come la deforestazione, l’inquinamento dell’aria e dell’acqua, e la gestione inefficace dei rifiuti. Anche l’Indonesia ha subito un grave calo, perdendo 24,10 punti da 52,3 a 28,2, con una diminuzione del 46,08%, riflettendo problemi come la deforestazione massiccia e l’inquinamento industriale. La Malaysia ha visto un calo di 27,50 punti, da 62,5 a 35, con una perdita percentuale del 44%, suggerendo che, nonostante il suo sviluppo economico, la sostenibilità ambientale è stata trascurata. Anche il Guatemala ha registrato una perdita significativa di 23,90 punti, scendendo da 51,9 a 28, con una diminuzione del 46,05%, indicando gravi problemi ambientali forse legati all’urbanizzazione e alla gestione dei rifiuti. Paesi come la Nigeria hanno registrato una diminuzione di 11,80 punti, passando da 40,1 a 28,3, con una perdita del 29,43%, riflettendo sfide persistenti nella gestione delle risorse naturali e nella mitigazione dell’inquinamento. La situazione è simile in paesi come l’Argentina e il Brasile, che hanno visto cali rispettivamente di 15,40 e 17,30 punti, con diminuzioni percentuali del 27,26% e del 28,41%. Questi cali indicano problemi come la deforestazione dell’Amazzonia e la mancanza di politiche ambientali efficaci. Anche i paesi sviluppati non sono esenti da declini nella performance ambientale. Gli Stati Uniti hanno visto una diminuzione di 5,50 punti, scendendo da 56,6 a 51,1, con una perdita del 9,72%, segnalando un arretramento nelle politiche ambientali forse dovuto a cambiamenti amministrativi e a priorità politiche variabili. Il Giappone ha registrato un calo di 6,20 punti, passando da 63,4 a 57,2, con una diminuzione del 9,78%, riflettendo difficoltà nell’adattamento delle sue politiche ambientali alla sua economia industrializzata. In Europa, la Germania ha visto un calo di 4,50 punti, da 66,9 a 62,4, con una perdita del 6,73%, indicando che anche i paesi con avanzate politiche ambientali possono affrontare sfide complesse. La Francia ha perso 6,50 punti, scendendo da 69 a 62,5, con una diminuzione del 9,42%, riflettendo possibili difficoltà nell’attuazione di politiche verdi coerenti. Anche la Spagna ha visto una diminuzione di 3,70 punti, passando da 60,3 a 56,6, con una perdita del 6,14%. Altri paesi europei come l’Austria e l’Ungheria hanno registrato diminuzioni rispettivamente di 2,40 e 2,00 punti, con perdite del 3,48% e del 3,50%, mentre l’Islanda ha visto un calo di 3,50 punti, con una diminuzione del 5,28%. Questi dati indicano che, sebbene l’Europa sia generalmente all’avanguardia nelle politiche ambientali, vi sono ancora aree che necessitano di miglioramenti significativi.
Conclusioni. Il valore dell’indice di performance ambientale è diminuito in media per i paesi considerati tra il 2013 ed il 2022 di un valore pari a -16,92% passando da un ammontare di 54 unità fino ad un valore di 44,8 unità. Vi sono dei paesi che hanno visto crescere il livello dell’indice di performance ambientale assai più della media ovvero Malta con un valore pari a +55,05%, Kazakhstan con +24,32%, Danimarca con +22,48%, Kuwait con è +19,44%, Finland con +18,79%. Vi sono anche dei paesi nei quali il valore dell’indice di performance ambientale è diminuito vistosamente tra il 2013 ed il 2022 come per esempio l’India con -47,79%, le Filippine con -49,65%, il Nepal con -51,21%, il Vietnam con -60,28%, e lo Yemen con -100,00%. Guardando ai valori del 2022 possiamo notare che quasi tutti i paesi occidentali e a reddito pro-capite medio alto hanno un valore dell’indice di performance ambientale superiore a 50.
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Fonte: Global Innovation Index
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