L’Innovation Output Sub-Index è un indicatore fondamentale che misura l’efficacia dei processi innovativi all’interno di un’economia, concentrandosi sui risultati tangibili della capacità innovativa di un paese o di una regione. Questo indice si basa su una serie di parametri che valutano il numero e la qualità delle innovazioni prodotte, come brevetti, pubblicazioni scientifiche, nuovi prodotti e servizi, e la loro commercializzazione. Inoltre, tiene conto dell’impatto di queste innovazioni sul mercato, valutando la loro diffusione e adozione sia a livello nazionale che internazionale. L’Innovation Output Sub-Index riflette non solo la capacità di generare nuove idee, ma anche l’abilità di tradurle in soluzioni pratiche che possano contribuire alla crescita economica e al miglioramento del benessere sociale. Un valore elevato di questo indice indica che un paese è efficace nel trasformare le risorse e gli investimenti in ricerca e sviluppo in risultati concreti che possono essere misurati, come l’aumento della competitività delle imprese e la creazione di nuove opportunità di lavoro. Pertanto, questo indicatore è essenziale per comprendere non solo il potenziale innovativo di un’economia, ma anche il suo impatto reale e misurabile sullo sviluppo economico e sociale. La sua analisi fornisce preziose informazioni ai responsabili politici, agli investitori e alle aziende per prendere decisioni strategiche che possano migliorare ulteriormente la capacità di innovazione e la crescita economica di lungo termine. I dati fanno riferimento al periodo tra il 2013 ed il 2022.
Innovation Output Sub-Index nel 2022. L’Innovation Output Sub-Index è un indicatore cruciale che misura l’efficacia con cui i paesi trasformano le loro capacità innovative in risultati concreti, come brevetti, pubblicazioni scientifiche, nuovi prodotti e servizi. L’indice fornisce una panoramica dettagliata di quanto i paesi siano capaci di tradurre idee innovative in output tangibili che possono contribuire alla crescita economica e al benessere sociale. I dati relativi al 2022 mostrano una significativa disparità tra i paesi in termini di risultati dell’innovazione, riflettendo diverse capacità economiche, investimenti in ricerca e sviluppo, e la presenza di infrastrutture adeguate per sostenere l’innovazione. Al vertice della classifica troviamo la Svizzera, con un punteggio di 61,7, che rappresenta un’eccellenza globale nella capacità di convertire innovazione in risultati tangibili. La Svizzera ha un sistema di innovazione ben sviluppato, supportato da un forte ecosistema di ricerca e sviluppo, una stretta collaborazione tra il settore pubblico e privato, e un ambiente normativo favorevole. Questo le consente di mantenere una posizione di leadership nel panorama globale dell’innovazione. Seguono Svezia (56,8) e Regno Unito (55,8), entrambi noti per le loro robusti infrastrutture di ricerca e una cultura che promuove la collaborazione tra industria e accademia. La Corea del Sud (54,9) e gli Stati Uniti (54,6) completano il gruppo dei primi cinque, grazie ai loro avanzati settori tecnologici e agli investimenti significativi in ricerca e sviluppo, che consentono loro di mantenere alti livelli di output innovativo. I Paesi Bassi (53,7) e la Germania (53,5) mostrano risultati simili, sottolineando l’importanza delle economie avanzate nell’Europa occidentale nella produzione di innovazione. Questi paesi hanno economie fortemente industrializzate con una lunga tradizione di ricerca scientifica e tecnologica. La Cina (53,1) è un caso particolare, in quanto rappresenta l’unica grande economia emergente a comparire nella parte alta della classifica. Questo risultato è il frutto di un imponente piano governativo di investimenti in innovazione e ricerca, volto a spingere il paese verso una posizione di leader tecnologico globale. La Finlandia (49,3) e la Danimarca (49,1) mostrano che anche paesi di dimensioni più piccole possono eccellere nell’output innovativo grazie a un’attenzione mirata all’educazione, alla ricerca e a politiche governative favorevoli. La Francia (49) segue da vicino, beneficiando della sua forte tradizione in scienze e tecnologia, supportata da un sistema educativo di alto livello e da istituzioni di ricerca di prestigio. Il Giappone (45,8), nonostante sia una delle economie più avanzate al mondo, mostra un punteggio inferiore rispetto ad altri paesi sviluppati, suggerendo che potrebbe affrontare sfide specifiche nel tradurre le sue capacità tecnologiche in output innovativi concreti. Malta (45,4) e Singapore (43,9) si distinguono come esempi di piccole economie che hanno sfruttato efficacemente le loro risorse limitate per creare ecosistemi innovativi di successo. L’Italia (43,3) e Israele (43,2) mostrano risultati comparabili, con Israele che si distingue per il suo dinamico settore delle startup e l’alta concentrazione di attività di ricerca e sviluppo, mentre l’Italia beneficia di una forte tradizione in vari settori industriali. Scendendo nella classifica, troviamo paesi come l’Islanda (43), il Lussemburgo (42,1) e l’Irlanda (41,3), tutti caratterizzati da economie relativamente piccole ma altamente sviluppate e capaci di mantenere buoni livelli di output innovativo. Cipro (41,1) e l’Austria (40,7) confermano che anche i paesi con risorse limitate possono raggiungere risultati significativi in termini di innovazione attraverso politiche mirate e investimenti strategici. In posizione più bassa troviamo paesi come l’Estonia (39,7), il Canada (39), e il Belgio (38,5), che, pur essendo nazioni sviluppate, mostrano che vi è margine di miglioramento per incrementare l’output innovativo. Paesi come Hong Kong (38,2) e la Spagna (37,4) seguono da vicino, indicando che pur avendo buone infrastrutture tecnologiche, potrebbero necessitare di ulteriori sforzi per aumentare la loro capacità di tradurre l’innovazione in risultati concreti. La Repubblica Ceca (37,3), Nuova Zelanda (37,2), e Bulgaria (36,9) sono esempi di paesi con economie emergenti che mostrano un crescente impegno nell’innovazione, ma che devono ancora superare sfide significative per migliorare la loro posizione. La Norvegia (36,9) e il Portogallo (35,7) dimostrano che anche paesi avanzati potrebbero dover affrontare ostacoli strutturali che limitano l’output innovativo. Paesi come l’Australia (35) e la Turchia (34,5) mostrano che, nonostante gli sforzi, c’è ancora molto da fare per aumentare la loro capacità di innovare efficacemente. L’Ungheria (32,8), la Slovenia (30,9), e la Polonia (30,8) illustrano le sfide comuni ai paesi dell’Europa orientale, che spesso faticano a colmare il divario con i paesi dell’Europa occidentale in termini di output innovativo. Paesi asiatici come la Malesia (29,4), l’Iran (29,2), e l’India (29,1) sono esempi di economie in rapida crescita che stanno facendo progressi nell’innovazione, ma che ancora affrontano ostacoli significativi nel tradurre questi progressi in output misurabili. La Croazia (28,5) e il Vietnam (28,4) rappresentano paesi in transizione che stanno cercando di incrementare il loro potenziale innovativo attraverso riforme e investimenti mirati. Nella parte bassa della classifica troviamo paesi come la Lettonia (28,3), la Romania (27,7), e la Thailandia (27,6), che pur avendo mostrato progressi, devono ancora superare numerosi ostacoli per migliorare la loro posizione. La Repubblica Slovacca (27,5), la Moldavia (26,9), e la Lituania (26,6) sono esempi di paesi che, sebbene abbiano un buon potenziale, necessitano di politiche più incisive per migliorare l’output innovativo. Paesi come l’Ucraina (26,4), la Grecia (26,1), e la Federazione Russa (26) si trovano in una posizione di svantaggio, spesso a causa di problemi economici o politici che ostacolano la capacità di innovare efficacemente. Nazioni in via di sviluppo come le Filippine (25,7), gli Emirati Arabi Uniti (24,8), e il Brasile (24,7) mostrano che ci sono ancora molti sforzi da compiere per tradurre le loro potenzialità innovative in output tangibili. Paesi come il Messico (24,5), il Marocco (24,4), e il Cile (24,3) si trovano nella parte inferiore della classifica, indicando che le loro economie devono ancora sviluppare infrastrutture e sistemi di supporto che possano facilitare un miglior output innovativo. Altri paesi come la Serbia (23,7), la Tunisia (22,8), e la Giamaica (22,5) mostrano che vi è un significativo margine di miglioramento per colmare il divario con i paesi più avanzati. Nella parte più bassa della classifica troviamo paesi con gravi carenze nelle infrastrutture e nelle risorse necessarie per sostenere l’innovazione. Tra questi figurano nazioni come l’Argentina (21,6), la Bielorussia (21,4), la Mongolia (21,3), l’Arabia Saudita (20,3), e Kuwait (20,2). Questi paesi spesso affrontano sfide strutturali che limitano la loro capacità di innovare e di tradurre l’innovazione in risultati concreti. Ancora più in basso nella classifica ci sono paesi come il Pakistan (19,5), il Kenya (17,4), e il Ghana (13,8), che devono affrontare sfide estremamente difficili legate alla povertà, alla mancanza di infrastrutture e a instabilità politica, che ostacolano gravemente la capacità di innovare. I punteggi più bassi sono associati a paesi come il Niger (5,3), la Guinea (3,2), e il Burundi (2,5), che si trovano in una posizione di estrema debolezza economica e tecnologica, con pochissime risorse dedicate all’innovazione e un output quasi inesistente. In sintesi, l’Innovation Output Sub-Index 2022 evidenzia le significative differenze tra i paesi in termini di capacità di generare output innovativi. I risultati riflettono non solo il livello di sviluppo economico e tecnologico, ma anche l’efficacia delle politiche governative e l’investimento in infrastrutture e risorse umane. Mentre alcuni paesi sono leader mondiali nell’innovazione, altri devono affrontare sfide significative per migliorare il loro potenziale innovativo e tradurlo in risultati concreti che possano contribuire alla crescita economica e al benessere sociale.
Innovation Output Sub-Index tra il 2013 ed il 2022. L’Innovation Output Sub-Index rappresenta una misura essenziale della capacità dei paesi di tradurre l’innovazione in risultati tangibili, come prodotti tecnologici, brevetti, e altre forme di progresso economico. L’analisi dei dati tra il 2013 e il 2022 mostra un panorama variegato, con paesi che hanno migliorato significativamente le loro performance e altri che hanno visto un calo preoccupante nei loro risultati. Partiamo dai paesi che hanno mostrato i miglioramenti più significativi. L’Iran, con un aumento assoluto di 7 punti e una crescita percentuale del 31,53%, emerge come uno dei paesi con il maggior progresso in termini di output innovativo. Questa crescita potrebbe essere attribuita agli sforzi del paese di potenziare il settore tecnologico e scientifico, nonostante le sfide economiche e politiche che affronta. La Corea del Sud ha continuato a consolidare la sua posizione come uno dei leader mondiali nell’innovazione, con un incremento di 10,4 punti, pari al 23,37%. Questo risultato riflette gli ingenti investimenti del paese in ricerca e sviluppo, l’educazione tecnologica avanzata e il sostegno governativo alle industrie high-tech. Anche la Cina ha registrato una crescita notevole, con un aumento di 9 punti e un miglioramento del 20,41% nel suo punteggio. Questo progresso è coerente con la strategia cinese di diventare un leader mondiale in settori chiave come l’intelligenza artificiale, le energie rinnovabili e le tecnologie avanzate. Altri paesi che hanno visto una crescita significativa includono il Giappone (+4,2 punti), gli Stati Uniti (+3,2 punti), e la Francia (+2,4 punti). Sebbene questi paesi partissero già da posizioni forti, i loro miglioramenti indicano un ulteriore rafforzamento della capacità di tradurre l’innovazione in risultati concreti. Tuttavia, non tutti i paesi hanno visto una crescita; molti, infatti, hanno subito un calo nel loro punteggio, indicando una diminuzione della loro capacità di produrre innovazione. Il caso della Svizzera è particolarmente degno di nota: nonostante sia storicamente uno dei paesi più innovativi al mondo, ha visto un calo di 5 punti nel suo punteggio, pari a una diminuzione del 7,5%. Questo potrebbe suggerire che la Svizzera sta affrontando sfide nel mantenere il suo ruolo di leadership in un contesto globale sempre più competitivo. Paesi come i Paesi Bassi (-4,4 punti), il Belgio (-7 punti), e la Danimarca (-1,3 punti) hanno tutti registrato cali significativi, nonostante la loro posizione storicamente forte nel panorama dell’innovazione globale. Questo calo potrebbe essere dovuto a vari fattori, tra cui cambiamenti nelle politiche governative, diminuzione degli investimenti in ricerca e sviluppo, o semplicemente un aumento della concorrenza globale. Un altro caso interessante è quello di Israele, che ha visto un calo di 8,9 punti, pari al 17,08%. Israele è noto per il suo vibrante ecosistema di startup e per l’innovazione tecnologica, quindi questo calo potrebbe riflettere sfide specifiche o un rallentamento nella traduzione dell’innovazione in output tangibili. Anche la Nuova Zelanda ha subito un calo significativo (-9 punti, -19,48%), che potrebbe indicare un rallentamento nella capacità del paese di sfruttare l’innovazione per produrre risultati economici concreti. Questo trend è osservabile anche in altri paesi avanzati come il Canada (-11,4 punti, -22,62%) e la Norvegia (-11 punti, -22,96%). Il caso di Hong Kong è particolarmente significativo, con un calo di 10 punti, pari a una diminuzione del 20,75%. Questo calo potrebbe essere legato alle turbolenze politiche e alla crescente influenza della Cina, che potrebbero aver ostacolato la capacità della regione di mantenere il suo status come hub di innovazione. Paesi emergenti come l’India e il Brasile hanno registrato diminuzioni rispettivamente del 20,49% e del 22,33%, evidenziando le difficoltà nel mantenere il passo con le economie più avanzate in termini di output innovativo. La diminuzione di questi punteggi potrebbe essere legata a fattori quali la mancanza di investimenti sostenuti, problemi strutturali o instabilità politica. Le diminuzioni più drastiche sono state osservate in paesi come la Moldavia (-15,7 punti, -36,85%), l’Argentina (-15 punti, -40,98%) e il Kuwait (-20,4 punti, -50,25%). Questi paesi hanno affrontato difficoltà significative nel mantenere o migliorare la loro capacità innovativa, il che potrebbe essere attribuito a un mix di problemi economici, politici e sociali. Paesi come il Venezuela e lo Yemen hanno visto i peggiori cali percentuali, con lo Yemen che ha subito una diminuzione del 43,92% e il Venezuela che è sceso ancora di più, riflettendo crisi economiche e politiche profonde che hanno gravemente ostacolato la capacità di innovare.
Politiche Economiche. Per incrementare il valore dell’Innovation Output Index, i governi devono adottare un approccio multidimensionale che includa una combinazione di politiche economiche, riforme strutturali, investimenti mirati e incentivi per stimolare l’innovazione in modo efficace e sostenibile. Una delle prime aree da affrontare è il potenziamento del sistema educativo, in particolare nei settori STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica). Un’istruzione di alta qualità forma una forza lavoro competente e creativa, capace di affrontare le sfide del futuro. I governi dovrebbero investire in programmi educativi che favoriscano non solo la formazione teorica, ma anche l’applicazione pratica delle conoscenze, promuovendo la ricerca e l’innovazione già a livello scolastico e universitario. Questo potrebbe includere partnership tra istituzioni educative e industrie, stage e programmi di ricerca congiunta, oltre a investimenti nelle infrastrutture scolastiche e universitarie per garantire accesso a strumenti e tecnologie all’avanguardia. Parallelamente, è cruciale migliorare l’ecosistema della ricerca e sviluppo (R&S) attraverso incentivi fiscali e finanziamenti diretti. I governi dovrebbero creare incentivi fiscali per le aziende che investono in R&S, offrendo crediti d’imposta, agevolazioni e altre forme di supporto finanziario. Inoltre, devono assicurare un adeguato finanziamento pubblico per la ricerca, soprattutto in aree strategiche che possono avere un impatto significativo sull’economia. Questo potrebbe includere il finanziamento di istituti di ricerca, laboratori, e iniziative tecnologiche nazionali, con l’obiettivo di stimolare l’innovazione e favorire la nascita di nuove tecnologie. I governi potrebbero anche promuovere la creazione di cluster tecnologici e parchi scientifici, dove aziende, università e centri di ricerca possano collaborare strettamente, condividere risorse e sviluppare nuove idee. Un altro aspetto fondamentale è la promozione della collaborazione tra settore pubblico e privato. Le politiche economiche dovrebbero incentivare le partnership pubblico-private, favorendo la condivisione delle conoscenze e delle risorse. Questo può essere realizzato attraverso programmi congiunti di R&S, ma anche tramite la creazione di piattaforme di innovazione aperta, dove le aziende possono collaborare con start-up, università e istituti di ricerca. In questo contesto, il governo può svolgere un ruolo di facilitatore, mettendo in contatto diverse realtà e sostenendo progetti di innovazione di particolare rilevanza. È importante anche sviluppare meccanismi di protezione della proprietà intellettuale che siano efficaci, per assicurare che le aziende e i ricercatori siano incentivati a innovare sapendo che le loro invenzioni saranno adeguatamente tutelate. Un sistema robusto di brevetti e diritti d’autore è essenziale per garantire che gli investimenti in innovazione producano un ritorno economico per gli innovatori. Un altro punto cruciale è l’accesso ai finanziamenti per l’innovazione. Le politiche economiche devono facilitare l’accesso delle imprese, soprattutto le PMI (piccole e medie imprese) e le start-up, al capitale di rischio e ai finanziamenti necessari per sviluppare e commercializzare nuove tecnologie. Questo potrebbe includere la creazione di fondi pubblici di venture capital, garanzie statali sui prestiti per l’innovazione e altre forme di sostegno finanziario. Il governo potrebbe anche incentivare gli investimenti privati nell’innovazione, attraverso sgravi fiscali per gli investitori in start-up e imprese innovative. Inoltre, è essenziale sviluppare mercati finanziari che favoriscano l’innovazione, facilitando l’accesso delle imprese innovative a fonti di capitale attraverso la borsa o altre forme di finanziamento. Il contesto normativo gioca un ruolo altrettanto importante. Le politiche economiche dovrebbero concentrarsi sulla creazione di un ambiente normativo che sia favorevole all’innovazione, riducendo la burocrazia e semplificando i processi per le imprese innovative. Questo include la revisione delle normative esistenti per eliminare gli ostacoli che possono rallentare l’innovazione, come regole obsolete o eccessivamente restrittive. Inoltre, i governi dovrebbero promuovere la digitalizzazione e l’adozione di tecnologie avanzate in tutti i settori dell’economia, attraverso normative che incentivino l’uso di nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale, la blockchain e l’Internet delle cose. L’introduzione di regolamentazioni flessibili e aggiornate che permettano alle imprese di sperimentare nuove tecnologie senza dover affrontare barriere normative significative è fondamentale per stimolare l’innovazione. Un altro elemento chiave è la promozione dell’internazionalizzazione dell’innovazione. I governi dovrebbero facilitare l’accesso delle imprese innovative ai mercati internazionali, attraverso accordi commerciali, partecipazione a programmi di ricerca e innovazione internazionali, e sostegno all’esportazione di tecnologie innovative. Le politiche economiche dovrebbero promuovere l’integrazione delle imprese locali nelle catene del valore globali, facilitando la cooperazione con partner internazionali e l’accesso a nuove tecnologie e competenze. In questo contesto, il ruolo delle ambasciate e degli enti governativi all’estero può essere cruciale per identificare opportunità di mercato e creare collegamenti tra le imprese nazionali e partner stranieri. Le politiche economiche devono anche affrontare il tema della sostenibilità e dell’innovazione verde. In un mondo sempre più consapevole dei problemi ambientali, le politiche dovrebbero incentivare l’innovazione che mira a ridurre l’impatto ambientale delle attività economiche. Questo potrebbe includere incentivi per le imprese che sviluppano tecnologie pulite, investimenti in energie rinnovabili, e supporto per progetti di economia circolare. L’innovazione sostenibile non solo contribuisce a migliorare il valore dell’Innovation Output Index, ma rafforza anche la resilienza economica a lungo termine, preparando l’economia a un futuro in cui le considerazioni ambientali saranno sempre più rilevanti. Infine, è fondamentale promuovere una cultura dell’innovazione a tutti i livelli della società. I governi devono lavorare per creare un ambiente in cui l’innovazione sia valorizzata e sostenuta, attraverso campagne di sensibilizzazione, premi per l’innovazione, e programmi che stimolino la creatività e l’imprenditorialità. La promozione di una cultura dell’innovazione passa anche attraverso il sostegno alle start-up e agli imprenditori, facilitando l’accesso alle risorse e creando un ecosistema favorevole all’innovazione. Le città e le regioni possono svolgere un ruolo importante in questo contesto, diventando hub di innovazione attraverso politiche locali mirate che supportano le iniziative innovative e creano spazi per l’incontro e la collaborazione tra innovatori. In conclusione, incrementare il valore dell’Innovation Output Index richiede una strategia integrata che coinvolga diversi settori e livelli di governo. Le politiche economiche devono essere orientate non solo a stimolare l’innovazione, ma anche a creare le condizioni necessarie affinché questa possa tradursi in risultati concreti e sostenibili. Investire nell’educazione, incentivare la ricerca e sviluppo, migliorare l’accesso ai finanziamenti, e promuovere un ambiente normativo e culturale favorevole sono tutti elementi cruciali per aumentare la capacità di un paese di generare innovazione e tradurla in output economici e sociali che possano essere misurati e apprezzati a livello globale.
Conclusioni. Il valore dell’innovation output index è diminuito tra il 2013 ed il 2022 del 29,17% in media per i paesi considerati. Tuttavia, vi sono dei paesi nei quali il valore dell’innovation output index è cresciuto significativamente tra il 2013 ed il 2022 ovvero: Iran con +31,53%; Corea del Sud con +23,37%, China con +20,41%, Giappone con +10,10%, Stati Uniti con 6,23%. Tuttavia vi son anche dei paesi nei quali il valore di tale variabile è diminuito in modo rilevante ovvero Uganda con -78,36%, Mali -78,43%, Guinea Brunei con -87,97%, Brunei Darussalam con -88,93%, Benin -91,67%.