L’Isis minaccia di attaccare a breve la Russia e diffonde il video della decapitazione di un prigioniero russo. L’ex agente segreto del KGP Vladimir Putin, Presidente della Repubblica Bielorussa, promette vendetta e nelle prossime ore si assisterà inevitabilmente ad una sua reazione alla sfida dello Stato Islamico.
E’ certo, inoltre, del coinvolgimento di Recep Tayyip Erdoğan, Presidente della Turchia e parte della sua famiglia nel traffico di petrolio con l’Isis. Erdoğan smentisce e dichiara la sua volontà di dimettersi dall’attuale carica di Presidente se l’accusa di Mosca si rivelerà fondata aggiungendo che “Nessuno ha il diritto di insultare la Turchia…e se la Russia prosegue su questa linea, saremo costretti a prendere delle precauzioni”. Ma Putin mostra foto e video per sostenere la sua accusa.
Vi è tensione tra i due leader politici. Tensione preannunciata e destinata ad aumentare. Già dal 2013 Vladimir Putin dichiarava che uno degli obiettivi per l’identità russa è legato agli eventi che hanno luogo nel mondo. Che molti paesi euro-atlantici negano le loro radici tra cui i valori cristiani che sono alla base della civiltà occidentale. Negano i principi morali e la propria identità nazionale, culturale, religiosa. Che questi adottano politiche eccessivamente corrette e che in molti paesi europei non si ha il coraggio di parlare della propria religione. Che senza i valori presenti nel cristianesimo e nelle altre religioni del mondo senza standard morali, le popolazioni perderanno inevitabilmente la loro dignità umana e affermava che vi erano tentativi di confondere le istituzioni di legge internazionale e di sovranità nazionale.
Ma la Turchia è parte della Nato istituita dal Patto Atlantico del 1949. Questo prevede che in caso di attacco armato contro una parte di essa, in Europa o in America settentrionale deve essere considerato come un attacco contro tutte e se tale attacco armato avviene, ognuna di esse, in esercizio del diritto di autodifesa individuale o collettiva, riconosciuto dallo Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti attaccate prendendo immediatamente, individualmente o in concerto con le altre parti, tutte le azioni che ritiene necessarie, incluso l’uso della forza armata, per ripristinare e mantenere la sicurezza dell’area Nord Atlantica.
Ciò era stato previsto affinché l’Unione Sovietica non attaccasse uno qualsiasi dei paesi membri della Nato. Diversamente sarebbe stato considerato attacco diretto ad ogni Paese dell’Area Nord Atlantica. Ora però vi è Vladimir Putin con il quale sono state strette alleanze e amicizie ed al quale sono state comminate recentemente sanzioni economiche. Ad aggravare l’equilibrio politico mondiale, l’adesione inaspettata del Montenegro alla Nato.
Così il Presidente russo, lo scorso anno, commentava la politica miope europea “Un tempo ci avevano promesso che dopo l’unificazione della Germania la Nato non si sarebbe diffusa verso est. L’allora segretario generale della Nato aveva detto che l’alleanza non si sarebbe espansa oltre i suoi confini orientali. Tuttavia ha iniziato ad espandersi, incorporando gli ex paesi membri del patto di Varsavia e più tardi, gli stati baltici, ex repubbliche sovietiche”.
Quali le decisioni che saranno prese da Putin?