In un’Italia che invecchia più rapidamente di qualsiasi altro Paese europeo, l’appello lanciato dalla professoressa Alessandra Petrucci suona come un ultimatum: “Se non oggi, quando?”. La Rettrice dell’Università di Firenze e Presidente di Age-It ha presentato una proposta ambiziosa, ma quanto mai necessaria, per valorizzare gli anziani e affrontare la crisi demografica.
Durante l’audizione alla Commissione parlamentare d’inchiesta sugli effetti economici e sociali della transizione demografica, Petrucci ha delineato un piano strategico basato su sei interventi concreti. Il suo obiettivo è trasformare l’Italia in un Paese age-friendly , capace di sfruttare appieno le risorse demografiche a disposizione.
Un Paradosso Italiano: Leader nella Longevità, Ultimi nella Ricerca
Nel 2024, l’Italia ha registrato numeri impressionanti: 22.000 centenari e quasi un milione di ultranovantenni . Eppure, nonostante questi traguardi, manca un centro di eccellenza dedicato alla ricerca sull’invecchiamento e alle politiche di intervento. La piramide demografica italiana – definita da Petrucci una “ nave da crociera ”, larga in alto e stretta alla base – richiede un cambio di rotta immediato.
“Nonostante la nostra peculiarità demografica e i progressi negli studi sulla longevità, l’Italia resta indietro rispetto ad altri Paesi. Francia, Germania, Canada, persino nazioni giovani come il Portogallo, hanno da tempo istituzioni dedicate alla ricerca sull’invecchiamento,” ha dichiarato la professoressa. L’esempio più virtuoso è quello degli Stati Uniti, dove il National Institute on Aging celebra mezzo secolo di attività.
La Strategia I3: Un Coordinamento Nazionale per la Longevità
La proposta di Petrucci ruota attorno alla creazione dell’ Istituto Italiano sull’Invecchiamento (I3) , un centro di coordinamento nazionale che unisca competenze attualmente disperse in diversi settori.
“Il compito dell’I3 sarà quello di armonizzare gli studi biomedici, psicologici, economici e sociodemografici in un’ottica integrata di sanità pubblica ,” ha spiegato Petrucci. L’obiettivo è superare la frammentazione esistente e trasformare la longevità in un motore per le politiche sanitarie, sociali ed economiche.
Con un’ aspettativa di vita media di 83 anni, tra le più alte al mondo, l’Italia ha urgente bisogno di ripensare il proprio modello di welfare. Questo significa non solo affrontare la sostenibilità delle pensioni e del sistema sanitario, ma anche creare città, servizi e comunità in grado di rispondere alle esigenze di una popolazione sempre più anziana.
Le Sei Mosse per un’Italia Age-Friendly
Durante l’audizione, Petrucci ha delineato sei linee d’azione per trasformare il Paese:
- Demografia positiva : Promuovere nuovi indicatori prospettici, come l’indice di speranza di vita residua, per interpretare l’invecchiamento in modo dinamico, superando la visione puramente anagrafica.
- Equità territoriale : Colmare il divario nelle aree interne con misure che riducano l’isolamento geografico e sociale degli anziani, spesso vittime di vulnerabilità estrema.
- Age Management in azienda : Valorizzare i lavoratori senior con modelli di flessibilità e contrattazione che sfruttino al meglio le competenze degli over 50.
- Educazione permanente : Sostenere la formazione e il riconoscimento sociale dei caregiver , figure cruciali in una società che invecchia.
- Giustizia intergenerazionale : Promuovere l’equità tra giovani e anziani attraverso un nuovo patto di solidarietà, superando contrapposizioni sterili tra le generazioni.
- Approccio One Health : Integrare la dimensione biologica, psicologica e sociale dell’invecchiamento, utilizzando tecnologie innovative come biomarcatori digitali.
Risorse Poco Utilizzate: Il Paradosso Italiano
Secondo Petrucci, l’Italia fatica a valorizzare risorse fondamentali come donne, giovani e anziani. Questo problema è stato ribadito anche dall’ Inps , che ha recentemente sottolineato come il rapporto tra italiani in età lavorativa e non lavorativa sia destinato a peggiorare drasticamente. Entro il 2050 , le persone over 65 rappresenteranno il 34,5% della popolazione, mentre il rapporto tra lavoratori e anziani passerà da 3 a 2 fino a raggiungere la parità.
“Questo scenario ci pone davanti a un bivio. Non possiamo più permetterci di navigare a vista,” ha dichiarato la professoressa.
Il Bivio Demografico: Ora o Mai Più
Gli ultimi dati Istat parlano chiaro: con un tasso di natalità di 1,18 figli per donna , l’Italia ha raggiunto il livello più basso della sua storia. Al tempo stesso, la spesa sanitaria cresce esponenzialmente, mettendo a dura prova il sistema di welfare.
“I tempi sono maturi per creare un centro di eccellenza sulla longevità,” ha concluso Petrucci. La proposta dell’I3 rappresenta una risposta strutturale a una sfida epocale. Resta da vedere se la politica sarà in grado di cogliere questa opportunità o se prevarranno, ancora una volta, visioni di breve periodo.
L’Italia si trova su una nave da crociera che necessita di una rotta chiara. Il tempo per decidere, però, sta per scadere.