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L’Italia e quell’ipocrisia dal sapore oscurantistico

Non avrei mai conosciuto Tiziana, se non attraverso la cronaca di questi giorni. Se l’avessi incontrata da viva probabilmente non sarei mai diventata sua amica. Perché le amicizie, da donna, te le scegli secondo quel principio della risonanza per il quale annusi nell’altra la capacità di comprenderti. Un “codice” comune che porta a collezionare esperienze similari, a coltivare gli stessi interessi. A parlare insomma la stessa lingua. Pur con le dovute differenze.

Pregiudizio? No. Diversificazione naturale.Pregiudizio ci sarebbe laddove la mente non si sforzasse di aprirsi. Laddove a prescindere rifiutasse il confronto. Laddove negasse il rispetto a chi è diverso.

La storia di Tiziana inizia nel tardo aprile 2015 in quel di Casalnuovo nell’hinterland napoletano. Look “aggressive”, lo stesso di tante giovani donne dalle sopracciglia ridisegnate e dalle labbra fillerate, che cercano approvazione in un mondo perverso. Qualche bicchiere di troppo dal quale non riusciva a staccarsi, da ciò che di lei si racconta. Un fidanzato. Il compagno di un gioco finito male.

A fine aprile è già popolarissima. Le sue clip fanno il giro del web, passando per i siti hard, annunciate dal “meme” (così in gergo): “stai facendo un video? Bravo”. Una frase trasgressiva, dal sapore amaro e dal retrogusto vendicativo. Rivolta agli uomini con i quali è andata, ma forse scagliata contro quel fidanzato che l’avrebbe trascinata – a detta della mamma – nell’incubo dal quale non sarebbe mai più uscita.

cms_4544/Silvia_Girotti.jpgNel giro di un mese la vita di Tiziana è distrutta, messa al bando da un’Italia moralista e guardona che nel giudizio rinnega la sua vera natura.Un’Italia trasformista che alla notizia del suicidio ha santificato la meretrice che fino a un minuto prima aveva condannato.Perché è così che ci si comporta secondo il manuale del perfetto bigotto nella Nazione dei Farisei. Al diavolo quell’articolo 7 della Costituzione!

“Chi è senza peccato scagli la prima pietra”, disse invece chi una certa levatura ce l’aveva.Ma siamo nell’Occidente ipocrita, intriso di una mentalità patriarcale che, per paura, ha alimentato il culto della donna oggetto, soffocandone il pericoloso e sacro femminino.Ne ha deviato l’essenza, intrappolandola in un mondo di plastica nel cui mare di silicone naufraga la bellezza dell’anima.Ne ha distorto la sensualità, rendendo il corpo veicolo di un sesso sterile, privato di quella componente spirituale che schiude la porta del tempo e dello spazio.Tiziana questo non ha fatto in tempo a capirlo e ha lasciato che il maschilismo bieco la sacrificasse.Se avesse compreso di essere lei, assieme a tutte le altre, la Donna che nell’Apocalisse di Giovanni ha schiacciato la testa del serpente, avrebbe trovato la forza di ribellarsi.

cms_4544/Silvia_Girotti.jpgE se il mondo è ancora nelle grinfie dell’oscurantismo la colpa è di noi tutte. Così mi ricorre l’obbligo morale di dire, anche a coloro con le quali mai condividerò, per l’assenza di quel “codice” comune, amicizia: risvegliatevi in quella parte di voi che vogliono costringervi ad uccidere. Siamo dee. Portatrici del divino che fa vibrare e che ci pone in connessione con tutti quegli elementi materiali, vitali, emotivi e spirituali che servono a far nascere il nuovo. A noi è dato il compito di metterli insieme in modo saggio e sensibile, lavorando all’equilibrio con la parte maschile dell’universo.L’evoluzione dell’umanità non può prescindere dall’accentuazione del nostro ruolo nella società. Siamo le avanguardie nel cammino di coscienza di questa epoca. Non soffriamo se il mondo non ci approva perché se non lo cambieremo non saprà mai farlo.

Ma nulla potremo se prima non ci saremo riconosciute ed elevate noi.

Data:

17 Settembre 2016