Nel silenzio avvolgente della sera, le note lievi di una melodia “battistiana” si diffondono nell’aria, abbracciando ogni angolo della stanza. Il cuore e la mente si aprono, ascoltano quelle delicate armonie che risvegliano le emozioni più profonde. E’ un momento di raccoglimento, di riflessione, in cui la tenerezza si fa strada come un soffio leggero, una carezza dell’anima.
Nelle profondità più intime e segrete di me stesso, in quella stanza grande che sembra senza fondo, ritrovo la mia storia, un tempo passato e quei ricordi che non ho saputo avere. Scopro la clessidra di quando ero ragazzo, ma non più con la sabbia, solo con le ampolle e con una frase scritta: “non sono i granelli di sabbia che devi lasciar cadere, è il tuo tempo che devi lasciar scivolare, e il tuo tempo non ha un inizio e una fine, è il tuo tempo e questo basta”.
Mi sembra, incredibilmente, di aver passato la vita ad attendere che il tempo scorresse in quei granelli ed ora, tutto ad un tratto, mi accorgo che il mio tempo non chiedeva di essere contato, ma solo di essere accettato e vissuto. Poi, più avanti, quasi in un angolino ritrovo lo specchio dei diciassette anni, ma non c’è più lo specchio, solo una cornice e uno scritto che a me si addice:
“Era il tempo dei giorni senza tempo,
quando la gioventù si crede eterna
e dilatato è l’oggi che governa
attimi d’assoluto in mezzo al campo.
Era il posto di chi cercava un posto,
di chi cercava il proprio senza
capire ancora il vero e l’apparenza
e che per ogni alito c’è un costo.
Era la vita, viva ed incosciente
di sangue e carne che voleva tutto
prima che tutto diventasse niente.
Belli eravamo noi senza sapere
e si mordeva dolce e acerbo il frutto:
colmo era ancora il calice da bere”.
Un semplice vecchio specchio: un portale verso il nostro io più profondo, un compagno silenzioso che ci svela verità nascoste e ci ricorda la nostra umanità. In quel sottile strato di vetro si celano infinite storie, emozioni e riflessioni, pronte ad essere rivelate al primo sguardo curioso. Il nostro rapporto con lo specchio è complesso e intimo. Ci guardiamo dentro sperando di trovare risposte, di capire chi siamo veramente. Spesso, però, ci troviamo di fronte a una moltitudine di sfaccettature, un caleidoscopio di identità che si intrecciano e si sovrappongono. Lo specchio non si limita a riflettere l’aspetto fisico, ma ci costringe a confrontarci con la nostra essenza, con le fragilità e i dubbi che albergano in noi.
È un’esperienza che può essere profondamente emozionante e allo stesso tempo sconvolgente. Ci svela la nostra vulnerabilità, ci spoglia dei nostri mascheramenti, mettendo a nudo l’anima. Davanti allo specchio siamo soli con noi stessi, senza filtri né illusioni. È in quei momenti che possiamo cogliere la bellezza autentica e disarmante di ciò che siamo.
Lucido testimone silenzioso dei nostri alti e bassi, delle gioie e dei dolori che attraversano le nostre vite. Ci riflette nei momenti di felicità, facendoci sentire invincibili e pieni di luce. Ma ci accoglie anche quando siamo tristi, quando le lacrime solcano il nostro viso e il peso del mondo sembra cadere sulle nostre spalle. Eppure, anche in quei momenti di sconforto, ci mostra la nostra resilienza, la nostra capacità di rialzarci e di trovare la forza interiore per andare avanti.
E’ un maestro di autenticità, di verità. Ci insegna che non possiamo nasconderci da noi stessi, che la nostra vera bellezza risiede nella nostra genuinità. Spesso ci ostiniamo a cercare la perfezione esteriore, ma lo specchio ci ricorda che la vera perfezione risiede nella nostra unicità, nelle cicatrici e nelle rughe che raccontano la nostra storia.
Vitrea acqua lucente invita ad immergerci nei nostri abissi, suggerisce dialoghi intimi con noi stessi. È uno strumento prezioso per abbracciare la nostra interezza, per accettare i nostri difetti e per coltivare la nostra crescita personale. Attraverso lo specchio possiamo imparare ad amarci incondizionatamente, a vedere la nostra bellezza interiore e a vivere con autenticità.
E mentre ci spingiamo oltre, scopriamo la connessione profonda con gli altri. Ogni essere umano è un mondo complesso e affascinante, e lo specchio ci permette di cogliere l’essenza di ognuno. Attraverso gli occhi degli altri, vediamo la nostra umanità riflessa e impariamo ad accogliere le differenze, a nutrire l’empatia e a costruire ponti di comprensione. Ci rendiamo conto che non siamo soli, che condividiamo un’esperienza comune di vita e che le nostre storie si intrecciano in modo sottile e profondo.
Così, ogni volta che ti fermi davanti a uno specchio, ricorda di abbracciare quella persona che ti guarda, di celebrare la tua unicità e di riconoscere la tua bellezza. Perché lo specchio non è solo un oggetto, ma un portale verso la tua anima, un riflesso del tuo essere più autentico. Esplora i tuoi confini, abbraccia la tua unicità e vivi con coraggio. Non temere di guardare dentro di te, di riflettere sulla tua vita, di metterti in gioco. Perché al di là dello specchio si nascondono tesori nascosti e possibilità senza limiti, pronti ad essere scoperti da chi ha il coraggio di osare.
Un ringraziamento particolare a Marco Maurizi, amico fraterno, autore della poesia “Era”.