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LO SPETTATORE PASSIVO – L’utente social alla finestra

Scorrono in continuazione come cacciatori in una giungla, famelici nel trovare video, post, immagini senza nessun costrutto razionale e senza nessun filo logico uno con l’altro. Raramente condividono qualche contenuto, anzi, aspettano che lo faccia qualcun altro al posto loro. È la nuova figura dell’utente social: lo spettatore passivo.  Guardare e scrollare senza soluzione di continuità è in sintesi ciò che emerge da una ricerca sul rapporto fra i giovanissimi e i social, condotta dal dipartimento di Scienze umane, sociali e della salute dell’Università di Cassino, secondo cui quasi il 12% della Generazione Alpha, i nati cioè dal 2010 in avanti, avrebbe già una dipendenza dai social. Su un campione di poco meno di mille giovani compresi tra i 10 e i 14 anni, la quasi totalità utilizza app di messaggistica istantanea mentre l’88% fa uso dei social. Tra quest’ultimi i più utilizzati sono TikTok, la piattaforma più diffusa, Instagram e Pinterest. YouTube, il social-video di Google, è quello che sbaraglia tutta la concorrenza, totalizzando una percentuale di utilizzo dell’86%. Venendo poi alle cosiddette app di messaggistica istantanea, WhatsApp è sicuramente la più utilizzata, arrivando a una percentuale record del 95,72% di coloro che ne fanno uso.

A distanza abissale le altre. Gli altri social sembrano staccarsi di parecchio dalle abitudini d’uso dei più giovani: Twitch (30,03%), Snapchat (29,92%), BeReal (29,61%), Twitter (12,09%) e Facebook (11,15%) non rientrano tra le piattaforme preferite in assoluto dai teenager (Facebook ormai sembra conoscere un declino inarrestabile tra i social frequentati dalla Generazione Alpha). Il dato che conferma quanto già scritto e teorizzato da molti studiosi circa la passione dei giovanissimi all’utilizzo preponderante nelle loro vite di video e di immagini, è dato dal massiccio uso di YouTube nella fascia 10-14 anni. TikTok e YouTube, non a caso e, aggiungerei, senza molte sorprese, sono i due social che la GenAlpha consulta maggiormente con oltre 4 ore al giorno, assieme al sempre presente e ormai irrinunciabile WhatsApp. La ricerca ha poi evidenziato come non tutte le app vengano usate negli stessi tempi della giornata, ma ognuna viene consultata in determinati momenti.  Instagram, TikTok, YouTube e WhatsApp, per esempio, sono usati spesso durante l’arco dell’intera giornata, mentre Facebook, Pinterest e Snapchat in particolar modo il mattino.

Maggiori opportunità di connessione, poco controllo dei genitori e crescente dipendenza, sono le problematiche che ancora una volta emergono da una ricerca che, tra le novità, fa emergere il valore spettatoriale di una figura di utente, il pre adolescente, che sviluppa nuove e spesso paradossali modalità di comunicare. Insistere sull’eccessiva demonizzazione delle piattaforme, tema che per molti anni è stato usato come forma di narrazione prevalente in ambito accademico e non solo, è sbagliato. Sarebbe ora il momento di lasciare invece spazio a una necessaria consapevolezza sull’inevitabilità di certe forme di comunicazione. Se le precedenti generazioni formatesi anche grazie all’uso e consumo dei mass media prima e della rete poi, hanno potuto confrontarsi e scegliere consapevolmente una dieta mediatica più varia, la GenAlpha e, in parte minore, la GenZ, è nata e cresciuta a pane e social. L’accelerazione spesso forzata dell’utilizzo della tecnologia digitale per svolgere qualsiasi compito, ha abituato i giovani a forme di comunicazione sulle quali non si può solo rispondere con forme autoritarie di proibizionismi e divieti, ma sarebbe più consono abituarli a scoprire cosa si nasconde dietro device e app così seducenti, far sì che ragionino primariamente su quali siano i funzionamenti nelle società liberali delle nuove armi di seduzione di massa a disposizione di un turbocapitalismo che mercifica a piacimento qualsiasi tipo di oggetto e soggetto.

Data:

9 Settembre 2024

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