L’invito rivolto agli italiani di adottare un cane avviene ormai attraverso la pubblicazione sui social con post “strappalacrime” in cui la foto di un cane malconcio e straziato dal dolore è seguita dalla descrizione di maltrattamento dal quale è stato tolto. A volte i post riguardano cani abbandonati o anziani che non hanno mai ricevuto richiesta di adozione. Questi sono i cosiddetti post per le “adozioni del cuore”.
I cani, ad oggi, sono tenuti in canili che negli anni 2000 dovrebbero essere luoghi confortevoli e di passaggio in cui l’animale dovrebbe trascorre un tempo limitato e finalizzato alla ricerca di una casa accogliente in cui ricevere cure ed amore.
In realtà, i canili italiani sono prigioni in cui i cani più sfortunati trascorrono la propria vita senza mai trovare una famiglia e muoiono soli, così come hanno vissuto.
Inoltre, nella maggior parte dei canili del sud Italia i volontari sono pochi rispetto alla popolazione e non riescono da soli a fronteggiare situazioni di emergenza e spesso (per non dire sempre) ciò avviene per l’inattività delle istituzioni locali.
Si leggono spesso post come “il cane è in un canile lager” o “il cane finirà in un canile lager se non trova subito adozione” o ancora “il cane sta per essere trasferito dal sanitario in un canile definitivo che è un lager”.
Mi chiedo quindi, insieme ad altri amanti degli animali, come sia possibile che chi si dichiara animalista e sia a conoscenza dell’esistenza di questi canili lager, continui a limitarsi a pubblicare post “strappalacrime” ma non si siano mai adoperati nell’organizzare manifestazioni per chiedere che i canili di oggi possano diventare luoghi migliori?
Le manifestazioni degli ultimi anni, soprattutto quelle del 2024, sono state organizzate per chiedere pene più severe in caso di maltrattamento ed uccisione di animali e di recente qualche successo c’è stato come l’approvazione alla Camera dei Deputati della legge Brambilla ma, a ben vedere, non sono a conoscenza di una manifestazione per cambiare la situazione dei canili in Italia. Pare non sia sentita come una necessità.
A ciò si aggiunge che coloro che pubblicano i post “strappalacrime” dichiarano spesso che non possono fare altro perché le istituzioni non funzionano. E’ probabile…ma sono le stesse istituzioni che invocano di intervenire per chiedere una soluzione immediata a tantissimi altri problemi…e ciò, qualunque sia il governo in carica.
Tutti i partecipanti di manifestazioni organizzate scendono nelle piazze con cartelli e striscioni e con l’obbiettivo di essere ascoltati ma soprattutto ottenere un cambiamento “in meglio”.
Pertanto, mi auguro che nell’anno 2025 ci possa essere un cambiamento dei luoghi di detenzione degli animali e di controlli effettivi di tali luoghi a tutela del loro benessere.
Le manifestazioni animaliste non possono essere solo contrarie all’uccisione degli orsi nel Trentino, agli esperimenti sugli animali, alle pene più severe nei casi di maltrattamento ed uccisione. Sono manifestazioni discriminatorie nei confronti di altre realtà che necessitano la stessa attenzione e risoluzione.
Pura Utopia… ma ci si spera sempre.