Dopo sei anni di attività, il Presidente Ferdinando Armeni, dell’Asd Sporting Locri, società di calcio femminile a 5, sembra voler ritirare la squadra, dal campionato nazionale di serie A Elite, a causa di intimidazioni di non chiara provenienza. A far prendere questa decisione sembra essere stato l’ultimo, di una serie di messaggi, trovato sul cruscotto della propria auto, con un pneumatico fuori uso. << Forse non siamo stati chiari – c’era scritto – lo Sporting Locri va chiuso >>. Avvertiti già precedentemente per gli altri episodi, carabinieri e polizia cercano ora di stabilire, con grande attenzione, la natura e la provenienza di queste minacce per poterne risalire agli autori. Tale vicenda ha coinvolto e indignato, ovviamente, il mondo dello sport, ma anche quello politico.
“Locri deve giocare – ha dichiarato il Presidente del Coni, Giovanni Malagò – e il 10 gennaio voglio vedere le ragazze in campo. Lo sport italiano è al fianco della società e delle atlete che non devono assolutamente cedere a questi vergognosi gesti”.
Parole di solidarietà sono state espresse anche dal Presidente della FIGC, Carlo Tavecchio che ha avanzato anche una proposta concreta: “Il calcio italiano è unito contro la violenza e contro la vergogna di chi, attraverso la minaccia, non vuole che si faccia sport. Porteremo a Locri la Nazionale femminile di calcio a 5 per testimoniare tutto il nostro sostegno e la nostra solidarietà”. Anche la FIGC, per mano del suo Procuratore Federale, Stefano Palazzi, ha aperto immediatamente un fascicolo.
La solidarietà manifestata dai vertici del calcio e del Coni non ha lasciato indifferente Ferdinando Armeni: “Ringrazio tutti per la vicinanza, ma la serenità non c’era prima e non c’è ora. Siamo senza parole – afferma il patron – dal momento che il nostro è solo un hobby, una passione per lo sport calcistico. Certo, può darsi che si tratti di una bravata, ma davvero non ce la sentiamo di andare avanti” – aveva dichiarato in un primo momento il Presidente del Locri calcio. A proseguire e a non lasciarsi intimidire è stato anche l’invito del Sindaco di Locri, Giovanni Calabrese (socio fondatore del club), del Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, del Presidente del Consiglio Regionale, Nicola Irto e del presidente della Commissione contro la ’ndrangheta del Consiglio regionale, Arturo Bova.
Intanto, il 10 gennaio è vicino e a Locri è in programma l’attesa sfida contro la Lazio. Cosa farà il Presidente Armeni? Cederà alle minacce o, confortato dai tanti appelli e dalla solidarietà dei vertici del calcio, continuerà a tenere in vita la squadra di calcio rivelazione della serie A femminile a 5 (fiore all’occhiello di tutta la Calabria)? La sensazione è che il patron Armeni non abbia ancora preso una decisione definitiva, anche se sembra si stia ricredendo rispetto alla decisione iniziale di mollare tutto e di non far scendere in campo le ragazze nel prossimo match. “Penso che sia giusto giocare – ha dichiarato Armeni in una intervista pubblicata il 29 dicembre c.m. sul quotidiano La Repubblica – ma è solo un auspicio. Bisogna che vi siano tutte le condizioni, ma mi piacerebbe vedere in campo le ragazze. Se lo meritano loro e se lo merita la città“.
Certo, l’essere tutti uniti in questa lotta potrebbe aiutare il Presidente Armeni a opporsi alla prepotenza e alle minacce … e chissà, che la spinta possa giungere proprio dal monumento ai cinque martiri di Gerace, eretto davanti alla piazza di Locri e dedicato ai martiri per << l’unità nazionale>>.
In ogni caso, a conferma di una situazione complessa e potenzialmente pericolosa, questi episodi hanno convinto il prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino, a predisporre adeguate misure di protezione nei confronti del governance societaria.