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L’ORRORE DI GAZA – Il genocidio dell’infanzia – 3^ Parte

“Il più grande infanticidio di questo secolo”. Lettera urgente in difesa dei bambini di Gaza da parte di intellettuali e artisti argentini.

“Niente può essere più lo stesso dopo quella che viene definita una ‘guerra dichiarata ai bambini’. Tutto ciò che riguarda l’infanzia perde significato”, si legge nella lettera. Il genocidio israeliano non distingue i bambini dagli adulti. (Pagina 12 – María Daniela Yaccar, 30 novembre  2024)

“Smettetela di uccidere bambini a Gaza e in Libano, e ovunque. C’è solo una vittima nella guerra tra Israele e Gaza: il popolo palestinese. E c’è solo una misura urgente che l’intero pianeta deve chiedere al regime genocida di Netanyahu: Smettetela di uccidere i bambini. Il resto è una storia”. (Mempo Giardinelli)

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Un importante gruppo di scrittori, ricercatori, artisti visivi, fumettisti, giornalisti, insegnanti, bibliotecari, musicisti, coordinatori di programmi di lettura e rappresentanti di istituzioni legate ai bambini ha lanciato un forte messaggio riguardo al conflitto israelo-palestinese. Con quasi mille firme, la “Lettera urgente in difesa dei bambini di Gaza e del loro diritto alla vita” denuncia “il più grande infanticidio di questo secolo”. “La letteratura per bambini non può distogliere lo sguardo da questo orrore”, dice. E richiede che gli autori israeliani e le organizzazioni latinoamericane per i diritti umani parlino apertamente e agiscano.

La Lettera “ha funzionato come un modo per rompere quella specie di silenzio timoroso di essere accusata di antisemitismo. Non si tratta di questo. Ecco perché la lettera parla dell’infanzia. Ci è sembrato che ci fosse un fragoroso silenzio al riguardo“, dice la scrittrice argentina Maria Teresa Andruetto, una dei firmatari,  che in precedenza ha tenuto una rubrica radiofonica intitolata “Anatomia di un genocidio” sullo stesso argomento. “Abbiamo trovato molta risposta, più di quanto immaginassi. Quel silenzio è stato rotto da molte persone che ci hanno detto che volevano parlare apertamente e non sapevano come né dove“.

La Lettera evidenzia che su un totale di quasi 45mila assassinati a Gaza, circa 20mila sono bambini. “Tutto ciò avviene in un territorio assediato, assediato e circondato da Israele”, descrivono i firmatari. In questo contesto, la letteratura per l’infanzia non può distogliere lo sguardo da questo orrore. Niente può essere più come prima dopo quella che viene definita una ‘guerra dichiarata ai bambini’. Tutto ciò che riguarda l’infanzia si svuota di senso, diventa una parola vuota, se l’ovvio viene ignorato: da 411 giorni è in corso un ordine politico genocida, con la particolarità di avere numeri agghiaccianti di infanticidi.

L’umanità è riuscita a inventare armi di sofisticatezza senza precedenti per arrivare in tempo dove deve arrivare. L’umanità stessa non potrebbe garantire che non siano i bambini a pagarne le conseguenze? È fastidioso che raggiunga indiscriminatamente chiunque raggiunga, indipendentemente dal fatto che siano ragazzi?  “Questo infanticidio è l’epitome, il culmine di un’enorme delusione che provo nei confronti dell’umanità. Abbiamo fallito. Stanno accadendo così tante cose orribili nel mondo che dobbiamo inventare delle gioie. Con l’ascesa della destra è una provocazione costante“, esprime Istvansch, illustratore e disegnatore.

Nessuno chiede la fine della guerra per fermare il massacro“, afferma David Wapner, poeta argentino che vive in Israele dal 1998, “Uno Stato, anche se governato da ebrei, può cadere nel fascismo, nell’apartheid, pulizia etnica e genocidio. Noi ebrei non siamo immuni da tutto ciò perché siamo stati vittime del più grande genocidio del 20° secolo. Ora siamo ebrei che compiono un genocidio e il più grande infanticidio del secolo, a trasmissione diretta, fotografato e registrato da vittime e carnefici: Israele non nasconde nulla”.

L’etichetta antisemita

Come Maria Teresa Andruetto, altri intervistati fanno riferimento all’etichetta automatica di “antisemitismo” che appare quando si condannano le azioni del governo israeliano.  “È una guerra, il 7 ottobre Hamas ha fatto un disastro, non lo nego… ma ciò non giustifica la quantità di atrocità che Netanyahu sta commettendo. Lo sappiamo a vincere sono solo i produttori di armi”, dice Luis Scafati, disegnatore e fumettista argentino. “Mi mette a disagio e mi ha fatto partecipare alle discussioni, perché ti etichettano subito come ‘antisemita’. La tesi è che non ti piace l’ebreo, e non è così. C’è qualcosa di violento in tutto questo, nel senso di come vengono utilizzati argomenti per denigrare chi parla in difesa dei bambini e contro la guerra“, avverte.

Tutto il resto, dalle narrazioni sul sionismo, all’ebraismo, al colonialismo, al mito, alla religione, all’Occidente, alla democrazia, all’imperialismo, ecc., è già letteratura. E sono le sciocchezze che gettano in campo per complicare il semplice. C’è un omicidio di massa di ragazzini rinchiusi, e il mondo e le sue gigantesche burocrazie, come in un incubo di Kafka, reagiscono così lentamente che nulla è mai abbastanza, questi milioni di tonnellate di rovine e di bambini rimarranno lì a sottolineare la nostra indifferenza. Come un fantasma“.

Alla fine della Lettera, compaiono una serie di richieste. Si chiede agli autori israeliani di libri per bambini, ai loro editori e distributori di fare una dichiarazione; e alle organizzazioni per i diritti umani, alle fondazioni e alle associazioni civili argentine e latinoamericane che lavorano con i bambini e le vittime di crimini contro l’umanità, che chiedono indagini da parte della Corte Internazionale di Giustizia.

Riconosciamo e non dimentichiamo i minori uccisi a Gaza

Il ministero della Salute di Gaza ha recentemente pubblicato un elenco di persone la cui morte, avvenuta tra lo scorso ottobre e il 31 agosto, è stata verificata.

Tra i circa 34mila nomi presenti nell’elenco, 11.300 sono bambini di cui il 30% aveva meno di 5 anni. Di questi circa 710 erano bambini di età inferiore ai 12 mesi, il 20% dei quali nati e uccisi durante la guerra. Altri 2.800 bambini uccisi devono ancora essere identificati.

Il 30 novembre del 2024 alcuni attivisti della rete Firenze per la Palestina hanno manifestato al Palacongressi di Firenze in occasione della giornata conclusiva del convegno “Conoscere e riconoscere l’infanzia” promosso dalla Regione Toscana. Un cartello recitava “Riconosciamo alcuni dei minori uccisi a Gaza dall’elenco dei loro nomi“.  Accanto un lunghissimo striscione con circa 6.000 nomi, meno della metà dei 12.500 erano stati identificati al 25 febbraio 2024. In questo modo si è cercato di sensibilizzare e sollecitare le istituzioni a non dimenticare questa tragedia.

Non possiamo parlare della salute dei bambini italiani mentre in altre parti del mondo le cure sono negate a decine di migliaia di altri bambini come a Gaza: oltre alle migliaia di bambini morti dobbiamo ricordare quelli rimasti mutilati nel corpo e nello spirito (magari amputati senza possibilità di un’anestesia), rimasti orfani, senza cibo, acqua, o una casa (le recenti tempeste hanno spazzato via anche molte delle precarie tende) e tutti i sopravvissuti a cui è negato il diritto di andare a scuola, costretti a vivere nel terrore di un ulteriore bombardamento o spostamento.

Due popoli, due Stati

Il 23 dicembre 2016, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha approvato, grazie all’astensione degli Stati Uniti, la risoluzione 2334 volta a porre fine agli insediamenti illegali israeliani, compresi quelli a Gerusalemme Est, per favorire la soluzione dei due Stati. L’Ambasciatrice statunitense all’ONU spiegò che gli Stati Uniti non potevano sostenere allo stesso tempo gli insediamenti israeliani e la soluzione dei due Stati, e il Segretario di Stato John Kerry accusò il rappresentante israeliano all’ONU di essere contrario alla soluzione dei due Stati.

Se gli Stati Uniti, in tempo di Biden, oltre a qualche dichiarazione, al Consiglio di Sicurezza ONU esprime regolarmente un voto contrario al cessate il fuoco a Gaza, si può solo sperare oltre ogni ragionevole dubbio, che la futura Casa Bianca voglia passare alla storia per aver favorito una pace giusta e non per aver dato carta bianca a Israele nel completare il massacro dei palestinesi.

Recentemente, il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha ricordato che Israele non ha alcuna sovranità su nessuno dei Territori Palestinesi che occupa illegalmente. È ora che la legalità venga ristabilita con misure concrete che costringano Israele a porre termine all’occupazione. Negli Stati Uniti, come in Europa ed in Italia, si svolgono grandi manifestazioni contro il genocidio in corso a Gaza e contro l’occupazione della Palestina che va avanti da più di mezzo secolo, per il diritto del popolo palestinese ad esistere e ad affermare la propria autodeterminazione, perché non  bisogna abituarsi all’ingiustizia e alle guerre. Anche il popolo palestinese vuole la pace e ha bisogno di pace, adesso più che mai.

A favore dei diritti del popolo palestinese nel Parlamento italiano l’Intergruppo parlamentare per la Pace tra la Palestina e Israele svolge un lavoro lodevole e si dovrebbe potenziare il ruolo dell’Italia in Terrasanta, affinché si ristabiliscano pace e giustizia in quest’area martoriata del mondo dove regnano la prepotenza e l’impunità. Può farlo in tanti modi, sicuramente pretendendo da Israele un immediato cessate il fuoco, riconoscendo lo Stato di Palestina, sostenendo le risoluzioni delle Nazioni Unite che chiedono la fine dell’occupazione.

L’Europa ha fatto molto poco sia per porre fine a questa guerra, sia, più in generale, per porre fine all’occupazione illegale di Gaza e della Cisgiordania. L’Europa,  così come ha fatto contro Putin nella sua guerra di aggressione contro l’ Ucraina, interrompa l’invio di armi a Israele, sospenda l’Accordo di Associazione con Israele ed imponga sanzioni a Israele per i crimini che commette.

FINE

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Data:

5 Dicembre 2024