Sta facendo il giro del mondo, di certo non in “vela”, la notizia del ritiro di Luna Rosa dalla 35esima edizione dell’America’s Cup. La decisione di non partecipare alla spettacolare competizione velistica, giunta in seguito al voto non unanime di modifica delle “Regole di Classe” per opera dell’Organizzatore, rimbalza nelle ultime ore su tutti i Network televisivi del mondo. Un vero peccato per l’Italia che, con questa decisione, vede annullata la World Series in programma a Cagliari dal 4 al 7 giugno, con il conseguente abbandono, da parte del Team, della base logistica all’interno del Molo Sabaudo del capoluogo Sardo.
Ma, per l’esattezza, cosa ha condotto la barca italiana a rientrare in darsena? Il cambio delle“carte in tavola” è causa del ritiro di Luna Rossa, decisione comunicata ieri dall’America’s Cup Event Authority. Dal 2017 si gareggerà con un catamarano con foil e wingsail tra 45 e 50 piedi, con l’obiettivo di ridurre i costi progettuali, gestionali e di costruzione. Il fine, secondo l’Organizzazione della gara velica più antica di sempre, è quello di attirare nella competizione un maggior numero d’imbarcazioni.
E quali sono state le reazioni del Team di Luna Rossa? “Il Team di Linea Rossa – in una nota ufficiale – ritiene illegittima la procedura di modifica delle Regole, in quanto si fonda su un palese abuso di diritto che utilizza surrettiziamente le modalità per la modifica del Protocollo allo scopo di ribaltare la Regola di Classe, la quale richiede invece l’unanimità dei team iscritti. Si pretende così di introdurre imbarcazioni sostanzialmente monotipo, in totale contrasto con la più che centenaria tradizione della Coppa America, accordando inoltre un ulteriore periodo di due mesi per apportare modifiche regolamentari decise a maggioranza. Tutto ciò – prosegue la nota – rende non credibili e aleatorie le basi tecniche di quella che dovrebbe essere invece la più sofisticata competizione velica al mondo. Questo radicale cambiamento – scrivono ancora i vertici di Luna Rossa – comporta anche uno spreco d’importanti risorse già investite sulla base del regolamento sancito nel giugno dello scorso anno, cosicché l’addotta pretesa di contenere i costi si rivela un puro pretesto volto ad annullare il lavoro di ricerca e sviluppo di alcuni team, favorendo invece precostituite posizioni tecnico-sportive mediante il cambio del principale elemento della gara, la barca”.
E a tal riguardo, l’ufficio stampa del Team, dichiara sempre nel comunicato – “A conferma di ciò, è opportuno ricordare che il Team Luna Rossa ha spesso avanzato proposte che avrebbero contenuto i costi senza snaturare le caratteristiche dell’imbarcazione, ma tali proposte sono state tutte puntualmente respinte dal Defender, prendendo in considerazione la possibilità di un ricorso alla Corte Arbitrale prevista dal Protocollo, ma ha dovuto constatare che dopo dieci mesi dalla firma del medesimo il Defender ha solo ora avviato le prime formalità per la costituzione di questo importante organismo, contribuendo così a rendere ancora meno affidabile e credibile l’intera governance dell’Evento.” Un vero colpo per gli appassionati di vela e per la barca di Patrizio Bertelli (Amministratore delegato dell’Azienda fondata dalla moglie Miuccia Prada) che vedono svanire, oltre al denaro, il sogno di vedere la barca di transitare prima delle altre sulla linea d’arrivo. Dure a tal proposito le parole del Patron di Luna Rossa – “Questo giochino ci costa un anno e mezzo di lavoro e venti milioni di euro. Tutto buttato nel cesso”. E non risparmia inventive nemmeno contro il Defender, “gli americani del Team Oracle … pensano solo ai ***** loro”.
A questo punto bisogna domandarsi: ci sarà un ripensamento? Non è esclusa la possibilità di ricorrere alla Corte arbitrale prevista dal Protocollo firmato circa dieci mesi fa, anche se il Team italiano ha costatato che tale organismo di vigilanza non è stato ancora costituito. Resta la speranza di un ripensamento da parte di Bertelli. Ma la sfiducia nei confronti dell’organizzatore dell’Evento è tale da avvalorare ancor di più la tesi del ritiro quando dichiara: “La voglia di restare e dimostrare a questi Americani che la Coppa in acqua si può vincere, è tanta. Ma non è cosa. Così no”. E aggiunge: “Sarà difficile anche che ci rendano i soldi dell’iscrizione”.Non resta che attendere gli sviluppi dell’inchiesta della Commissione arbitrale che alla fine arriverà. E bisogna, anche, augurarci nel ripensamento del Gruppo Prada. L’eventuale “passo indietro” non può che far bene all’immagine del Team e al Brand italiano, mettendo in mostra quella dose di stile e fair play sicuramente assente nella squadra a “Stelle e Strisce”.
Chiudo con una citazione che tutti gli appassionati di Vela vorrebbero recapitare agli impavidi marinai di Luna Rossa: “La barca è più sicura nel porto. Ma non è per questo che le barche sono state costruite.” Paulo Coelho