Il prossimo lunedì a Strasburgo il Parlamento europeo aprirà nuovamente i suoi battenti per la prima sessione plenaria dopo la pausa estiva. Tanti i temi all’ordine del giorno che saranno oggetto di dibattito e votazione da parte dei 751 deputati europei impegnati per quattro giorni nel capoluogo alsaziano a cominciare dall’allocuzione del Presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker, che illustrerà, mercoledì mattina, i risultati raggiunti finora dall’esecutivo, da lui presieduto, indicando poi, gli obiettivi programmatici per il 2016, passando per la spinosa questione relativa alla clonazione di tutti gli animali da allevamento fino ovviamente alla discussione sulla crisi dei rifugiati e dei migranti alla presenza dell’Alto Rappresentante Mogherini.
Tra le varie relazioni portate al voto, una in particolare è di notevole interesse e di estrema tangibilità per l’opinione pubblica in quanto riguarda l’Iniziativa dei cittadini europei (ICE) sul Diritto umano all’acqua e ai servizi igienico-sanitari. Come noto, il sistema dell’iniziativa dei cittadini europei che consente agli stessi di chiedere alla Commissione di proporre leggi in settori di sua competenza dopo aver raccolto un milione di firme provenienti da almeno un quarto degli Stati membri rappresenta uno strumento di democrazia partecipativa introdotto dal 1° aprile 2012 mediante il Trattato di Lisbona al fine di consentire ai cittadini di contribuire a plasmare la politica dell’Unione.
Il testo proposto mediante l’inziativa europea Right2water sottoscritta da 1.884.790 firme e fatto proprio dalla Commissione Ambiente del Parlamento europeo chiede alla commissione di presentare proposte legislative, tra cui una revisione della direttiva quadro sulle acque dell’Ue, al fine di riconoscere che l’accesso all’acqua è un diritto fondamentale, pertanto non una merce ma un bene comune. Essendo i fornitori di acqua erogatori d’interesse generale, tali servizi, quali l’accesso all’acqua potabile e ai sistemi igienico sanitari, dovrebbero essere esclusi in modo definitivo dalle regole del mercato unico dell’UE e trattati come diritto umano in un quadro giuridico in cui i servizi idrici siano esclusi dai processi di liberalizzazione.
Come noto in Europa circa due milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, a questo si aggiunge la minaccia dell’interruzione del servizio per migliaia di persone a basso reddito che non sono in grado di sostenere i costi della fornitura idrica. Pertanto è compito e responsabilità dello Stato fornire questi servizi essenziali ai suoi cittadini
L’auspicio è che il Parlamento possa inviare un messaggio forte alla Commissione Europea al fine di non deludere le aspettative della grande massa di cittadini che si sono mobilitati, utilizzando il nuovo strumento dell’ICE, inteso a rendere l’Unione Europea più partecipativa e più accessibile alla gente e di non allargare ulteriormente il divario tra i tecnocrati di Bruxelles e i cittadini europei.