In Florida, a Parkland, l’omicidio premeditato di un diciannovenne nel liceo da cui era stato espulso per cause disciplinari ha ucciso 17 persone e ne ha ferite 15. Il giovane, conosciuto come soggetto malato, è stato catturato 20 minuti dopo la strage, interrogato ed incriminato con 17 capi d’accusa. Dal 2000 ad oggi si contano negli Stati Uniti più di 40 active-shooter, di cui ricordiamo il peggiore, avvenuto nel 2012 in una scuola elementare del Connecticut, dove morirono 23 persone, tra cui molti studenti.
A Troia, in provincia di Foggia, un uomo di 47 anni uccide la moglie con una decina di coltellate e tenta il suicidio ferendosi al petto dopo l’ennesimo litigio, mentre erano presenti in casa i figli minori. A Rende, in provincia di Catanzaro, un uomo ultracinquantenne uccide la moglie e i due figli maggiorenni con un’arma da fuoco, suicidandosi dopo aver commesso la strage.
Questa è cronaca della settimana appena trascorsa, esempi di ordinaria follia che non hanno una risposta. Se nel caso di Nikolas Cruz siamo di fronte a un giovane disturbato che premedita la strage, nei casi delle due famiglie italiane di Troia e di Rende non vi sono motivi a noi conosciuti perché si possa dare una spiegazione a quanto è successo. Ci si chiede cosa spinga un uomo ad uccidere altri uomini, addirittura i propri familiari, e a compiere il gesto estremo del suicidio. Tante sono le risposte che si potrebbero accampare, ma la cosa più probabile è che la depressione – costituita da solitudine, malattia, paura e frustrazione – sia la causa principale dei suicidi, e si potrebbe aggiungere molto altro ancora.
Ci viene da pensare di voler raggiungere posti lontani e oasi felici dove si viva bene: nei Paesi scandinavi, per esempio, in quei posti freddi dove il benessere predomina. Ma, negli ultimi tempi, il tasso di suicidi si è alzato anche in questi luoghi ambiti; e allora ci si interroga ancora sulla depressione dovuta alla solitudine umana. Questi Paesi contano più single che altrove, i quali vivono in modo solitario.
E se l’isolamento porta al suicidio, i casi in cui familiari si uccidono tra loro fa cadere questa tesi. Qual è il male dell’anima che ci fa sferrare odio sui nostri congiunti o su noi stessi? Gli assassini sono sempre persone che hanno sofferto molto, ed è una psicosi l’omicidio seriale: ne parlava il più antico dei dottori, Ippocrate, sostenendo giustamente che l’aspetto particolare della sofferenza si chiama disturbo mentale. Gli antichi popoli aztechi uccidevano con riti propiziatori altri uomini, ma non erano definiti pazzi. Le streghe del Medioevo venivano messe al rogo, ma questo ai sacri inquisitori era consentito. I crociati alla volta di Gerusalemme uccidevano con una croce al petto ed erano eroi che militavano la Guerra Santa. L’Isis uccide per onorare il proprio dio e sosteniamo che questo sia fanatismo. Parliamo in ogni caso di psicosi proiettando ossessioni, fobie e paure. Il pazzo è colui che mostra segni evidenti di squilibrio, sebbene la mente sia un grande mistero. Ma l’uomo è anche un animale dotato di istinto ed è un animale sociale che segue le regole, preferendo scegliere, per dovere, la coscienza anziché l’istinto.