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L’URBANISTICA NELLE DIVERSE REALTÀ

Ogni Paese ha la sua storia e la sua civiltà e, nonostante l’era della globalizzazione e della tecnologia avanzata abbia portato un livellamento generalizzato dello status sociale ed economico, permangono le diverse concezioni di sviluppo, crescita e di evoluzione sociale; ciò è dovuto, certamente, alle radici e alla estrazione storico-sociale di civiltà diverse e, quindi, al radicamento di concezioni più o meno liberiste-libertarie o, al contrario, più restrittive e vessatorie. Questa diversità si ripercuote su tutti gli aspetti del vivere quotidiano, perché si instaurano condizioni storico-politiche, economiche, sociali che, ispirate alle diverse concezioni suddette. Nella fattispecie, anche l’urbanistica risente di tali differenti prospettive, per cui gli assetti e gli arredi dei centri urbani (soprattutto nelle Metropoli), nelle diverse realtà, evidenziano un modo di intendere e programmare “il vivere quotidiano” delle comunità, in modo tipico della propria civiltà che, contestualmente alla conformazione topografica naturale di ogni territorio, possono essere ritenute e giudicate di degrado, di particolare pregio storico architettonico, di ispirazione modernistica o funzionale sotto l’aspetto logistico e tutela ambientale. Le problematiche determinanti (oltre ad altri parametri importanti) per la programmazione e definizione degli strumenti urbanistici, soprattutto nelle realtà di avanzato sviluppo sociale-economico-culturale, sono il giusto equilibrio e dimensionamento degli spazi e delle volumetrie da destinare alla cosiddetta “cementificazione” e al “verde”, nonché la correlativa viabilità adeguata, che non determini congestione del traffico e rischio per la tutela dell’ambiente.

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Sono queste le peculiarità che si intrecciano con le decisioni degli organismi istituzionali locali e centrali di ogni Paese, da cui si evince la capacità di programmare e decidere nel merito, lo sviluppo urbanistico, nel rispetto dei vari parametri, nonché degli usi e costumi della propria realtà. Da ciò si evidenziano le diverse concezioni di sviluppo e della propria identità (come già accennato), nonché la capacità di perseguire determinate prospettive, pur nel rispetto delle problematiche sostanziali e, dei corrispettivi parametri degli strumenti urbanistici, nel miglior modo possibile. E allora, giusto per rendere più agevole la percezione di tali diversità, è opportuno citare alcune realtà, diverse dalla nostra, in una panoramica virtuale di largo giro internazionale. Nel nostro Paese i parametri da rispettare sono tanti, di cui alcuni legittimi e importanti sotto l’aspetto puramente logistico ed altri, invece, tendenzialmente vessatori e anacronistici; a ciò si aggiunge la complessità dell’iter burocratico per l’espletamento delle relative autorizzazioni da parte degli organismi preposti, provocando allungamento dei tempi, nonché impedimenti inutili e controproducenti. Pur riconoscendo l’importanza di taluni regolamenti, inerenti agli strumenti urbanistici, sarebbe opportuno rapportare il nostro sistema con quello di altri luoghi nel mondo, dove lo sviluppo urbanistico punta tendenzialmente “all’ originalità e alla bellezza”, al fine di produrre un’attrattiva turistica e, quindi, crescita sociale, economica, culturale, nonché benessere e agiatezza, di cui è sempre meglio godere, anziché passivamente e tristemente desiderare. Le realtà esemplari sotto questo aspetto sono facilmente riscontrabili in alcune grandi metropoli internazionali: New York, Tokyo, Hong Kong, Shanghai, che hanno avuto forse un’espansione un po’ esagerata della “cementificazione”, ma con tanti servizi e infrastrutture; Dubai, che è una metropoli creata nel deserto e sul mare, dove tutto è da record e privato; Singapore (città Stato), che, probabilmente, è il posto più attrattivo, perché contestualmente ai grandi fabbricati, di bell’aspetto, c’è anche tanto verde, con grandi parchi, tra un grattacielo e l’ altro, molteplici piani interrati per parcheggio, tutto funzionale e curatissimo. Impossibile non menzionare anche Copenaghen, capitale della Danimarca, che ha adottato un sistema davvero innovativo e singolare per risolvere il problema della congestione del traffico cittadino e, contestualmente, migliorare l’equilibrio e la tutela ambientale, nonché rendere più gradevoli e meno onerosi gli spostamenti dei cittadini: la circolazione sul mare, attraverso specifici canali predefiniti, con mini barche e canoe, mono-biposti (chiamate “yakey”), alimentate con energia solare, in alcuni casi in uso gratuito, per chi raccoglie e consegna bottiglie di plastica riciclabile per la realizzazione delle stesse barche e canoe; e, ancora, bar, posti ristoro, ristoranti, luoghi di intrattenimento, sempre sul mare; così la vita per i cittadini scorre davvero piacevolmente.

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Si potrebbero elencare tanti altri posti di tale valenza ma è meglio fermarci qui per non rischiare di seminare invidia verso gli altri, mentre la nostra realtà è ben diversa. Auguriamoci, invece, un futuro migliore, tenendo conto, purtroppo, della nostra dimensione sociale, economica, politica. Poiché la speranza è l’ultima a morire, l’auspicio è quello che ciascuno, a cominciare dai nostri politici amministratori, faccia qualcosa di buono, per migliorare, nei limiti del possibile, la nostra condizione e credibilità. Facciamolo con un look più raffinato, ricordandoci che una volta la nostra fama nel mondo, nonostante il disagio economico di allora, era quella di “Bel Paese”.

Data:

24 Marzo 2021