M5S sempre più partito: verso segreteria politica
(Ileana Sciarra) – Era un tabù, ha smesso di esserlo. E ora che il voto in Abruzzo ha punito il M5S alle urne, nei piani alti grillini si ragiona sulla necessità di dotare il Movimento, a quanto apprende l’Adnkronos, di una vera e propria segreteria politica. L’idea – che in realtà circola già da qualche anno in seno ai 5 Stelle, ma che dopo lo stop del voto in Abruzzo ha trovato nuova linfa e ora sembrerebbe a un passo da trovare concreta realizzazione – viene però smentita dai vertici pentastellati, nonostante sia stata riferita all’Adnkronos da fonti di primo piano del Movimento.
La segreteria avrebbe una divisione per aree tematiche, ruoli ben definiti e una strutturazione che renderebbe il Movimento più vicino ai partiti tradizionali. E che, proprio per questo, starebbe trovando qualche resistenza in ambienti milanesi, in particolare in quel Davide Casaleggio ’custode’ del dogma del partito fluido tanto caro al padre, Gianroberto. Un’altra variabile da tenere in considerazione, di non poco conto, è costituita poi da Beppe Grillo, che del M5S è pur sempre il garante. Ma nel Movimento cresce la convinzione che Luigi Di Maio abbia bisogno di una struttura più articolata alle spalle: “Così è troppo solo”, il ragionamento che rimbalza con forza in queste ore. Tanto più che con gli impegni istituzionali e di governo il Movimento fa fatica a comunicare al suo interno, e il rischio di cortocircuiti potrebbe essere tenuto a bada solo dotandosi di una struttura vera e proprio. Dunque referenti che rispondano per determinati temi e aree di competenza: in sintesi una vera e propria segreteria politica. Che i 5 Stelle – c’è da scommetterci – si guarderanno bene da definire in questo modo. Anche perché l’ipotesi che prende quota si accompagna a un altro dogma del M5S pronto a cedere: l’apparentamento con le liste civiche, finora bandito nel Movimento e ormai ipotesi sempre più sul tavolo.
Intanto però si ragiona sulla struttura che potrebbe costituire la nuova ossatura del Movimento: da un lato, spiegano fonti autorevoli all’Adnkronos, c’è chi spinge per una versione più leggera – linea che sembra al momento prevalere – dall’altro chi vorrebbe un assetto ben più marcato e definito. Si tratterebbe, comunque, della prima compagine di cui si dota il M5S dopo il direttorio nato -per volontà di Grillo e Casaleggio e tra le proteste della base e degli eletti- nel novembre 2014 e naufragato due anni dopo a causa delle divergenze interne sorte per vicende legate al Campidoglio.
Salvini incontra i pastori: “Lavoro per soluzione entro 48 ore
“Lavoro per una soluzione entro 48 ore per restituire dignità e lavoro ai sardi“. Lo dice il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che oggi ha incontrato al Viminale una delegazione di allevatori sardi della Coldiretti guidati dal presidente Ettore Prandini. Alla riunione era presente anche il sottosegretario all’Agricoltura Franco Manzato.
Tra gli altri impegni, ci sono gli interventi di sostegno per le perdite economiche (legate alla mancata produzione e ai bassi prezzi) e la sospensione delle attività del Consorzio, sospensione finalizzata all’approvazione del nuovo piano di produzione. Un pacchetto di iniziative che servirà anche a rasserenare il clima sull’isola. All’incontro anche una delegazione di olivicoltori pugliesi: Salvini e Manzato si sono impegnati a trovare soluzioni per i danni provocati dalle gelate e dalla xylella. Un nuovo tavolo sulla protesta dei produttori sardi si terrà giovedì 14 febbraio al Viminale, con associazioni di categoria, governo e produttori.
“Costi gonfiati”, commissario Tav all’attacco
’’Lo studio in questo momento da farsa corre il rischio di trasformarsi in truffa. Certo, devo leggere ed esaminare ancora bene le carte, ma ci sono oggettivi elementi di debolezza: costi gonfiati, benefici sottodimensionati e le accise come elemento centrale’’. E’ netto il giudizio di Paolo Foietta, il commissario straordinario per la Tav Torino-Lione in carica fino a giovedì prossimo, sull’analisi costi-benefici redatta dall’equipe del professor Ponti.
’’Mi riservo di studiare il documento con calma – dice all’Adnkronos – ma ritengo che per l’Italia i costi siano sovradimensionati di almeno 2,5 mld, il che vuol dire il 50% in più. E’ chiaro che se gonfio i costi è difficile produrre poi dei benefici. E alcune cose sostenute in questo studio sono assolutamente delle opinioni tra l’altro neppure condivise dal mondo scientifico, come quando si sostiene che l’Italia si risana aumentando le accise e togliendo i treni in modo che ci siano più incassi, un modo di procedere opposto a quello in cui sta andando il mondo’’. Uno studio che Foietta sottolinea non essere stato condiviso da tutti se è vero che ’’Coppola alla fine non lo ha firmato e se alla fine lo studio è fatto a immagine somiglianza del principe’’.
Nell’analisi costi benefici, ha poi continuato Foietta, ’’nonostante tutti i warning e gli avvisi che sono stati mandati c’è stata una maggiorazione dei costi, sono stati sottovalutati i flussi e ridotti o quasi azzerati i benefici di carattere ambientale del trasferimento modale, spesso utilizzando dati molto vecchi, del 2011, e non i dati che sono stati messi a disposizione dall’Osservatorio qualche mese fa’’.
’’Se questo è stato fatto per sbaglio o per colpa lo valuteremo. E’ chiaro, e di questo non possiamo che prenderne atto, che questo risponde all’esigenza del committente, ovvero costruire una relazione tecnica che dicesse che la Torino-Lione non s’ha da fare’’, ha proseguito Foietta che dopodomani concluderà il suo mandato che è scaduto a fine anno ma è stato prorogato per legge 45 giorni, poiché non si era provveduto a una nuova nomina.
’’Giovedì si conclude la mia avventura – ha sottolineato – gli scatoloni sono già pronti, in parallelo oggi ci hanno comunicato che il personale che lavorava con me dal 15 febbraio rientra nelle amministrazioni di provenienza, quindi la struttura è stata sciolta. La scelta che è stata fatta, quindi – ha concluso Foietta – è stata di chiudere un’esperienza che ritengo utile e forse unica di 12 anni’’.
LA REPLICA DI PONTI – Il commissario straordinario per la Tav, Paolo Foietta, “è pagato, perde lo stipendio, è umano. Ed è comprensibile che sia molto nervoso”. Lo ha detto all’Adnkronos Marco Ponti, capo della commissione per l’analisi costi-benefici della Tav e professore in pensione di Economia applicata al Politecnico di Milano, rispondendo a Foietta. Il commissario straordinario, ha continuato Ponti, “non è un economista e non fa questo tipo di analisi costi-benefici. Ma qualche cautela in più da una persona che è in palese conflitto di interessi la userei“.
L’ordine di grandezza dei costi e delle previsioni del traffico della Tav Torino-Lione “li conoscevo ben prima di fare questa analisi, come li conoscevano tutti. E io non ero, come non lo era nessuno dei miei collaboratori, un No Tav ideologico, ero un No Tav vedendo i costi e il traffico”, ha continuato Ponti, rispondendo alle critiche secondo cui il gruppo di lavoro sull’analisi fosse composto solamente da tecnici contrari alla Tav. “Chi fa il mio mestiere vede i costi e il traffico di un’opera e se costa cara e passa poco traffico generalmente la risposta è ’no’. Poi bisogna approfondire”. Ma per la Tav, ha aggiunto, “tendenzialmente i numeri erano piccoli e i costi erano tanti“.
Sulla Torino-Lione “sembra che l’Italia sia impazzita. La Tav – spiega ancora Ponti – si è caricata di significati metafisici, che non si possono chiamare politici” e la politica e l’opinione pubblica si sono “troppo radicalizzate sull’opera“. La divisione della politica e dell’opinione pubblica su alcune grandi opere “non è un male solo italiano. E’ successa una cosa simile a San Francisco, quando ero lì, per un ponte sulla baia, o nel Regno Unito con la nuova linea Londra-Edimburgo, su cui, sempre su un’analisi costi-benefici, l’opinione pubblica si è molto radicalizzata”, ha sottolineato Ponti. Sono cose che succedono: l’opinione pubblica si radicalizza su alcuni temi e si perde il lume dell’intelletto. Non è un male solo italiano e questa è l’unica piccola consolazione, però rimane una follia”.
Ad ogni modo, “l’ultima decisione deve essere politica. La nostra posizione, etica, è che non è corretto non fare i conti. Poi i conti non sono la ’Verità’, ma non si possono non fare per ragioni di trasparenza democratica”. Oltre ai conti, per i decisori politici, “ci sono anche i vincoli internazionali” che riguardano l’opera. Come gruppo di lavoro sui costi-benefici, ha continuato Ponti, “noi rispondiamo a parte della domanda che ci è stata rivolta dal ministro, che è: ’i costi dell’opera superano i benefici o no?’. E noi abbiamo cercato di dare una risposta a questa domanda al meglio della nostra professionalità. Ma non pretendiamo di avere la sfera di cristallo né che la decisione ultima sia basata sui conti. Siamo più contenti se lo è”. I conti “non guardano il futuro, non sono la sfera di cristallo, ma sono la miglior cosa che si possa fare”.
Ponti ha sottolineato che “sul tavolo ci sono 132 miliardi di euro di opere non valutate dall’amministrazione precedente, ma giudicate strategiche per ragioni non note“. L’ex ministro delle Infrastrutture, Graziano Del Rio, “ha messo in moto l’operazione di fare i conti, ha stabilito le linee guida basate sull’analisi costi-benefici, ma poi non ne ha fatto neanche una. E questo risulta inspiegabile”.
TAJANI, ’NON BUTTARE SOLDI PER 5 ESPERTI CAPRICCIOSI’– “Per quanto mi riguarda la Tav Torino-Lione è un’opera prioritaria” ha detto il l presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, a Strasburgo. “Ritengo che quei soldi debbano essere investiti bene e non buttati al vento perché cinque capricciosi esperti No Tav hanno detto che non bisogna farla”.
Big renziani in lista per Martina
Luca Lotti a Empoli, Andrea Marcucci a Lucca e poi Simona Malpezzi a Milano, Alessia Morani a Pesaro e forse anche Lorenzo Guerini a Lodi. I renziani che sostengono Maurizio Martina al congresso sarebbero pronti a scendere in campo in prima persona, a quanto apprende l’Adnkronos, guidando le liste alle primarie del 3 marzo. Sono in corso riunioni e ancora i dettagli vanno definiti ma sarebbe questo l’orientamento di fondo.
Dunque big in campo per portare voti a Martina e per ’pesare’ in assemblea. Perché se Nicola Zingaretti non raggiungerà il 50% ai gazebo sarà lì, in assemblea, che verrà eletto il nuovo segretario e il peso dei delegati di Martina (e anche di Roberto Giachetti) sarà determinante. Parlamentari capolista nelle regioni in cui i renziani sono forti e invece liste ad hoc nelle regioni del Sud, quasi sicuramente in Campania, dove dovrebbero esserci due liste collegate alla candidatura di Martina.
Al lavoro sulle liste che andranno consegnate entro le 18 del 15 febbraio, anche Giachetti e Zingaretti. Con il governatore del Lazio non ci saranno big. “I nostri candidati -spiega Paola De Micheli che si sta occupando della composizione delle liste- saranno tutti della società civile e dei territori”.
Berlusconi: “Italiani fuori di testa”
’’Il signor Di Maio che cosa ha fatto?’’, ’’Di Battista chi è?’’. Show in tv di Silvio Berlusconi contro i Cinque stelle. Ospite di ’Pomeriggio Cinque’, su Canale 5, il Cav va all’attacco di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. L’ex premier esordisce con una serie di domande rivolte al pubblico in sala, agli italiani che lo guardano in diretta: ’’Che cosa ha fatto il signor Di Maio? Ditemelo voi… Di Maio dove ha studiato? Quanti esami ha superato con 30 e lode? Quante lauree ha preso? Dove ha lavorato? E gli diamo in mano l’Italia? Siete tutti pazzi…“. Il presidente di Forza Italia se la prende con il popolo italiano che ha votato i grillini consentendo a Di Maio di sedersi nella ’stanza dei bottoni’, a palazzo Chigi: ’’Gli italiani sono usciti di testa, siamo un popolo di matti, chiaro?’’. Concetto ribadito anche quando parla di quanti lo votano: “Mi conoscono tutti, mi è difficile andare per strada perché mi chiedono foto, mi fermano… e poi? Sa quanti mi votano? Cinque o sei italiani su cento. Mi sembra che gli italiani sono fuori di testa“. Riguardo all’esecutivo, “non voglio entrare nel caos creato da questi qui. Il governo è una macedonia impazzita, stiamo diventando tutti più poveri…’’ scandisce il leader azzurro.
Berlusconi lancia un affondo anche nei confronti di Di Battista: ’’Devo intervenire, non mi invitate mai nelle vostre tv, mentre ho visto Di Battista, ma scusi Di Battista che cosa è? E’ colpa di Confalonieri… Ho incontrato Confalonieri e gli ho detto ’non ti saluto più, perché sei presidente di una tv che non mi invita mai…’’’. Barbara D’Urso, che per tutta la durata dell’intervista da del ’tu’ all’ex premier, ci resta male per la ’ramanzina’: ’’Ma sei sempre impegnato, perché dici ’vostre tv’?”. Pronta la replica del Cav: ’’Le vostre, le vostre di voi che le fate, che invitate Di Battista, questo e quell’altro, scusate ma Di Battista cos’è? Non ho detto che è colpa tua, ma di Confalonieri…”. Il botta e risposta continua. Ad un certo punto, D’Urso cerca di interromperlo e Berlusconi la stoppa: ’’Lasciami finire, poi parli solo tu…’’. La conduttrice ribatte: “Parlo solo io, non ci crede nessuno…’’.
Dopo la vittoria in Abruzzo del centrodestra a trazione salviniana, il Cavaliere rivendica il peso politico nella coalizione di Forza Italia. “Il centrodestra unito ha vinto tutte le elezioni dopo il 4 marzo. E’ l’unica soluzione per l’Italia – rimarca – E non c’è maggioranza senza Forza Italia, l’unica depositaria di tutti i valori dell’Occidente’’.
Il leader di Forza Italia rivela di aver “già preso in affitto un appartamento a Bruxelles, forse lo comprerò. Questo dimostra quali siano le mie intenzioni: lavorerò tantissimo. Voglio andare in Europa per cambiarla’’. Berlusconi parla anche della Tav. “L’analisi costi-benefici è piena di sciocchezze“, afferma, è “costruita apposta per dare ragione al M5S”. “Bloccare la Tav – avverte ancora – significa perdere 50mila posti di lavoro’’.
Dall’ex premier arriva infine una stroncatura delle canzoni di Sanremo: ’’Tutte boiate…’’. Il Cavaliere risponde in maniera tranchant quando Barbara D’Urso gli chiede se gli è piaciuto qualche brano: ’’No, sono tutte boiate. Io scrivo canzoni, il confronto con le mie è 100 a 5… Non c’è n’è nessuna che mi è piaciuta“.