La Camera dei Deputati ha dato il via libera alla riforma costituzionale per la separazione delle carriere dei magistrati con 174 voti a favore, 92 contrari e 5 astenuti. Questo è solo il primo dei quattro passaggi previsti, con il testo che ora passa all’esame del Senato. La riforma ha ricevuto il sostegno dei partiti della maggioranza e di alcune forze dell’opposizione come Azione e Più Europa, mentre Italia Viva si è astenuta e Pd, M5S e AVS hanno votato contro.
Reazioni e Commenti
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha definito questa giornata “storica”, affermando che è un sogno che coltiva da trent’anni. Ha sottolineato che la separazione delle carriere non è un vulnus alla democrazia, citando esempi di paesi come la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, dove le carriere sono separate.
Andrea Delmastro delle Vedove, deputato di Fratelli d’Italia e sottosegretario di Stato alla Giustizia, ha dichiarato che il voto rappresenta uno snodo epocale e un primo passo verso una giustizia più liberale che realizzi il giusto processo e la parità processuale. Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, vicepremier e ministro degli Esteri, ha affermato che la riforma aumenta le garanzie per i cittadini e rende più efficiente il sistema giudiziario.
Dedica a Berlusconi
Tajani ha dedicato questo successo a Silvio Berlusconi, sottolineando che l’approvazione della riforma costituzionale rappresenta uno dei punti cardine del programma di Forza Italia. Anche Francesco Paolo Sisto, viceministro alla Giustizia, ha definito l’approvazione in prima lettura una grande vittoria per Berlusconi, Forza Italia, il centrodestra, il Parlamento e tutti gli italiani liberi.
Critiche e Preoccupazioni
Nonostante il sostegno di alcune forze politiche, la riforma ha suscitato critiche e preoccupazioni. Antonio D’Alessio, deputato di Azione, ha espresso amarezza per la mancanza di serenità nel dibattito parlamentare e ha criticato l’atteggiamento di chiusura del governo. Federico Cafiero de Raho, deputato del Movimento 5 Stelle, ha avvertito che la riforma altera i rapporti tra politica e magistratura, abbassando il livello di tutela dei cittadini.
Debora Serracchiani del Pd ha criticato la riforma, definendola un indebolimento del potere giudiziario e accusando la maggioranza di non aver cercato il massimo accordo. L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha ribadito la sua profonda preoccupazione per una riforma che mette a rischio l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, affermando che non migliora il servizio giustizia e toglie garanzie a tutti i cittadini italiani.
Conclusioni
La riforma costituzionale per la separazione delle carriere dei magistrati ha superato il primo ostacolo alla Camera dei Deputati, ma il percorso è ancora lungo. Le reazioni sono state contrastanti, con alcuni che vedono la riforma come un passo verso una giustizia più equa e altri che temono un indebolimento del sistema giudiziario. Il dibattito continuerà ora al Senato, dove si deciderà il futuro di questa importante riforma.