Una telecamera nascosta ha ripreso tutto, rendendo nota la triste vicenda accaduta a Varedo, in provincia di Monza. Una maestra delle elementari vessava i bambini che le erano stati affidati, dell’età compresa dai 4 a 6 anni. Strattonamenti, schiaffi, minacce che terrorizzavano i bambini, costretti a stare immobili e con le braccia conserte per tutto il giorno. Violenze fisiche e psicologiche, a cui i piccoli erano sottoposti quotidianamente.
L’indagine è partita dalle segnalazioni del dirigente scolastico ed è stata portata avanti dai carabinieri di Desio (Monza). La donna, di 45 anni, è stata condannata ai domiciliari e durante l’arresto nella sua abitazione non ha risparmiato insulti ai carabinieri, aggiungendo alle altre accuse quella di oltraggio a pubblico ufficiale.
“La condotta violenta, consistente in strattonamenti e schiaffi, verbalmente aggressiva, prevaricatrice e inducente una condizione di timore, di sottomissione e di continua costrizione, posta in essere dall’insegnante nei confronti dei bambini“: queste sono le parole riportate nell’ordinanza, dopo diverse intercettazioni.
Alcuni bambini hanno raccontato di non aver avuto il permesso di andare in bagno. Un altro sarebbe stato costretto ad asciugare l’acqua di un bicchiere rovesciato dalla stessa maestra.
Tanti i precedenti simili a questa terribile storia di maltrattamenti; l’ultimo si è registrato in un asilo di Susa, in Piemonte, appena tre mesi fa. Sono episodi che dimostrano come i docenti non debbano possedere esclusivamente capacità didattiche, ma che debbano in primis essere dei buoni educatori, per poter aiutare a crescere nel migliore dei modi i propri alunni. Dovrebbero far uso di note disciplinari, con annessa convocazione dei genitori, senza dover ricorrere a maltrattamenti fisici e verbali, che sono da condannare in qualunque caso. Il fine del docente non può giustificare i mezzi. Essendo la scuola, oltre alla famiglia, una delle prime istituzioni in cui entra a far parte l’individuo, essa dovrebbe provvedere alla tutela e alla cura dei bambini. È molto importante partire da questi presupposti per capire quanto sia importante il ruolo della scuola, oltre al grado di istruzione che è in grado di rilasciare. I genitori che affidano i propri figli ad un asilo, una scuola elementare, media e anche superiore necessitano di essere rassicurati sulla massima professionalità degli educatori impiegati, al fine di evitare episodi spiacevoli come quello di Varedo, che a lungo andare rischiano di minare psicologicamente chi ne rimane vittima.
Attualmente, cresce la sfiducia delle famiglie, genitori e figli, nei confronti della scuola, che in molti casi non si è dimostrata all’altezza del suo compito di tutelare le nuove generazioni da abusi e bullismo (perché di questo si tratta). Questo è il fondo comune che lega la vicenda di Varedo ad altre storie di ragazzi e bambini, vittime di vessazioni nelle scuole sia da parte di docenti che di coetanei. Questo fondo comune può solo portare le coscienze a riflettere, al fine di attivarsi per dei cambiamenti profondi, in cui la parola “educare” possa creare sempre più una solida base per l’istituzione scolastica e, soprattutto, per la nostra società.