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MANUEL DI SANTO

Oggi vi racconto una storia che dimostra che in questa Italia dei compromessi e delle raccomandazioni è ancora possibile emergere con le proprie forze e i propri talenti.

A Manuel Di Santo avevo già dedicato un’istantanea quando, con la sua preparazione e il suo talento provava a conquistare il lavoro che sognava.

A novembre dello scorso anno si recò a fare un’audizione indetta da Maurizio Colombi, regista di decine di musical di successo.

Pochi giorni dopo ricevette la fatidica telefonata che gli annunciava che era stato scelto come protagonista di “Elvis the Musical”.

Sono amico di Manuel e ne conosco molti aspetti ma gli ho posto delle domande per voi.

Manuel con il regista Maurizio Colombi.

  • Ci descrivi che cosa è successo in quei giorni e come li hai vissuti?

In sintesi potrei dire che è stato tutto un succedersi di stati d’animo diversi.

Ho affrontato il provino senza illusioni, ho cercato solo di dare il massimo di me.

Mi sentivo sostenuto dalla mia lunga esperienza di danzatore, dalla pratica che avevo acquisito cantando il repertorio di Elvis ma mi sembrava un gioco, un’avventura strana.

Non pensavo alla ragione per cui mi trovavo su quel palco davanti a 3 persone che volevano esaminarmi.

Poi sono tornato a casa e pian piano mi rendevo conto che era in ballo qualcosa di importante e ho cominciato ad aspettare una risposta che si è fatta attendere solo due giorni.

Avrei interpretato il ruolo di Presley in un musical dedicato a lui da un famoso regista.

Poi è cominciata a crescere una tensione dovuta alla sensazione che ero entrato in un vortice più forte di me.

Pochi giorni dopo mi ritrovavo in un teatro di Monza a provare con una scadenza molto ravvicinata della prima teatrale.

Ballare, cantare e recitare molte ore al giorno perché il risultato doveva essere perfetto.

La notte del 31 dicembre per me ha significato non solo un cambio di anno ma di vita.

Finalmente sul palcoscenico di un teatro prestigioso come il Fraschini di Pavia ad interpretare un artista di cui conosco quasi tutto. E dovevo trasferire al pubblico le emozioni che io avevo da lui ricevuto.

Platea e palchetti stracolmi di gente, la tensione al massimo prima di entrare in scena e, quando arriva il primo applauso a scena aperta, sentire l’adrenalina invadere il corpo…. Wow…. Mi stai facendo rivivere quei momenti….

Finora tutte le tappe del tour hanno registrato il tutto esaurito.

  • Ti sei abituato ad avere tanto pubblico ogni sera?

Tanto pubblico inizialmente sembra intimorire, ma al primo applauso che ricevo è come se mi riversasse addosso la forza e la spinta a dare il meglio di me.

E allora scatta il piacere di vivere una favola in tutti i sensi.

Beh, forse si, mi sto abituando e sto dando per scontato un pubblico in gran numero.

  • Questo musical ti impegna completamente o fai anche altro?

Mentre c’è il tour del musical sto provando il mio concerto che porterò nei teatri da ottobre. Sarà il mio show dedicato a Elvis con una band di ottimi professionisti e una regia da vero e proprio show.

Da vari anni mi sembra che gran parte dei giovani seguano un certo tipo di musica che mi appare abbastanza ripetitiva e che li rendi tutti uguali.

È come se avessero accettato di uniformarsi ad un unico modo di vivere la loro espressività e la loro gestualità.

  • Tu non ti senti diverso da questa “moda”? e questo non comporta qualche problema con quelli della tua età?

Di essere diverso me ne sono accorto ovviamente, ma se essere fuori dalle mode giovanili attuali significa seguire i propri gusti e fare ciò che si desidera fare, allora mi sta bene così.

Anzi inviterei i miei coetanei ad avere il coraggio di rinunciare ad adeguarsi per far emergere la propria personalità, per soddisfare ciò che realmente si desidera e non ciò che si è costretti a dimostrare che piace e che si desidera.

Ognuno è diverso dall’altro; ci si può ritrovare a condividere degli aspetti della vita, dell’arte… ma non si può rinunciare alla propria individualità.

Io certamente non rinuncio alla mia e non mi adeguo ai gusti correnti.

Il mestiere che hai scelto difficilmente dà garanzie per la vita.

  • Ne sei cosciente? E che deduzioni ne ricavi praticamente?

Si, ne sono cosciente. Ma sono anche cosciente che molti artisti lo hanno fatto per l’intera loro vita e quindi io voglio perseverare nel rendere ciò che sto facendo il mio lavoro.

Io credo che oggi i giovani badino di più alle apparizioni televisive o a raggiungere visibilità in un modo o nell’altro.

Ho conosciuto e parlato con artisti famosi e ho capito una cosa: se ti impegni, se accetti la fatica, se accetti di imparare, se non hai smanie di protagonismo, se sei paziente, educato e se hai disciplina, puoi farcela e puoi realizzare le tue aspirazioni. Il successo non si misura con la notorietà ma con la quantità di lavoro che hai perché ti scritturano, perché sei bravo.

E io desidero semplicemente lavorare e non ho come obiettivo la fama e il denaro.

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Data:

21 Aprile 2024
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One thought on “MANUEL DI SANTO

  1. Caro Giacomo, ho conosciuto Manuel tramite te,anche se solo per cinque minuti ed il suo sguardo sorridente da bravo ragazzo, come di chi ha appena scartato il proprio regalo di Natale,mi ha colpito. I suoi occhi brillano, non riesce a contenere la sua gioia: era proprio il regalo che aspettava! Come non essere felici per lui? Un famoso regista di musical,Maurizio Colombi, lo ha scelto per essere il protagonista: un giovane Elvis P. Siccome , finora ha sempre avuto il tutto esaurito nei suoi primi spettacoli, tu gli chiedi se si stia abituando ad una così grande partecipazione. Lui risponde che sì, un poco si, ma come si fa a farci l’abitudine ad una così bella favola? Mi piacque molto come definisti Manuel, l’anno scorso “un ragazzo che sta attraversando un momento di notorietà. Manuel, fai tesoro della saggezza di zio Giacomo. In campo artistico, si è come le rondini,a volte il cielo è azzurro e a volte è pieno di nuvole scure.

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