E’ stato emozionante l’incontro tra Maria Laura Annibali (nota al pubblico di IWP https://www.internationalwebpost.org/laltra-meta-del-cielo-donne-e-diritti/, ndr) e gli studenti del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale presso l’università la Sapienza di Roma.
In aula oltre agli studenti erano presenti i professori Francesca Comunello, Lorenza Parisi, Roberto Baiocco e l’architetta Silvana Calò.
E’ stato proiettato il terzo Docufilm di Maria Laura Annibali L’altra altra metà del cielo. Donne (2019), con la regia di Filippo Soldi, vincitore del Nastro d’argento 2023 per la sezione Documentari.
E’ il terzo di una trilogia iniziata nel 2008 con L’altra altra metà del cielo con la regia di Salima Balzerani e proseguita nel 2011 con L’altra altra metà del cielo…continua con la regia di Laura Valle, regista per 10 anni della trasmissione Harem su Rai 3. Tutti indagano il variegato mondo del lesbismo in tutte le sue accezioni presentando la ricchezza umana e la complessità di quel mondo.
Il terzo affronta in modo particolare alcune storie di transgender e, come giustamente ha sottolineato una studentessa, non si deve parlare più di transizione di genere ma affermazione di genere.
La visione e il dibattito seguente quindi è stato anche un momento di riflessione sul linguaggio che si evolve, si trasforma, perché anche attraverso questo avvengono piccoli, grandi cambiamenti.
E’ sempre interessante vedere e anche rivedere questi docufilm in cui Maria Laura Annibali intervista alcune donne che raccontano la loro esperienza, il loro vissuto rivelando le proprie identità e le proprie storie. Attraverso la forma narrativa dell’intervista si entra in una dimensione più intima e diretta che coinvolge lo spettatore in mondi per lo più sconosciuti e ignorati dalla cultura di massa.
E’ stato stimolante anche l’incontro tra le diverse generazioni presenti in aula: nel film le donne intervistate hanno un’età compresa tra i 40 e i 90 anni e gli studenti hanno apprezzato queste storie di donne che vengono presentate, forse per la prima volta, non con toni drammatici ma con leggerezza, spontaneità e sincerità.
Interessante infatti è stato l’intervento di una studentessa che ha sottolineato la speranza che ha provato in un futuro possibile per lei e i giovani della sua generazione, facendo riferimento a quelle donne mature, testimoni di una vitalità e gioia di vivere. Nonostante gli ostacoli che hanno superato, e forse attraverso quelli, sono diventate più forti e determinate. Un segnale di fiducia per un mondo migliore per i giovani in aula che hanno colto questo aspetto.
Gli studenti hanno scoperto ed incontrato, grazie a questo film, donne che hanno scelto di essere donne: Valentina, Isabel ed Helena, nate in un corpo maschile ma che hanno affermato la loro identità, ognuna seguendo percorsi diversi.
Donne per nascita: Anna, Edda, Paola e Stella.
Tutte donne determinate, orgogliose della propria diversità, ma unicità, tutte transitate tra consenso e rifiuto sociale, tra normalità e disubbidienza.
Attraverso il racconto di queste donne gli studenti hanno apprezzato le diverse sfumature dell’essere umano forse lontano dalle convenzioni, ma vicine alla realtà nei suoi diversi valori.. E come dice Edda Billi sarà un mondo migliore solo quando non ci saranno più etichette, ma saremo tutti classificati come esseri umani.
Grandi !!!