Financial markets yesterday placed bets on the European Central Bank (ECB) launching its own emergency bond-purchase programme before the end of the year in order to boost prices and growth in the weakening euro area.
The single currency slumped to $1.3198 yesterday, its lowest level against the dollar in almost a year, amid further poor economic data from the eurozone and signs that political dissent over the setting of macro-economic policy is bubbling over.
Speaking at the Jackson Hole central bankers’ summit in Wyoming last Friday, the ECB president Mario Draghi sent his strongest signal yet that it will follow the US Federal Reserve, the Bank of England and the Bank of Japan in launching a programme of quantitative easing. “The foreign exchange market has interpreted Draghi’s statement as meaning that broad-based asset purchases … [have] now become more likely,” said Lutz Karpowitz of Commerzbank. “We think the recent economic developments have increased the chance of outright QE as the next step,” said Philippe Gudin of Barclays.
The price of sovereign bonds of nations in the eurozone periphery rose in anticipation of an asset-purchase programme. Ten-year Portuguese bond yields – which move inversely with prices – fell 20 basis points to 3 per cent. Italian yields declined by 11 basis points to 2.46 per cent, while in Spain they fell 12 basis points to a record low of 2.239 per cent. Last week analysts at Citigroup predicted that the ECB will launch a $1 trillion asset-purchase scheme in December. Mr Draghi also surprised the markets when he told the summit last week: “It would be helpful for the overall stance of policy if fiscal policy could play a greater role alongside monetary policy, and I believe there is scope for this.”
Economists said this represented a significant change of tone from Mr Draghi, who has long urged member state governments to focus on deficit reduction and structural reform rather than stimulus. There are signs national politicians are also pushing for a change of course on fiscal policy. The French Government was dissolved yesterday after the Economy Minister, Arnaud Montebourg, called for an end to austerity measures and criticised the German Government’s “obsession” with spending cuts. A spokesman for Angela Merkel’s office was forced to deny there is any rift between Berlin and Paris. The new Italian prime minister, Matteo Renzi, has also voiced criticism of the deficit-reduction demands of Berlin and Brussels.
The latest reading from the German IFO Business Climate Index yesterday confirmed that the weakness of the eurozone has now gripped the core. The index fell to 106.3 in August, down from 109 the month before. The chief economist of the IFO Institute, Klaus Wohlrabe, said he was likely to cut the 2014 GDP growth forecast for Germany from 2 per cent to 1.5 per cent. The eurozone inflation rate fell to just 0.4 per cent in July, well below the ECB’s target of just below 2 per cent. Deflation has already taken hold in Greece, Portugal and Spain. Annual inflation was zero in Italy over the month. Figures for August will be released on Friday and the ECB will take a decision on asset purchases early next month.
I mercati si preparano alla riapertura dei rubinetti dei finanziamenti nell’eurozona.
I mercati finanziari hanno scommesso ieri sulla Banca Centrale Europea (BCE) affinché lanci un proprio programma di emergenza di acquisto di obbligazioni entro la fine dell’anno, al fine di aumentare i prezzi e la crescita nella debole zona euro. La moneta unica è crollata fino ad arrivare, ieri, a 1,3198 euro, il livello più basso di quest’anno contro il dollaro, in aggiunta agli scarsi dati economici della zona euro e i segni che il dissenso politico sull’impostazione della politica macro-economica è in pieno fermento. Parlando al vertice dei banchieri centrali del Jackson Hole nel Wyoming venerdì scorso, il presidente della BCE Mario Draghi ha mandato il suo segnale più forte ancora che seguirà la Federal Reserve, la Banca d’Inghilterra e la Banca del Giappone a lanciare un programma di allentamento quantitativo. “Il mercato dei cambi ha interpretato la dichiarazione di Draghi nel senso che gli acquisti di asset su larga scala… [sono] ormai diventati più probabili”, ha detto Lutz Karpowitz di Commerzbank. “Pensiamo che i recenti sviluppi economici abbiano aumentato la probabilità di assoluto QE come il prossimo passo”, ha detto Philippe Gudin di Barclays. Il prezzo delle obbligazioni sovrane delle nazioni nella zona periferica dell’euro zona è salito in previsione di un programma di acquisto di asset. I rendimenti dei titoli portoghesi a dieci anni – che si muovono inversamente ai prezzi – è sceso di venti punti base, al 3 per cento. I rendimenti italiani sono diminuiti di 11 punti base, al 2,46 per cento, mentre in Spagna sono diminuiti di 12 punti base, al minimo storico di 2,239 per cento. La scorsa settimana gli analisti di Citigroup hanno previsto che la BCE lancerà un programma di acquisto di asset per 1 miliardo di dollari il prossimo dicembre. Draghi ha sorpreso i mercati, quando al vertice della scorsa settimana, ha detto: “Sarebbe utile per l’orientamento generale della politica, che la politica fiscale svolgesse un ruolo maggiore al fianco della politica monetaria, e credo ci sia spazio per questo”. Gli economisti dicono che questo ha rappresentato un cambiamento significativo del tono assunto da Draghi, che ha a lungo sollecitato i governi degli Stati membri a concentrarsi sulla riduzione del disavanzo e della riforma strutturale, piuttosto che stimolarli. Ci sono segnali politici nazionali che stanno spingendo per un cambiamento di rotta nella politica fiscale. Il governo francese è stato sciolto ieri dopo che il ministro dell’economia, Arnaud Montebourg, ha chiesto la fine delle misure di austerità e ha criticato “l’ossessione” del governo tedesco, con i tagli alla spesa. Un portavoce dell’ufficio di Angela Merkel è stato costretto a negare che vi sia alcuna frattura tra Berlino e Parigi. Il nuovo primo ministro italiano, Matteo Renzi, ha anche espresso critiche riguardo le richieste di riduzione del deficit da parte di Berlino e di Bruxelles. L’ultima lettura dall’indice tedesco IFO Business Climate ha confermato che la debolezza della zona euro ha ormai “attanagliato il cuore”. L’indice è sceso a 106,3 nel mese di agosto, in calo da 109 del mese precedente. Il capo economista dell’istituto IFO, Klaus Wohlrabe, ha detto che probabilmente occorrerebbe diminuire le previsioni di crescita del PIL della Germania per l’anno 2014 dal 2 all’1,5 per cento. Il tasso di inflazione della zona euro è sceso ad appena lo 0,4 per cento nel mese di luglio, ben al di sotto dell’obiettivo della BCE di poco inferiore al 2 per cento. La deflazione ha già preso piede in Grecia, Portogallo e Spagna. L’inflazione annuale era pari a zero in Italia nel corso del mese. Le cifre di agosto saranno pubblicate venerdì prossimo e la BCE sta adottando una decisione sugli acquisti di asset per l’inizio del mese prossimo (tradotto dall’articolo Markets prepare for money taps to be turned in the eurozone, scritto da Ben Chu, pubblicato sul sito www.independent.co.uk martedì 26 agosto 2014).