Marocchinate, “smentiti crimini italiani”
Il presidente dell’associazione nazionale vittime delle marocchinate, Emiliano Ciotti, ha rinvenuto altri documenti presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma, che contengono notizie di violenze terribili da parte dei francesi contro gli italiani.
“Quando partecipiamo a dibattiti e conferenze – dice Ciotti – ci imbattiamo in personaggi che si arrampicano sugli specchi per giustificare o negare le marocchinate, che iniziarono nel luglio del 1943 con lo sbarco in Sicilia per poi propagarsi come un’epidemia in Campania, Lazio, Toscana e lambire anche Abruzzo, Molise, Puglia e Sardegna. Ovunque passarono i coloniali francesi – continua Ciotti -, seminarono morte, dolore e distruzione, con migliaia di donne italiane di ogni età picchiate, violentate e uccise; centinaia di uomini e bambini stuprati e spesso soppressi perché cercavano di difendere l’onore e la vita di sorelle, spose e madri; ruberie, razzie, furti di ogni tipo, incendi e devastazioni. I presunti crimini di guerra compiuti dagli italiani sono spesso frutto di propaganda e disinformazione – sostiene Ciotti – recentemente abbiamo rinvenuto presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma diversi documenti.
“La prima bufala – dice Ciotti – è quella di aerei italiani che avrebbero mitragliato le colonne di profughi francesi in fuga. Questa falsità venne già contestata nel 1944, 1945 e 1946 dalle autorità italiane, ma i francesi continuarono a propagare questa notizia. I testimoni oculari di questi mitragliamenti sostenevano che gli apparecchi incriminati recavano sotto le ali la coccarda verde, bianca e rossa, mentre gli aerei italiani del giugno 1940 avevano i fasci littori sotto le ali come distintivo. La seconda bufala è che i coloniali francesi in Ciociaria avrebbero addirittura scortato alle loro case i profughi costretti a scappare durante l’avanzata del fronte. A noi risulta che le colonne di sfollati furono sistematicamente attaccate dai magrebini francesi, che violentarono le donne e razziarono le poche cose che gli italiani avevano con sé”.
“Infine – conclude Ciotti – i francesi nella zona delle Alpi marittime eseguirono oltre 250 esecuzioni sommarie ed illegali rimaste impunite. In particolare, dieci detenuti nel carcere di Antibes, nove erano italiani, furono trascinati fuori dalle celle e fucilati senza processo. Inoltre, i francesi arrestarono cinquemila italiani, ai quali venne riservato un trattamento così inumano che la Croce Rossa francese dovette protestare energicamente.”
Open, Librandi: “C’è chi compra barca o quadro, io finanzio politica”
“No non son pentito per niente perché ho condiviso un progetto con Renzi e andrò avanti a condividerlo”. Lo dice Gianfranco Librandi di Italia Viva all’Adnkronos in merito al finanziamento di 800mila euro alla Fondazione Open.
“Un imprenditore può decidere di comprare una barca o un’opera d’arte. Io credo nel Paese e credo che sia un cosa importante per cui lottare e dato che negli ultimi anni la situazione è complicata e difficile per gli imprenditori che chiedono stabilità alla politica e l’unico che questa stabilità l’ha garantita, almeno nella XVII legislatura, è stato Matteo Renzi. Quindi sto con lui e condivido il suo progetto”. E sottolinea: “Sono soldi regolari, trasparenti, tracciabili, non scaricati dalle tasse della mia azienda ma sudati e guadagnati con estremo sudore”.
“Quel finanziamento a Open per ’comprarmi’ il seggio? Io ho fatto per 8 anni il consigliere comunale e poi per 5 anni sono stato deputato. Io ero già deputato non avevo bisogno di comprarmi un bel niente…”, dice ancora Librandi. Questa vicenda sarà un danno per Italia Viva? “Da un lato la mette in evidenza, dall’altro se uno non ha la possibilità di spiegarla bene, può essere un danno. Noi siamo con la magistratura nel senso che i controlli devono essere fatti. Certo, le perquisizioni all’alba… comunque siamo fiduciosi nelle forze dell’ordine”.
’Pronti a partito nazista’, indagati estremisti destra
Pronti a costituire un movimento d’ispirazione apertamente filonazista, xenofoba e antisemita denominato ’Partito Nazionalsocialista Italiano dei Lavoratori’. E’ quanto emerso dalle indagini che hanno portato a numerose perquisizioni a carico di soggetti legati a gruppi dell’estrema destra, svolte dalla Digos di Enna, con il coordinamento della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, e dirette dalla Procura Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Caltanissetta.
L’operazione, che trae origine da un monitoraggio di militanti di estrema destra locali ha consentito alla Digos di Enna e al Servizio Antiterrorismo Interno della Dcpp/Ucigos di far emergere l’esistenza di una vasta e frastagliata galassia di soggetti, residenti in diverse località, accomunati dal medesimo fanatismo ideologico e intenzionati a costituire un movimento d’ispirazione apertamente filonazista, xenofoba e antisemita.
LE INDAGINI – Dalle indagini svolte dalla Polizia, è emerso che gli accusati, alcuni dei quali hanno in più occasioni fatto riferimento ad un’asserita disponibilità di armi ed esplosivi – oltre ad aver definito la struttura interna e territoriale del movimento, creato il simbolo e redatto il programma, dichiaratamente antisemita e negazionista – hanno condotto attività di reclutamento e proselitismo pubblicando contenuti del medesimo tenore sui propri account social. E’ stata anche creata per lo scopo una chat chiusa denominata ’Militia’, finalizzata all’addestramento dei militanti.
C’era un esponente della ’ndrangheta ad addestrarli: si tratta di un pluripregiudicato calabrese. Dalle indagini è emerso inoltre il tentativo del sodalizio di accreditarsi in diversi circuiti internazionali, avviando contatti con organizzazioni di rilievo come ’Aryan Withe Machine – C18’ – espressione del circuito neonazista Blood & Honour inglese – e il partito d’estrema destra lusitano ’Nova Ordem Social’.
Un percorso che ha trovato concreta realizzazione in occasione della ’Conferenza Nazionalista’ che si è svolta lo scorso 10 agosto a Lisbona con l’obiettivo di creare un’alleanza transnazionale tra i movimenti d’ispirazione ’nazionalsocialista’ di Portogallo, Italia Francia e Spagna: nella circostanza, un’indagata è intervenuta in qualità di relatrice, distinguendosi per l’accesa retorica antisemita del proprio intervento.
Si definiva ’sergente maggiore di Hitler’ la 50enne, madre di un bambino piccolo, di Cittadella (Padova), coinvolta dell’indagine.”A Cittadella abbiamo perquisito l’abitazione di una 50enne impiegata, che sul web si definiva ’sergente maggiore di Hitler’, sequestrando numeroso materiale di propaganda per la costituzione ’di un partito nazionalsocialista italiano lavoratori’ – spiega all’Adnkronos il dirigente della Digos di Padova, Giovanni Di Stavola – e un volantino di minacce contro Emanuele Fiano (Pd). La 50nne era molto attiva sul web anche nella ricerca di altri affiliati”. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della Digos, la donna, impiegata e incensurata, era un punto di riferimento nazionale dell’organizzazione e sarebbe stata ai vertici di questo ’Partito Nazionalsocialista Italiano dei lavoratori’. In casa sua gli investigatori hanno trovato materiale per la propaganda, striscioni con svastiche, simboli antisemiti e bandiere naziste. La donna è stata denunciata per associazione terroristica e apologia del fascismo.
Black Friday, cos’è e perché si chiama così
Meno di ventiquattro ore al Black Friday, il ’venerdì nero’ dello shopping. Sconti eccezionali e promozioni vantaggiose sono quindi dietro l’angolo permettendo agli acquirenti, almeno per un giorno, di realizzare qualche sogno – o togliersi qualche sfizio – a basso o bassissimo prezzo. Ma cos’è esattamente il Black Friday, come nasce e perché si chiama così? Ecco qualche curiosità.
Il ’venerdì nero’, negli Usa, sancisce il giorno d’avvio ufficiale dello shopping natalizio e la data cade esattamente all’indomani del giorno del Ringraziamento, ricorrenza che si festeggia il quarto giovedì di novembre. Sebbene la tradizione degli sconti speciali si sia consolidata solo fra gli anni Cinquanta e Sessanta, l’origine e primo esperimento in tal senso si deve alla catena di negozi Macy’s che nel 1924, e proprio il giorno successivo al Thanksgiving, organizzò una parata per festeggiare l’inizio degli acquisti per il Natale.Ma perché proprio ’nero’? Due le ipotesi più accreditate finora. Da una parte la definizione deriverebbe dal congestionamento delle strade trafficate e paralizzate per la frenesia degli acquisti, dall’altra l’origine del nome si fa risalire alla modalità in cui i negozianti di un tempo usavano dividere per colore entrare e uscite dell’attività: rosso per i conti in perdita e nero per quelli in attivo.