Ieri il palazzo del Quirinale ha ospitato al suo interno la cerimonia della festa dei lavoratori. Il presidente della Repubblica al termine della celebrazione ha affrontato il tema del lavoro e dell’occupazione, rivolgendosi anzitutto un saluto ai presenti e ringraziando, in particolare, il Ministro del Lavoro, il Presidente della Federazione nazionale dei Cavalieri del Lavoro, il Presidente della Federazione dei Maestri del Lavoro e il Presidente dell’Associazione nazionale Lavoratori anziani. Il suo discorso ha toccato il tema saliente della disoccupazione. Consapevole del momento di crisi, il suo augurio è andato a chi versa in condizioni difficili. L’Italia, almeno sulla carta costituzionale, è una repubblica fondata sul lavoro. Dal momento in cui manca la possibilità di affrontare e vivere una vita dignitosa, anche le istituzioni fondamentali, quali la famiglia e la scuola, cadono. Per cui è tempo di rimboccarsi le maniche. Darsi da fare per rimettere in moto l’Italia e le sue eccellenze. Nonostante l’evidente difficoltà del periodo attuale, c’è una nota positiva che regala un po’ di speranza. Al momento i dati confermano un miglioramento delle condizioni economiche del paese. Tuttavia la comunità non può accettare un tale livello di occupazione. Un dato eccessivamente basso e che tocca tutti in tema di sviluppo, odierno e futuro.
Non è una questione morale, ma di intelligenza nazionale. Il fatto di rendere il lavoro accessibile ai cittadini senza differenze di generazionali, territoriali e sociali, consente di ripartire con e attraverso lo sviluppo economico. Bloccare il lavoro è uno scacco matto verso se stessi. Il presidente sostiene con fermezza che ogni persona disoccupata è un impoverimento per la società. Quindi la ripresa deve diventare modello di rinascita positiva. Questa è una sfida. Un’occasione per misurare le nostre abilità e capacita competitive. Dunque i primi ad esser chiamati in causa sono proprio i giovani. E’ paradossale che i nativi digitali siano esclusi dall’occupazione lavorativa in un mondo che richiede persone dotate di queste abilità. Inoltre non è possibile nemmeno rassegnarsi ad un numero di laureati che non regge la competizione con gli altri paesi. Un appunto vien fatto anche per ciò che concerne il tema della sicurezza sul lavoro. Tutti hanno il compito di vigilare sul rispetto delle norme. Le parole del presidente si concludono con un augurio di forza e di impegno comune.