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’Matteo addio’, Alfano rompe con Renzi e il Pd

cms_6397/renzialfano_seduti.jpgRiteniamo conclusa la nostra collaborazione con il Pd“. Lo ha detto il leader Ap Angelino Alfano in una conferenza stampa nella sede del partito. Il ministro degli Esteri lo ha affermato in risposta a una domanda se abbia ricevuto pressioni da Renzi per far cadere il governo. Alfano ha detto che “la collaborazione è conclusa, il passato non mi interessa”.

Accettiamo la sfida della soglia al 5%”, ha detto ancora Alfano ribadendo che Ap “continua il sostegno al governo Gentiloni” e “non farà ostruzionismo sulla legge elettorale“. Alternativa popolare presenterà due emendamenti, per ottenere che almeno la metà dei parlamentari sia scelta dai cittadini, e per un premio di governabilità alla prima lista ’classificata’.

Ci sono state pressioni del Pd su Ap per far cadere il governo Gentiloni? “Non è un clamoroso scoop giornalistico: ci sono intere rassegne stampa che indicano l’agitazione del Pd su Gentiloni fin dalla nascita del governo”, ha poi sottolineato il leader Ap aggiungendo che il vice capogruppo alla Camera Sergio Pizzolante che aveva accreditato tale scenario “è una persona seria e non lo smentisco”.

“Renzi è un matricolato giocatore delle tre carte. Adesso insulta Alfano perché spera che gli tolga le castagne dal fuoco facendo cadere il governo Gentiloni. Il suo scopo vero è quello irresponsabile di provocare elezioni anticipate per ridiventare premier oltre che segretario del Pd e quindi riconquistare una sorta di potere assoluto a partire da quello di vita e di morte sui parlamentari del Pd”. Così il presidente della Commissione Esteri della Camera, Fabrizio Cicchitto. “Infatti nello spazio di pochi giorni è passato da una proposta di legge maggioritaria, peraltro senza coalizione, ad una di stampo proporzionale che già oggi sappiamo che non darà un governo all’Italia”, aggiunge Cicchitto.

“Infatti se Berlusconi dice il vero, e non abbiamo ragione di dubitare perché egli è un uomo d’onore, Forza Italia non ha alcuna intenzione di fare un governo di coalizione col Pd – ricorda l’esponente centrista – Siccome a parte decine di altre modifiche dal sistema tedesco classico quello si cala su un sistema politico fondato su due partiti, mentre in Italia come minimo il sistema politico è basato su quattro ecco che Renzi sta dando via libera ad un sistema elettorale che già in partenza non assicura governabilità, ma che però assicura a lui e a Berlusconi Salvini e Grillo il potere di nominare i deputati e i senatori”.

“Renzi è uno strano fenomeno. Se non ha un nemico da insultare o da rasserenare, non sta bene. D’Alema, Bersani, Letta, Cuperlo, Orlando e adesso Alfano e Gentiloni”, dice Sergio Pizzolante, componente della segreteria nazionale di Alternativa popolare. “In Italia più di ogni altro Paese europeo – spiega – i populisti, fra M5S e Lega, sono quasi al 50% e il problema di Renzi qual è? Alfano! E qual è il delitto commesso da Alfano? Non aver fatto cadere Gentiloni già nel mese di febbraio. E perché bisognava e bisogna far cadere Gentiloni? Perché il nostro vuole la rivincita, dopo il referendum. Perché gli è stato tolto il giocattolo del governo e adesso lo rivuole”. “È un capo che divide e si alimenta d’odio. Gli ritornerà tutto contro. Non riavrà il giocattolo. Un altro prima di Renzi aveva detto: ’molti nemici molto onore’. Non ha fatto una bella fine”, conclude il parlamentare.

Cicchitto ribadisce la linea entrando alla Direzione nazionale: ’’Siamo responsabili, non saremo certo noi a far cadere il governo Gentiloni, ora bisogna pensare ad una aggregazione di centro per ripartire e cercare di raggiungere il 5%, non abbiamo paura di questa soglia’’. Cicchitto, di nuovo, non usa mezzi termini per criticare il segretario Dem: ’’Renzi è inaffidabile, ha pulsioni omicide nei confronti dei suoi alleati ed amici. Non gli daremo la macabra soddisfazione’’ di rompere e togliere il sostegno all’esecutivo guidato da Gentiloni.

“Non è assolutamente vero”, ha detto Lorenzo Guerini, entrando al Nazareno per la segreteria del Pd, a proposito delle accuse di Ap. Anche Matteo Ricci ha replicato ad Ap: “Sono falsità. Il destino del Pd è legato a filo doppio a quello di Paolo Gentiloni. Alfano, invece di polemiche che non hanno senso, si organizzi per costruire un cartello centrista che arrivi al 5%. Usi meglio le sue energie”.

Resta il nodo della leadership del futuro soggetto di centro moderato alternativo alla destra sovranista e al blocco Fi-Pd-M5S. Oggi Stefano Parisi ha invitato Alfano a rompere con i renziani per poi dar vita a una federazione: ’’Ap sta davanti a un bivio: deve rompere con il renzismo e le sue politiche”. In queste ore è sempre più forte il pressing di una parte di Ap che sollecita Alfano a fare un passo indietro, lasciando la leadership della ’nuova cosa centrista’ a Parisi o qualcun altro che sia in grado di federare chi ci sta al progetto politico alternativo a Renzi.

Padoan chiede a Ue sconto di 9 miliardi

cms_6397/padoan7_fg.jpgL’aggiustamento strutturale dei conti pubblici sarà pari allo 0,3 per cento del pil. E’ quanto scrive il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in una lettera alla Commissione europea. Un aggiustamento dei conti, quello dello 0,3% preannunciato alla Commissione europea dal ministro, al di sotto dello 0,8% approvato dal Parlamento. La riduzione da 0,8 a 0,3 punti di deficit equivarrebbe ad uno ’sconto’ di circa 9 miliardi sulle misure da adottare con la prossima Manovra. E questo comporterà dunque anche una stima sul deficit più alta dell’1,2% del pil indicato nell’ultimo Def, visto il ridimensionamento della correzione.Nella missiva indirizzata al vicepresidente Valdis Dombrovskis e al commissario agli Affari economici e monetari Pierre Moscovici, Padoan spiega che un aggiustamento limitato allo 0,3% consentirebbe al governo italiano di proseguire nella politica economica che tra 2014 e 2017 ha assicurato una costante riduzione del rapporto deficit/pil (0,3% di pil per anno) e la stabilizzazione del rapporto debito/pil, e al tempo stesso sostenendo l’economia passata dallo 0,1% del 2014 allo 0,9% del 2016 e attesa all’1,1% nel 2017.

“Fin dal 2014 il governo italiano – scrive Padoan – è stato impegnato negli sforzi per tenere il rapporto debito-pil sotto controllo. Questo rapporto si è stabilizzato de facto grazie a sforzi fiscali di lungo periodo che virtualmente non hanno uguali nella zona euro fin dall’inizio della crisi economica e finanziaria soprattutto rispetto all’entità del surplus primario conseguito”. Il governo italiano, prosegue, “intende proseguire lungo questo percorso, con un equilibrio adeguato tra il rafforzamento della ripresa in corso e della sostenibilità fiscale. Si tratta di un sentiero stretto viste le attuali condizioni macroeconomiche” ma un consolidamento fiscale più stringente “comprometterebbe la ripresa e metterebbe a rischio la coesione sociale. Con questa strategia in mente, vi informo che il governo intende procedere ad un aggiustamento del saldo strutturale pari allo 0,3 del pil nel 2018. Si tratta di uno sforzo sostanziale che consentirà di ridurre ulteriormente il deficit e di garantire un calo del rapporto debito-pil”. La ripresa in corso, conclude Padoan, “potrà beneficiare di tale equilibrio della posizione fiscale e di una strategia strutturale in gran parte in linea con il pacchetto pubblicato dalla Commissione nei giorni scorsi”.

Vaccini, ecco il rapporto sugli effetti

cms_6397/vaccini7_fg.jpgI numeri parlano chiaro. Il problema sta spesso nell’interpretarli. Nell’analisi ’targata’ Aifa e relativa a due anni su tutte le sospette reazioni ai vaccini, sia gravi che meno gravi, pubblicata online, “non sono emersi motivi di allarme, nè ’segnali di sicurezza’, nè alcun decesso è stato correlato con certezza ai vaccini“, spiegano all’Adnkronos Salute da Aifa. I sospetti, infatti, sono stati indagati e verificati nel tempo. E queste sono le conclusioni, condivise anche a livello europeo. “Le segnalazioni del biennio 2014-2015 sono già state valutate in termini di impatto sul rischio e pertanto i dati riportati non possono essere utilizzati per calcolare l’incidenza delle reazioni avverse”, si legge nel report di 176 pagine.

Nel rapporto sono descritte tutte le segnalazioni relative a vaccini con data di insorgenza nel periodo 01/01/2014 – 31/12/2015 e inserite fino al 31/12/2016. Ma figurano anche confronti con gli anni precedenti. Ebbene, a partire dal 2012 “si è osservato un aumento complessivo del numero di segnalazioni, in particolare quelle relative ai farmaci. Per i vaccini dopo un incremento del numero di segnalazioni nel 2013 e nel 2014, nel corso del 2015 si è tornati ai livelli degli anni precedenti”. L’aumento della segnalazione è conseguente a progetti mirati di farmacovigilanza attivati nel periodo, spiegano da Aifa. Ebbene, nel 2014 le segnalazioni di sospette reazioni sono state 8.837 (48,9 segnalazioni per 100.000 dosi), mentre nel 2015 sono state 3.772 (18,8 per 100.000 dosi). Inoltre “permane una forte variabilità regionale, con un tasso di segnalazione dal Nord” molto superiore a quello di Centro e Sud.

Entrando nel dettaglio, nel 2014 e nel 2015 sono state segnalate rispettivamente 7.798 (87,9%) e 3.173 (84,1%) sospette reazioni classificate come non gravi, mentre le reazioni gravi e i decessi sono stati 940 (10,6%) nel 2014 e 535 (14,2%) nel 2015. Per quanto riguarda solo le segnalazioni di reazioni a esito fatale, queste sono state 69 nel 2014 e 9 nel 2015. La quasi totalità dei decessi sospetti è stata riportata per il vaccino antinfluenzale: 66 nel 2014 e 7 nel 2015. In nessun caso è stato dimostrato con certezza un legame con il vaccino.

Le reazioni con esito fatale segnalate nel 2014 – l’anno del caso ’Fluad’ e del timore per lo squalene – riguardano 69 episodi, 67 anziani tra 67 e 95 anni e due bambini di 2 e 3 mesi, entrambi vaccinati con esavalente e antipneumococco 13. Dei 67 decessi nella popolazione adulta, in un caso il farmaco sospetto è il vaccino antipneumococco, nei restanti è un vaccino antinfluenzale. Per ognuno dei casi fatali è stata effettuata “una valutazione del nesso di causalità utilizzando l’algoritmo del Oms, con le seguenti conclusioni: 43 casi su 66 sono risultati non-correlabili con la vaccinazione per la presenza di cause alternative che giustificano e spiegano l’evento; in 19 casi l’evento è inclassificabile dal momento che non sono disponibili sufficienti informazioni; 4 casi sono stati definiti come indeterminati per mancanza di prove definitive.

Nel 2015 sono stati segnalati 9 casi ad esito fatale, 6 adulti (in tutti i casi il vaccino sospetto è un antinfluenzale) tra 77 e 92 anni e tre bambini (2 mesi, 2 mesi e 13 anni). Anche in questo caso nessun decesso è risultato correlato con certezza al vaccino. “Nel 2015 il numero di segnalazioni di decessi in seguito a vaccinazione antinfluenzale si è drasticamente ridotto rispetto alla stagione 2014/2015 – rileva il rapporto – tornando come ordine di grandezza alle stagioni precedenti: sono state segnalate 6 sospette reazioni avverse con esito fatale dopo somministrazione di vaccino antinfluenzale, in 5 di questi casi il nesso di causalità non supporta una relazione di causa effetto (dunque non è correlabile) e un caso è indeterminato per mancanza di prove definitive”.

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2 Giugno 2017