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May bacchetta Trump: “Quel tweet è un errore”

cms_7845/trump_may_afp.jpgTheresa May preferisce non acuire le tensioni con Donald Trump e punta a smorzare le polemiche degli ultimi due giorni. Parlando ai giornalisti ad Amman, dove si trova in visita, la premier britannica si è mantenuta sulla linea già espressa attraverso il portavoce di Downing Street. Pur ribadendo che il retweet da parte di Trump dei video anti islamici del gruppo dell’ultradestra Britain First è stato “sbagliato”, la May ha preferito sottolineare l’importanza dei rapporti tra Londra e Washington, che devono “continuare”. La premier ha inoltre confermato che la visita del presidente Usa nel Regno Unito ci sarà.

Non c’è stato insomma il ’momento Love Actually”, come scherza la stampa britannica, ricordando il film nel quale il premier inglese Hugh Grant replica per le rime all’arrogante e prepotente presidente Usa Billy Bob Thornton. La May ha comunque nuovamente sottolineato la natura razzista di Britain First e ricordato che i musulmani sono spesso stati vittime del terrorismo di estrema destra. E tuttavia, ha sottolineato la premier, al di là delle polemiche, tra Regno Unito e Usa esiste una “relazione speciale” che è “nell’interesse di entrambi i Paesi”.

Russia Vs Usa: “Basta provocare Kim”…”Mondo più vicino alla guerra”

cms_7845/Kim_Nordcorea_test_Afp.jpgGli Usa? Continuano a provocare Pyongyang. Parola del ministro degli esteri russo Sergei Lavrov che oggi ha puntato il dito contro Trump e la sua amministrazione, rifiutando anche l’invito dell’inviato americano al Consiglio di Sicurezza dell’Onu a interrompere ogni legame con la Nordcorea dopo l’ultimo test missilistico. A riportare le parole del ministro, in trasferta in Bielorussia, è la BBC.

Si ha l’impressione – ha affermato – che tutto sia stato fatto apposta per fare in modo che Kim Jong-un scatti e compia altre azioni sconsigliabili“, mentre gli americani “dovrebbero spiegare a tutti noi cosa stanno cercando. Se vogliono trovare un pretesto per distruggere la Corea del Nord, come ha detto l’inviato degli Stati Uniti al Consiglio di sicurezza dell’ONU, che lo dicano apertamente e che sia la suprema leadership americana a confermarlo”.

Invitando gli Usa alla diplomazia e a nuovi colloqui con il regime di Pyongyang, Lavrov ha poi aggiunto: “Abbiamo già sottolineato più volte che la stretta sulle sanzioni si è sostanzialmente conclusa e che tutte le risoluzioni per imporre sanzioni richiedono un processo politico e la ripresa del dialogo. Ma gli americani ignorano completamente questo requisito e lo considero un grosso errore”.

“Mondo più vicino alla guerra”

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La minaccia di un conflitto mondiale si fa sempre più concreta. Le parole pronunciate dalla rappresentante degli Stati Uniti all’Onu Nikki Haley non lasciano spazio a troppe interpretazioni: “Ora la guerra è più vicina“. “Il dittatore della Corea del Nord ha fatto una scelta che porta il mondo più vicino alla guerra”, ha detto Haley durante la riunione del Consiglio di Sicurezza convocata dopo il lancio del nuovo missile intercontinentale balistico nordcoreano. Ed ha aggiunto: “Non abbiamo mai cercato la guerra e ancora oggi non la cerchiamo. Se la guerra arriverà sarà a causa delle continue azioni di aggressione come quella a cui abbiamo assistito”.

“E se la guerra verrà, non fate errori, il regime nordcoreano sarà completamente distrutto“, ha aggiunto la rappresentante degli Stati Uniti all’Onu. Haley ha poi sottolineato che ora il mondo deve fronteggiare “un momento della resa dei conti” sulla questione nordcoreana. E che Donald Trump ha chiesto alla Cina di tagliare le forniture di petrolio a Pyongyang. “Questo sarebbe un passo cruciale per gli sforzi del mondo di fermare questo paria internazionale – ha detto ancora la rappresentante Usa – la Cina può fare questo da sola oppure possiamo prendere in mano la situazione petrolifera”.

“Abbiamo bisogno che la Cina faccia di più, il presidente Trump ha chiamato il presidente Xi per dirgli che siamo arrivati al punto che la Cina deve tagliare il petrolio alla Corea del Nord”, ha continuato Haley. La rappresentante Usa ha poi detto che l’Onu deve continuare a trattare la Corea del Nord “come il paria internazionale che è diventata”, arrivando a toglierle tutti i diritti e privilegi, compreso quello di voto, in seno alle organizzazioni internazionali.

Prima dell’intervento all’Onu, Trump, con un tweet, aveva detto che si sarebbero imposte nuove sanzioni alla Corea del Nord. E il dipartimento di Stato ha chiesto a tutti i Paesi che hanno ancora relazioni diplomatiche con Pyongyang di sospenderle e ritirare gli ambasciatori. La portavoce del dipartimento, Heather Nauert, ha spiegato che un’azione del genere aumenterebbe la pressione sul regime nordcoreano. Mentre Trump, durante un discorso in Missouri sulla riforma fiscale, ha deriso il leader nordcoreano Kim Jong Un, definendolo “un piccolo rocket man” ed “un cagnolino malato“.

Ue-Africa, task force per salvare migranti

cms_7845/Macron_Summit.jpgIl presidente francese Emmanuel Macron ha anticipato che nell’incontro ad Abidjan fra il premier libico Fayez Serraj e i leader della regione ed europei si parlerà di “azioni militari di polizia” collettive contro i trafficanti di essere umani attraverso la Libia.

“Dobbiamo ovviamente adottare delle azioni e non solo fare dichiarazioni di condanna”, ha affermato Macron parlando a France 24 e Radio France International, precisando che “è necessario portare a termine una azione di polizia rafforzata per smantellare queste reti“.

Macron ha sottolineato che tale azione deve essere adottata “in un quarto Unione africana-Unione europea”. E’ da oggi in corso ad Abidjan il vertice Ua-Ue.

GENTILONI, CROLLO ARRIVI RISULTATO STRAORDINARIO – Sull’emergenza migranti “l’Italia ha fatto con orgoglio e a testa alta la sua parte e si augura che altri Paesi africani ed europei diano il loro contributo”. E’ quanto ha detto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, dopo il vertice Ue-Africa di Abidjan. Il premier ha sottolineato che non possono essere solo Italia, Germania e Commissione a farsi carico in maggior misura del problema. “La strada -ha affermato- è tracciata, bisogna rimboccarsi le maniche e mettere mano al portafoglio”. Nella lotta ai trafficanti di esseri umani va salutato, aggiunge, con “soddisfazione” il “risultato straordinario nella riduzione dei flussi” dei migranti, che tra il 2016 e il 2017 “sono passati da 102.786 a 33.288”, ossia “un crollo impressionante nel numero di nuovi arrivi”. “Italia e Francia possono assolutamente collaborare” rispetto alla tutela dei diritti umani dei migranti che si trovano in Libia, ha aggiunto il premier Gentiloni, e “l’importante è che avvenga sul terreno, facendo quello che si deve fare. Questo è l’invito che noi abbiamo sempre rivolto ai nostri amici europei. Non possiamo fare da soli. Anche se stiamo facendo da soli”. “L’obiettivo è che nel momento in cui riprendi almeno in parte il controllo del territorio e della linea costiera libica, nel momento in cui le istituzioni libiche riprendono almeno in parte questo controllo, contemporaneamente devi lavorare di più e meglio sulla politica dei rimpatri. Parliamo di questo non di deportazioni, parliamo di incoraggiare con gli accordi con i governi, come fatto con la Tunisia”.

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1 Dicembre 2017