Nel giorno delle elezioni presidenziali americane, sono migliaia i migranti partiti dal Messico nel tentativo di raggiungere il confine meridionale degli Stati Uniti prima della proclamazione ufficiale del vincitore tra Trump e Harris nella corsa alla Casa Bianca. Secondo gli attivisti, spiega l’agenzia Dpa, sarebbero due i gruppi pariti dalle città di Tapachula e Tuxtla Gutiérrez, nello stato del Chiapas, per un totale di 3.000 persone, comprese famiglie con bambini. I due gruppi si sarebbero uniti per viaggiare a piedi verso nord.
La migrazione è un argomento chiave nelle elezioni presidenziali americane, con il candidato repubblicano – particolarmente martellante sulla questione confine – che spesso si è prodotto in commenti dispregiativi sui migranti, definendoli “criminali” e “stupratori”, chiedendo inoltre la la pena di morte per ogni migrante che uccide un cittadino americano o un agente di polizia.
La candidata democratica Kamala Harris, dal canto suo, ha promesso di lavorare come presidente per la protezione dei confini e per riparare il “sistema di immigrazione rotto”.
“Oggi è un giorno importante perché sapremo chi entrerà alla Casa Bianca”, ha detto Irineo Mujica dell’organizzazione “Pueblo sin Fronteras” (Popoli senza frontiere). Mujica ha affermato che la vittoria elettorale di Trump o di Harris avrebbe impatti diversi, ma entrambi avrebbero la responsabilità di affrontare i flussi migratori.
Molte persone, in fuga dalla povertà, dalla violenza e dalle crisi politiche nelle loro terre d’origine, ricorda la Dpa, scelgono la rotta oltre il confine meridionale degli Stati Uniti. Molti provengono dai paesi del Sudamerica e centinaia muoiono ogni anno sulla pericolosa rotta verso nord, spesso a causa della scarsità d’acqua e dei colpi di calore. Altri sono vittime di bande criminali.