La Commissione Europea avrebbe recentemente avviato un procedimento formale per valutare se Meta, creatore di Facebook e Instagram, potrebbe aver violato il Digital Services Act (DSA), la legge europea che protegge dalla disinformazione mirata e dalla manipolazione da parte di paesi terzi. Secondo quanto riportato in una nota dell’esecutivo dell’UE, e presunte violazioni riguarderebbero le politiche e le pratiche di Meta concernenti la pubblicità ingannevole e i contenuti politici all’interno dei suoi servizi. Inoltre, si evidenzierebbero alcune lacune nella non disponibilità di strumenti efficaci per il monitoraggio civico ed elettorale in tempo reale di terze parti, soprattutto nel periodo precedente alle elezioni del Parlamento europeo, nel contesto della chiusura da parte di Meta del suo strumento di analisi pubblica in tempo reale CrowdTangle senza un’adeguata sostituzione. Questa violazione sarebbe considerata la più grave, in quanto impedisce di rilevare fake news e altri contenuti che potrebbero interferire con il processo elettorale.
La Commissione ha quindi concesso cinque giorni di tempo a Meta per fornire i necessari rimedi. Inoltre, la Commissione sospetta che il meccanismo per segnalare i contenuti illegali sui servizi (Notice-and-Action) così come i meccanismi di ricorso degli utenti e di reclamo interno non siano conformi ai requisiti della legge sui servizi digitali e che vi siano carenze nella fornitura da parte di Meta. La vicepresidente esecutiva della Commissione europea, Margrethe Vestager, ha infatti affermato: “Se non possiamo essere sicuri di poterci fidare dei contenuti che vediamo online, corriamo il rischio di finire per non credere a nulla. La pubblicità ingannevole rappresenta un rischio per il nostro dibattito online e, in ultima analisi, per i nostri diritti sia come consumatori che come cittadini. Sospettiamo che la moderazione di Meta sia insufficiente, che manchi di trasparenza negli annunci pubblicitari e nelle procedure di moderazione dei contenuti. Quindi oggi abbiamo avviato un procedimento contro Meta per valutare la loro conformità alla legge sui servizi digitali”. Considerata la portata delle piattaforme Meta nell’Ue (che rappresentano oltre 250 milioni di utenti attivi mensili), e in vista delle elezioni europee che si terranno dal 6 al 9 giugno 2024 e in una serie di altre elezioni che si terranno in vari Stati membri, tale mancanza potrebbe provocare danni al discorso civico e ai processi elettorali.
La Commissione si riserverebbe di conseguenza di valutare la natura e l’entità del danno aspettandosi che Meta cooperi con essa presentando alacremente le informazioni necessarie per effettuare tale valutazione. In merito all’apertura dell’indagine su Meta, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, ha poi concluso: “Questa Commissione ha creato mezzi per proteggere i cittadini europei dalla disinformazione mirata e dalla manipolazione da parte di paesi terzi. Se sospettiamo una violazione delle regole, agiamo. Questo è vero in ogni momento, ma soprattutto in tempi delle elezioni democratiche. Le grandi piattaforme digitali devono rispettare i propri obblighi e investire risorse sufficienti in questo ambito e la decisione di oggi dimostra che prendiamo sul serio il rispetto delle nostre democrazie è una battaglia comune con i nostri Stati membri.”