Le urne si sono chiuse da pochi giorni, ma per il neo governatore di Puglia, Michele Emiliano, è già tempo di mettersi al lavoro per la giunta, se vuole arrivare preparato all’appuntamento che agli inizi di luglio vedrà l’insediamento del nuovo Consiglio. Nato a Bari il 23 luglio del 1959, Emiliano ha intrapreso a 27 anni la carriera di magistrato antimafia tra Agrigento, Brindisi e Bari. Nel 2004, poi, è stato eletto sindaco del capoluogo pugliese e nel 2014 ha chiuso il suo secondo mandato come ’Sindaco più amato di Italia’ e con la nomina, a titolo gratuito, di assessore alla Legalità del Comune di San Severo (Foggia). Tra i momenti più significativi della sua carriera da primo cittadino, ci sono la ricostruzione del teatro Petruzzelli, a 18 anni dal rogo che lo distrusse nel ’91 e la vicenda dell’abbattimento del cosiddetto ecomostro ’Punta Perotti’. Tra le promesse in campagna elettorale da governatore, quella di “garantire con una legge la partecipazione dei cittadini al lavoro della giunta regionale” che “dovrà periodicamente essere sottoposta al giudizio dei pugliesi”. In aperto contrasto con diversi temi affrontati dal governo – dalla contrarietà dell’approdo del gasdotto Tap sulle coste leccesi, alla riforma della scuola – Emiliano segue la sua strategia di gioco, come quella di costruire il programma di governo con incontri pubblici, che chiama ’Sagre’, in cui più di 3mila persone hanno messo a disposizione le proprie idee che Emiliano ha garantito “non tradirà mai in cambio di qualche pezzo di potere a Roma”.
Sicuramente, da neo governatore della Puglia, Michele Emiliano ha una enorme responsabilità, soprattutto nelle urgenti questioni che riguardano la sanità – il cui problema delle lunghe liste d’ attesa continua ad angosciare i pugliesi – ma anche il ciclo dei rifiuti, l’ambiente e il lavoro, quest’ultimo un’emergenza sociale a cui il Centro Sinistra deve dare risposte urgenti e concrete. Di qui la necessaria oculatezza nell’assegnazione degli assessorati, alcuni dei quali di importanza strategica, come quello dello Sviluppo Economico, della Pubblica Istruzione, della Sanità ma anche quello che è considerato ‘il fiore all’occhiello’ per la formazione dei giovani, l’assessorato della Formazione Professionale.
Si parte da una certezza: come lo statuto regionale prevede, saranno solo due gli assessori tecnici. Sicuramente donne, data l’assenza di una rappresentanza femminile nella fila della maggioranza. Nonostante le presenze al femminile nelle liste che vedevano Emiliano Presidente, i 29 consiglieri regionali della coalizione vincente sono infatti tutti uomini. Per il momento si alternano previsioni. La strada infatti è ancora lunga e dovrà incrociarsi con i desideri sia dei partiti che di Emiliano. E se per ora la confusione è totale, confidiamo nella concretezza e nel senso di responsabilità del neo governatore, nonché ex magistrato, che deve sicuramente fare bene e meglio dell’ Amministrazione Nichi Vendola. Lo deve alla Puglia intera ma soprattutto ai 793.831 elettori che lo hanno votato. Non vi sono alternative.
Buon lavoro, Presidente.