“Ribadisco ancora oggi, di fronte alla piaga aberrante della tratta di esseri umani, come l’ha definita Papa Francesco, il più netto rifiuto ad ogni forma di schiavitù moderna. Ma rivendico, con altrettanto vigore, la necessità di un’etica della responsabilità e del rispetto della legge“. Così il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei e Arcivescovo di Perugia – Città della Pieve, che ha presieduto in Cattedrale a Perugia il pontificale di San Lorenzo.
Nella sua omelia, Bassetti ha definito la condizione dei migranti e rifugiati un “motivo d’angoscia” ma ha specificato che “proprio per difendere l’interesse del più debole, non possiamo correre il rischio, neanche per una pura idealità che si trasforma drammaticamente in ingenuità, di fornire il pretesto, anche se falso, di collaborare con i trafficanti di carne umana”.
Per il presidente della Cei, l’immigrazione rappresenta una sfida dell’incontro, che “va affrontata con una profonda consapevolezza, grande coraggio e immensa carità”, senza mai dimenticare “la dimensione della responsabilità verso chi soffre e chi fugge”, così come “verso chi accoglie e porge la mano”.
Ribadendo l’insegnamento di Papa Francesco, Bassetti ha ricordato che “dobbiamo promuovere la cultura dell’accoglienza e dell’incontro che si contrappone a quella dell’indifferenza e dello scarto. Ma dobbiamo farlo con grande senso di responsabilità verso tutti”.
Il presidente della Cei è intervenuto anche sul tema della precarietà del lavoro. “Il rapporto tra famiglia e lavoro è la questione in gran parte insoluta della nostra società – ha spiegato il card. Bassetti – Occorre fare di tutto perché non manchi mai il lavoro e il pane sulle mense di tante famiglie. Perché una persona senza lavoro perde la dignità, mentre una famiglia senza un lavoro perde, a poco a poco, la speranza”.
Strage Foggia, Minniti promette il pugno duro
“La risposta dello Stato sarà durissima”. Non usa giri di parole e promette il pugno duro il ministro dell’Interno Marco Minniti, al termine del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto a Foggia, dopo la strage avvenuta ieri a San Marco in Lamis per colpire il boss Mario Luciano Romito. “Assumiamo l’azione di prevenzione e di contrasto alla criminalità organizzata in questa provincia come una grande questione del Paese“, afferma il titolare del Viminale, per “garantire la tranquillità e la sicurezza dei cittadini che qui vivono e dei turisti”.
“Qui si gioca una partita di carattere nazionale – continua il ministro -. Abbiamo di fronte un’organizzazione criminale che ha le caratteristiche di una organizzazione criminale mafiosa, che potremmo definire un ibrido. Tiene insieme due caratteristiche: una struttura fortemente chiusa e tenuta insieme da quasi assoluta omertà, tipiche della ’ndrangheta in Calabria; e un aspetto più propriamente gangsteristico, che ha come scuola criminale le grandi rapine e che agisce con le dinamiche tipiche dei gangster, come avvenuto ieri”, sottolinea Minniti.
“La lotta contro le mafie e per la legalità è una grande battaglia di civiltà. Questa partita la vinceremo se riusciremo a mobilitare le coscienze“, auspica il titolare del Viminale.
“E’ molto importante coinvolgere l’opinione pubblica, avere una partecipazione attiva della gente, in quella che deve essere una sorta di rivolta morale delle popolazioni locali“, osserva, per il quale “le popolazioni devono stare accanto allo Stato che risponde all’attacco della criminalità organizzata”.
Il controllo del territorio, spiega poi il ministro, “è la prima risposta contro la criminalità organizzata”. Poi l’annuncio: “A partire dal 16 agosto, arriveranno nella provincia 192 unità aggiuntive operative dei reparti prevenzione e crimine della Polizia di Stato, delle compagnie di intervento operativo dell’Arma dei Carabinieri e dei baschi verdi della Guardia di finanza”.
Il loro compito, spiega, “sarà tecnicamente di saturare il territorio, dare il senso che di fronte a questa sfida lo Stato risponde con una fermezza che non ha precedenti. Queste forze assicura – rimarranno qui per tutto il tempo necessario”.
Specifica ancora il ministro dell’Interno: “Una parte di queste aliquote sarà costituita da 24 appartenenti al reparto ’Cacciatori di Calabria’, un reparto speciale dei carabinieri con il compito di un controllo particolarmente attivo e aggressivo del territorio: sono reparti capaci di fare qualunque tipo di operazione, con precedenti in Sardegna, in Sicilia e in Calabria”.
A San Severo, inoltre, sarà costituito in pianta stabile un reparto prevenzione e crimine: “La Puglia assieme alla Calabria – annuncia – sarà l’unica regione ad avere tre reparti. Per sconfiggere le mafie, oltre al controllo del territorio, serve capacità investigativa“, spiega ancora il titolare del Viminale.
Dai russi agli indiani, i paperoni stranieri a caccia di ville in Italia
Ville, palazzi e appartamenti di lusso. I ricchi stranieri sembrano preferire sempre più l’Italia per fare razzia di residenze da sogno. Il Belpaese diventa così una meta ghiotta per paperoni russi e indiani, ma anche americani ed europei a caccia di un buen retiro sotto il sole della Toscana o all’ombra del Colosseo. Molti di loro, complice anche la flat tax per i nuovi residenti stranieri ad alto patrimonio introdotta con la legge di bilancio 2017, si sono lasciati incantare dalle lussuose dimore italiane.
Chi intende trasferire la residenza fiscale in Italia, infatti, da marzo può beneficiare di un’imposta sostitutiva sui redditi prodotti all’estero. L’opzione prevede il pagamento di un’imposta forfettaria di 100mila euro per ciascun periodo d’imposta per cui viene esercitata, al fine di attrarre e incentivare il trasferimento della residenza nel nostro Paese degli High net worth individual, ossia delle persone con un alto patrimonio.
“I ricchi stranieri prediligono le ville di lusso italiane” dice in un’intervista a Labitalia, Nicola Pardini, amministratore delegato di Windows on Italy, società che fa parte della holding Windows on Europe che include anche Halldis, e offre ville, palazzi e appartamenti di lusso al mare o in campagna, in Toscana, Umbria, Sicilia, Sardegna e in tante altre regioni italiane, con un portfolio anche nelle principali città turistiche come Firenze, Roma e Venezia.
“Negli ultimi cinque anni – dichiara Pardini – c’è stato un progressivo aumento internazionale delle richieste di ville di lusso in Italia. Anche se vari fattori esterni hanno danneggiato alcuni mercati come quello russo, ucraino o brasiliano, sono aumentate le richieste di paesi ’tradizionali’ come Usa, Uk, Australia, Canada, così come quelle di paesi europei come la Francia, il Belgio o la Germania”.
In più, aggiunge Pardini, “si sono sommati nuovi mercati molto interessanti come: Israele, Medio Oriente, Polonia, Kazakistan, Bielorussia, Sudafrica, Argentina, Messico, Guatemala, Panama. Rispetto al 2011, in piena crisi globale, l’aumento delle richieste è stato del 52%”.
“Spesso – fa notare ancora Pardini – le zone d’Italia e le tipologie di case corrispondono a un target definito. Una villa di lusso a pochi metri dalle sabbiose e ben servite spiagge di Forte dei Marmi sarà sicuramente prenotata da una clientela russa. Invece, un antico casale classico toscano nelle colline del Chianti piacerà piuttosto agli americani. Altre ’zone americane’ sono la costiera amalfitana e il lago di Como (da tutti ambito da quando vi soggiorna George Clooney)”.
“I clienti indiani – sottolinea Pardini – ci scelgono per le loro sfarzose feste di matrimonio, spesso ospitate nelle ville storiche; i clienti russi approfittano anche di brevi ’getaway’ per sfuggire dal loro freddo e soggiornare in periodi non di alta stagione (per noi non così caldi). Inoltre, gli europei amano godersi la vacanza con calma e relax (priorità è la piscina e la Spa), i clienti Usa invece hanno di solito un’agenda ricca di attività (come visite turistiche, musei, città, concerti, sport, wine tasting, cooking lessons)”.
Per quanto riguarda i prezzi, riferisce Pardini, “si possono trovare delle piccole strutture già considerate di lusso a un costo settimanale di 8-10.000 euro a settimana, ma di solito parliamo di budget settimanali da 10.000 a 50.000 euro”. “Per le proprietà vicino al mare (dove l’obiettivo è ritrovarsi davvero ’pied dans l’eau!’) è più comune l’affitto mensile – dice Pardini – con dei prezzi che vanno da 40.000 euro a 300.000 euro per un mese di alta stagione (luglio e agosto), mentre giugno e settembre arrivano a costare anche il 50% in meno”.
“Per le proprietà in campagna o vicino ai laghi, è più frequente – afferma Pardini – l’affitto settimanale e il soggiorno in periodi più distribuiti durante la bella stagione, da aprile (Pasqua) a fine ottobre (o addirittura fino a fine novembre-inizio dicembre per la zona delle Langhe che riesce a destagionalizzare di più)”.
“Il mercato degli affitti di lusso – commenta Nicola Pardini – è in crescita ormai da diversi anni. Ha saputo superare il periodo di crisi globale così come l’apparizione di nuovi player nel mondo degli affitti brevi non di lusso (come Airbnb) che non riescono ad offrire al cliente la qualità del servizio e le attenzioni di un’agenzia locale, specializzata nel territorio e con le conoscenze e i contatti giusti così da garantire al cliente un’esperienza indimenticabile”.
“Notiamo – avverte – che aumenta la sperequazione tra chi spende sempre di più e la classe media che spende sempre meno. D’altronde, il cliente ricerca il lusso non solo nella villa ma in tutte le sue manifestazioni, dai servizi alla perfetta organizzazione e la relativa mancanza di sorprese o perdite di tempo”.
“E’ ad esempio ormai famoso l’esempio – cita – di quel cliente russo (a Forte dei Marmi) che con la sua auto ha tamponato uno scooter e, piuttosto di non perder tempo nel compilare la constatazione amichevole d’incidente, si è ’comprato’ lo scooter lasciando al proprietario dello scooter incidentato 5.000 euro in banconote”. Talvolta conclude, “ciò avviene anche per il desiderio di stupire e apparire che alcuni clienti russi hanno, per dimostrare il loro superiore standard di vita.