Migranti, gelo nei 5 Stelle
Nuovo scontro sui migranti, tutto italiano. La crepa all’interno del governo e del Movimento 5 Stelle si apre dopo le parole del presidente della Camera, Roberto Fico, in visita all’hotspot di Pozzallo. “Io i porti non li chiuderei. Dell’immigrazione si deve parlare con intelligenza e cuore”, dice la terza carica dello Stato aggiungendo: “Quando si parla di ong bisogna capire cosa si vuole intendere. Fanno un lavoro straordinario. L’inchiesta di Palermo archiviata, l’inchiesta di Catania da un anno non cava un ragno dal buco. Quindi bisogna capire bene di chi si parla e chi le finanzia, se non si fa cattiva informazione. Le ong nel Mediterraneo hanno salvato i migranti”. E ancora: “Bisogna essere solidale con chi emigra, che sono storie drammatiche che toccano il cuore”.
A quel punto è Luigi Di Maio che interviene affermando che in tema di migrazioni il governo non ha mai chiuso i porti, mentre la chiusura c’è stata nei confronti delle Ong che non si attengono. Quelli di Fico, insomma, per il capo M5S, sono prese di posizione della terza carica dello Stato e il governo le rispetta, pur non essendo la linea dell’esecutivo. A pensarla allo stesso modo è l’altro vicepremier Matteo Salvini per il quale si tratta di “un punto di vista personale”.
Parole, quelle di Fico, che piacciono invece all’opposizione. “Ho apprezzato le parole di questa mattina del presidente Roberto Fico. Sono parole giuste. Ora mi auguro che voglia muoversi sia verso la maggioranza di governo e nel suo movimento perché si rifletta con serietà sulla situazione e si fermino scelte sbagliate come quelle fatte sino a qui dall’esecutivo”, ha affermato il segretario reggente del Partito democratico, Maurizio Martina. “Rompendo un muro di ipocrisia e di imbarazzati silenzi da parte del Movimento 5 Stelle di fronte alle esternazioni quotidiane di Salvini, il presidente della Camera Roberto Fico ha pronunciato parole di verità sul ruolo delle Ong”, ha detto dal canto suo il capogruppo di Liberi e uguali alla Camera, Federico Fornaro.
Salvini: “Al governo per 30 anni”
Bagno di folla per il leader della Lega Matteo Salvini a Pontida al tradizionale raduno del Carroccio.”L’Italia che governeremo per i prossimi 30 anni, si rassegnino i compagni, è un’Italia che non ha paura di niente e di nessuno” dice Salvini, aggiungendo che l’obiettivo è costruire un “Paese orgoglioso, diverso, fondato sulle autonomie”. Il tradizionale raduno “non lo considero un comizio, ma una riunione di famiglia e mi piacerebbe che ognuno di voi portasse a casa un impegno, cioè che questa non è la fine di un percorso, ma un avvio”. Perché “quello che siamo riusciti fare quest’anno, dall’anno prossimo lo faremo a livello continentale. Questa famiglia -afferma Salvini- dovrà crescere e coinvolgere”. Per questo “chiedo il vostro aiuto e il vostro consiglio, umilmente. E penso che ce la faremo con la battaglia di chi è quaggiù e il sostegno di chi è lassù”.
“I porti per chi aiuta chi traffica esseri umani sono e resteranno chiusi“, assicura il vicepremier. “Rispondendo a chi gli chiedeva che cosa ne pensasse delle parole del presidente della Camera Roberto Fico, per il quale i porti dovrebbero rimanere aperti alle Ong che soccorrono i migranti, il leader del Carroccio spiega: “Rispetto le opinioni di tutti, ma c’è un governo che fa e c’è un ministro che fa“. “Cercano di farci litigare con i nostri compagni di governo, ma non ci riusciranno. In questi primi mesi di lavoro ho trovato nei dirigenti Cinque Stelle persone oneste, coerenti e con la voglia di cambiare il Paese. Ma certo – avverte – se i porti si chiudono o si aprono lo decide il ministro dell’Interno, perché funziona così”. Del resto “oggi c’è la terza nave di una Ong straniera che prenderà la via di un Paese diverso dall’Italia. Poi ce ne sarà una quarta, una quinta e così via. Fino a quando gli scafisti si stuferanno e cambieranno mestiere”. “Io non faccio speculazioni, a differenza di altri, sui morti. Se qualcuno muore a cinque chilometri dalle coste libiche è perché ci sono navi pronte a raccoglierli”, ha detto ancora Salvini. E a chi gli chiede se si sente chiamato in causa per le ultime vittime in mare dice: “Se qualcuno annega a pochi chilometri dalle coste libiche, senza che la guardia costiera italiana sia neanche stata contattata non vedo la connessione”. “Alcuni sciacalli sono arrivati a dire che la tragedia avvenuta l’altro giorno nel Mar Mediterraneo, a tre miglia dalle coste libiche, è colpa nostra. Ma io vorrei dire che ormai gli scafisti hanno capito che l’aria sta cambiando“.”Erano stati abituati ad arricchirsi di fronte a morte sicura migliaia di migliaia di bimbi e ragazzi perché tanto c’era sempre qualcuno disposto ad aiutarli nel loro mestiere di scafisti”. “Oggi -prosegue Salvini- le autorità libiche sono rientrate democraticamente nel pieno controllo del loro territorio e per questo voglio ringraziare gli uomini della guardia costiera libica che, nel silenzio di giornali e televisioni, hanno soccorso più di mille disperati che stavano rischiando di annegare riportandoli sul territorio libico. Ringrazio queste persone -sottolinea- che stanno portando via la pagnotta ai mafiosi del business dell’immigrazione”.
Quanto all’accordo sui migranti raggiunto al Consiglio europeo è “un primo passo” per il Salvini che spiega: “Finalmente si è discusso delle proposte italiane e siamo a metà dell’opera”. Soprattutto “si sono accorti che possiamo dire dei no e se c’è bisogno li diciamo”. “Il mio obiettivo – avverte – è che l’Europa protegga la frontiera esterna con Frontex, non fare ’mal comune, mezzo gaudio’, redistribuendo i migranti”. E se “l’’accoglienza è volontaria per gli altri, deve esserlo anche per noi”. “Non basta cambiare l’Italia, bisogna cambiare l’Europa”, ha detto il leader della Lega sottolineando come “le elezioni europee dell’anno prossimo saranno un referendum fra l’Europa delle élite, delle banche, della finanza, dell’immigrazione e del precariato e l’Europa dei popoli, del lavoro, della tranquillità, della famiglia e del futuro”. Dopo aver manifestato l’idea di ampliare la portata della Lega a una dimensione internazionale, ha aggiunto: “Girerò capitale per capitale, incontrando i colleghi ministri per occuparci di sicurezza, di antiterrorismo e di controlli dei confini. E, ovviamente, di un’alleanza che dia a 500 milioni di cittadini un futuro diverso”. “Non finirò mai di ringraziare chi mi ha dato il coraggio e le idee per cominciare a fare politica – sottolinea Salvini -. E questo nome è quello di Umberto Bossi. Non ha altro nome e non ha altro cognome”. Ha ringraziato Bossi “che mi ha dato il coraggio e le idee per cominciare a fare politica” e concluso l’intervento con un rosario in mano, dicendo che “è stato confezionato da una donna sfruttata, da una di quelle donne illuse che in Italia c’era il Bengodi. Era una donna nigeriana, ma poteva essere italiana o di qualsiasi altra nazionalità”. In ogni caso, “da ministro giuro che farò di tutto per meritare un pizzico del sostegno, vostro e altrui, affinché ciascuno possa nascere, crescere, andare a scuola, curarsi, lavorare e veder nascere i propri figli nel suo Paese, senza essere sradicato e mandato dall’altra parte del mondo. Ognuno felice e orgoglioso del suo Paese”. Quindi, rivolgendosi alle migliaia di persone che seguivano il suo intervento sotto al palco, ha chiesto: “Avete voglia di giurare di non mollare finché non avremo liberato i popoli di questa Europa?”, rilanciando più volte la domanda: “Giurate o no?”. E la risposta, convinta ed entusiasta del suo popolo, non si è fatta attendere.
Olimpiadi a Torino, Appendino: “Rapporti ricuciti”
“I rapporti sono ricuciti. Siamo compatti nel mandare avanti la candidatura di Torino“. E’ la sindaca, Chiara Appendino, ad annunciare nella tarda serata di ieri l’esito dell’incontro sulla candidatura del capoluogo piemontese alle Olimpadi invernali del 2026 tra il vice premier Luigi Di Maio e la maggioranza pentastellata che guida la citta’.
Un incontro che arriva al termine di una settimana complicata, che si è aperta lunedì sera con un vertice di maggioranza dai toni accesi in cui Appendino è arrivata anche a minacciare le dimissioni, proseguita poi, martedì, con la presentazione del dossier al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giorgetti, e con altri due vertici, tecnico l’uno, più politico l’altro, tra la sindaca e la sua maggioranza. “Martedì- ha confermato poi, ieri sera, la prima cittadina – invieremo a Roma lo studio di fattibilità, quindi la città di Torino partecipa al percorso”.
“Abbiamo discusso a lungo con tutta la maggioranza. Lunedì ci sarà una discussione in Consiglio comunale, in cui dettaglieremo qual e’ il nostro modello di Olimpiadi”, ha aggiunto la sindaca sottolineando che il vice premier, intanto, “a livello governativo porrà le tematiche che ha posto anche il gruppo consiliare e che, secondo noi, sono da modello per quanto riguarda la gestione dell’evento”.
“Quindi – ha precisato Appendino – un’analisi costi-benefici che vale per tutte le citta’ candidate, vale quindi per Torino, Milano e Cortina, perche’ e’ giusto farlo, la sostenibilità ambientale, il tema della verifica della spesa. Linee condivise – ha ribadito – che secondo noi lo devono essere per tutte le città che si candidano”.
Nelle quasi tre ore di incontro, la maggioranza pentastellata della Sala Rossa ha presentato al capo politico del Movimento i 12 punti ‘imprescindibili’ del manifesto olimpico per dire si ai Giochi. “Siamo molto contenti che il viceministro Di Maio abbia condiviso e apprezzato i nostri punti e se ne sia fatto carico per portarli avanti”, ha commentato a questo proposito la capogruppo M5S in Consiglio comunale, Valentina Sganga.