Migranti, Israele: “Li manderemo via”
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sospende l’attuazione dell’accordo definito dal suo governo con l’Unhcr per risolvere la crisi dei migranti dai paesi africani in Israele deportando in paesi terzi decine di migliaia di persone.
Il premier lo ha annunciato poche ore dopo aver dato notizia del raggiungimento di un’intesa in materia che prevedeva la concessione di un permesso provvisorio a 18mila migranti e la ricollocazione di altri 16.250 in paesi occidentali fra cui il Canada, la Germania e l’Italia, aveva detto Netanyahu. Il premier era stato poi costretto a precisare che i paesi citati erano solo esempi generici e non nazioni con cui erano effettivamente stati raggiunti accordi. L’Unhcr non aveva citato i paesi che avrebbero accettato i migranti. “Sospendo l’attuazione dell’accordo e lo esaminerò nuovamente”, ha scritto il premier in un post su Facebook in cui anticipa incontri con i residenti di Tel Aviv sud.
“Nonostante le difficili limitazioni giuridiche e le crescenti difficoltà internazionali, continueremo a lavorare con determinazione per ricorrere a tutte le possibilità che abbiamo a disposizione per far uscire gli infiltrati dal Paese’’, ha affermato poi Netanyahu durante l’incontro con i residenti dei quartieri meridionali di Tel Aviv, dove è forte la presenza di migranti africani.
Quanto all’accordo con l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), che prevedeva il ricollocamento di oltre 16.000 richiedenti asilo africani verso alcuni Paesi occidentali, “dopo aver ascoltato molte osservazioni, ho esaminato vantaggi e svantaggi e ho deciso di annullarlo”, ha affermato, sottolineando che “cercheremo ulteriori soluzioni”.
La Francia si è fermata contro Macron
Martedì nero in Francia per lo sciopero delle ferrovie dell’Sncf contro i piani del governo per il settore. Secondo la compagnia ferroviaria statale nella giornata di ierisi viaggiava un solo treno ad alta velocità su otto e un convoglio regionale su cinque. Nella regione parigina due linee suburbane sono state cancellate del tutto e altre hanno proceduto con servizi molto limitati.
Già dalle prime ore del mattino, l’emittente televisiva Bfmtv mostrava le banchine della stazione Gare de Lyon di Parigi straripanti di persone, con alcuni passeggeri spintonati e caduti sui binari. Lo sciopero ha causato forti ripercussioni sul traffico stradale. All’ingresso di Parigi, poco prima delle 8 del mattino, il sito Sytadin registrava 370 km di coda, un traffico “eccezionale per quest’orario”.
I quattro sindacati maggiormente rappresentativi della Sncf, sono determinati a opporre resistenza ai piani di riforma del governo, che prevede, tra le altre cose, di abolire lo statuto speciale per i nuovi assunti e aprire la rete alla concorrenza, come richiesto dalla legislazione dell’Unione Europea.
In tilt 50% voli in Europa
Un problema informatico mette a rischio la regolarità di circa la metà dei voli in Europa. Eurocontrol, l’ente continentale per il controllo del traffico aereo, dal proprio profilo Twitter ha annunciato che “c’è stato un guasto del Enhanced Tactical Flow Management System”.
“Erano programmati 29.500 voli nel network europeo. Circa la metà potrebbe accusare un ritardo per il guasto al sistema” afferma l’Agenzia intergovernativa che gestisce la navigazione aerea sui cieli europei.
In un altro messaggio, Eurocontrol ha poi chiarito che “il problema all’ETFMS è stato identificato” e sono in corso gli interventi opportuni. “Gli operatori aerei sono invitati a rifare i piani per i voli non ancora operati e che sono stati originariamente depositati in precedenza”.
ENAC – In relazione al problema tecnico, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, nel monitorare la situazione sugli scali nazionali, ha confermato che “al momento, sia pure con l’approssimarsi dell’orario di maggior traffico serale, l’operatività è in linea di massima regolare”.
L’Enac ha invitato comunque i passeggeri “a contattare la compagnia di riferimento o il gestore aeroportuale per verificare la regolarità del proprio volo”.