Migranti, procedura d’urgenza per navi dove isolare positivi Covid
(Ileana Sciarra)- A quanto apprende l’Adnkronos da autorevoli fonti di governo, dovrebbe partire domani la procedura d’urgenza che vede insieme Viminale e ministero dei Trasporti per mettere in campo delle navi ad hoc dove controllare i migranti in arrivo e isolare eventuali positivi, così da ’schermare’ le popolazioni locali ed evitare qualsiasi tipo di rischio legato allo sbarco di migranti sulle coste italiane. E’ questa infatti la soluzione, anticipata ieri dall’Adnkronos, messa a punto dai tecnici del ministero dell’Interno, dopo il caso dei 28 migranti risultati positivi al Covid-19 e sbarcati sulle coste di Roccella Jonica.
Il rischio, però, spiegano le stesse fonti, è che l’offerta del governo vada deserta, perché economicamente poco appetibile di fronte alla struttura che gli armatori eventualmente interessati sarebbero chiamati a mettere in piedi. Domani, comunque, la procedura dovrebbe ufficialmente partire.
Aspi: “Proposta recepisce richieste del governo”
Formalmente non è ancora convocato, inizialmente avrebbe dovuto tenersi 11. Il Consiglio dei ministri che oggi dovrebbe affrontare il dossier Aspi “potrebbe essere non risolutivo”, ovvero “non decidere” sul futuro delle concessioni ad Autostrade. Lo dicono all’Adnkronos diverse fonti di governo, alcune delle quali non escludono che la riunione possa slittare al pomeriggio o alla serata di domani, se non addirittura esser fissato nei giorni immediatamente successivi.
In Cdm si terrà un’informativa, come spiegato dallo stesso premier Giuseppe Conte da Berlino, ma la decisione “necessiterà ancora di qualche giorno, oltre che arrivare a Borse chiuse”, spiega una fonte di governo di primo piano, dicendosi convinta della fumata nera di domani. “Il premier ha fretta di decidere – spiegano altre fonti – sicuramente scioglierà la riserva presto, ma è difficile ciò avvenga già domani”. “Si parte con un’informativa – spiega un’altra fonte – tutto è aperto. Sulla base di quello che viene fuori in Cdm si deciderà, l’intenzione di Conte è chiudere”. Ma che ciò avvenga già domani “è difficile crederlo”.
Oggi torna a riunirsi anche il consiglio di amministrazione di Atlantia per un esame della vicenda Aspi. Lo si apprende da fonti vicine al dossier. Il board non dovrebbe assumere decisioni ma valutare la situazione alla luce degli ultimi sviluppi.
Intanto, si apprende da fonti vicine al dossier, il Silk road fund ha convocato oggi l’ambasciatore italiano a Pechino, Luca Ferrari, per chiedere spiegazioni in merito alle decisioni del governo italiano sul futuro di Aspi, di cui il governo cinese è azionista tramite il fondo.
Autostrade per l’Italia, per garantire la massima trasparenza verso il mercato, investitori e finanziatori e l’opinione pubblica ha reso nota la lettera dell’11 luglio 2020 indirizzata ai Ministeri competenti, di cui la stampa ha riportato ampi stralci. La lettera fa seguito all’incontro tenutosi il 9 luglio presso il Mit, volto alla definizione della procedura del presunto grave inadempimento in corso, e recepisce le indicazioni ricevute in tale sede dai rappresentanti istituzionali. E’ quanto si legge in una nota della società nell’auspicare che le decisioni che verranno assunte siano basate solo ed esclusivamente su aspetti di tipo giuridico, tecnico, sociale ed economico e tengano conto del patrimonio industriale unico rappresentato dalla società e degli interessi dei suoi 7.000 lavoratori, dei 17.000 piccoli risparmiatori – che detengono una quota del debito – e delle migliaia di creditori commerciali e fornitori, che rappresentano una quota assolutamente rilevante del comparto produttivo del Paese.
Nello specifico, in caso di accettazione della proposta, Aspi ha aumentato da 2,9 miliardi a 3,4 miliardi l’importo totalmente a proprio carico da destinare a riduzioni tariffarie, a interventi aggiuntivi di manutenzione e a interventi per la ricostruzione del viadotto sul Polcevera. Verrebbe inoltre recepito il regime tariffario regolato dalle delibere dell’Art, sulla base delle risultanze concordate al tavolo tecnico svoltosi al Mef, con l’impegno ad aggiornare il Piano Economico Finanziario entro 7 giorni dall’accettazione della nuova proposta.
E’ stata formulata anche una proposta di ridefinizione dell’art. 9 della Concessione relativa alla regolamentazione dei casi di inadempimento e decadenza – previa verifica con esperti indipendenti con comprovata esperienza delle condizioni di bancabilità del piano degli investimenti previsti – ed è stata comunicata la volontà di rinunciare a tutti i ricorsi presentati nei confronti della parte pubblica. La società ha inoltre dato disponibilità a valutare l’apertura del proprio capitale a investitori terzi pubblici e privati, a supporto del rilevantissimo piano degli investimenti previsto dal Piano di Trasformazione.
La proposta formulata da Aspi l’11 luglio, sottolinea la società, è l’esito di un confronto negoziale iniziato circa un anno fa e che ha visto la società formulare diverse proposte, sempre migliorative, con oltre 10 lettere inviate all’Esecutivo. La missiva dello scorso sabato aderisce alle ultime richieste del governo, a riprova dell’impegno complessivo profuso dalla società verso l’interesse pubblico. La società non ha aderito invece alla richiesta di manleva formulata al tavolo a favore della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Mit e del Mef, a fronte di danni civili che potrebbero essere richiesti da terzi a tali istituzioni per loro eventuali responsabilità come conseguenza del tragico crollo del Viadotto sul Polcevera. Con ciò nella prospettiva che ciascuno risponda per le proprie responsabilità, ove fossero accertate, nell’ambito della distinzione dei ruoli tra Concedente e Concessionario.
LETTERA AL GOVERNO – “Pur confermando quanto più volte da noi già ampiamente dedotto in ordine alla infondatezza dei contestati, da Voi, presunti inadempimenti”, Aspi, “ritenendo prioritario l’obiettivo del superamento dell’attuale situazione controversa, intende aderire, nei termini di seguito esposti, alle indicazioni ricevute e, pertanto, formula la seguente nuova proposta a fronte della positiva conclusione concordata del procedimento in oggetto”. E’ quanto si legge in un passaggio della lettera che Aspi ha inviato al governo e che oggi ha pubblicato sul proprio sito. La missiva è stata inviata al segretario generale della Presidenza del Consiglio, Roberto Chieppa, ai capi di gabinetto di Mit e Mef, Alberto Stancanelli e Luigi Carbone e per conoscenza ai ministri Paola De Micheli e Roberto Gualtieri.
Nella lettera si legge che “Aspi si impegna ad assumere ad integrale proprio carico, e senza alcun riconoscimento economico nell’ambito della concessione, l’importo da Voi indicato di euro 3.400 milioni, da destinare sia a riduzioni tariffarie a favore dell’utenza, sia ad interventi aggiuntivi di manutenzione delle infrastrutture in concessione, sia ancora agli interventi per la ricostruzione del viadotto sul Polcevera”.
Di questa cifra, 1.500 milioni sono destinati “per riduzioni tariffarie da applicarsi d’intesa con il concedente, con le modularità che saranno ritenute migliori per favorire l’utenza, con specifico riguardo a tratte interessate, a partire dall’area ligure, ed ai pendolari. La riduzione, in presenza di particolari situazioni, potrà determinare anche l’azzeramento totale del pedaggio”. Inoltre, 1.200 milioni sono “oneri complessivi relativi alla realizzazione di interventi di manutenzione sulle infrastrutture della rete da eseguire nel periodo regolatorio 2020-2024” e 700 milioni destinati alle “attività di demolizione e ricostruzione del viadotto sul Polcevera e per tutti gli ulteriori oneri connessi”.
“Aspi si dichiara sin d’ora disponibile, in vista della realizzazione del rilevantissimo piano delle manutenzioni e degli investimenti di cui al precedente punto 2 e della positiva conclusione concordata della procedura di contestazione, a sottoporre al proprio Cda una delibera volta a consentire all’Assemblea degli azionisti di valutare l’apertura del capitale della società a investitori istituzionali terzi pubblici e privati” indica Aspi in un passaggio della lettera al governo. “Il tutto – scrive l’ad Roberto Tomasi – mediante un adeguato aumento di capitale accompagnato da una ridefinizione delle regole di governance della società finalizzate ad assicurare la realizzazione dello sfidante ’Piano di trasformazione’ oltre alla migliore tutela dell’interesse pubblico, e fermi restando i diritti statutari degli attuali azionisti di minoranza”.
“In merito – prosegue la lettera – si richiama inoltre la disponibilità della controllante Atlantia a supportare l’apertura del capitale a terzi in sede assembleare, già espressa nella corrispondenza intercorsa fine del 6 febbraio scorso indirizzata al presidente del Consiglio, al ministro dell’Infrastrutture e dei Trasporti e al ministro dell’Economia e delle finanze”.
Aspi, Faraone: “No demagogia spicciola, salvaguardare lavoro”
“Atlantia continua ad affondare in borsa, chiaro che andavano evitate dichiarazioni in libertà prima del cdm di domani. Da due anni va avanti il balletto su Autostrade, mentre un minuto dopo il crollo del ponte di Genova i populisti avevano già tirato le conclusioni: assurdi e superficiali”. Lo dice all’Adnkronos il presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone. “Abbiamo fiducia nella magistratura affinché si individuino presto i responsabili di quella strage ma la politica – aggiunge – tutto deve fare adesso tranne che rischiare di regalare miliardi per contenziosi infiniti rischiando di bloccare i cantieri”.
“Per noi la soluzione seria e concreta è una: se lo Stato vuole tornare nella proprietà di Autostrade la cosa da fare è l’aumento di capitale della società che la controlla con un intervento diretto di Cdp. Il resto sono chiacchiere e demagogia spicciola che impoverisce il Paese e mette a rischio migliaia di posti di lavoro”.
Aspi, Calenda: “Revoca? Spero abbiano fatto bene calcoli o sarà disastro”
“Spero abbiano fatto bene i calcoli….”. Carlo Calenda risponde così all’Adnkronos in merito alla accelerazione verso la possibile revoca della concessioni autostradali ai Benetton su cui insistono da sempre i 5 stelle, ma che ora trova la sponda del premier Giuseppe Conte e sembra anche del Pd.
Se questa sarà la decisione, osserva Calenda, “spero che le evidenze sulle ragioni della revoca siano solide e che abbiano pensato a come gestire il processo di trasferimento della concessione. Altrimenti -conclude il leader di Azione- sarà un disastro finanziario e occupazionale”.
Cdm impugna 4 leggi regionali
Il Cdm, riunito ieri mattina a Palazzo Chigi, ha impugnato 4 leggi regionali e ha deciso di non contestarne 13. Nello specifico, il Consiglio dei ministri, durato una manciata di minuti, ha deciso di impugnare la Legge delle Provincia di Trento n. 3 del 13/05/2020 recante “Ulteriori misure di sostegno per le famiglie, i lavoratori e i settori economici connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19 e conseguente variazione al bilancio di previsione della Provincia autonoma di Trento per gli esercizi finanziari 2020 – 2022” in quanto alcune norme eccedono la competenza statutaria, in violazione dell’articolo 117, secondo comma, lettere s) e m) della Costituzione. Per quanto concerne, in particolare, l’impugnativa dell’articolo 52, commi 2, 3 4, lettera c), 6, 7, 8, e degli articoli 53, 54 e 57, successivamente all’entrata in vigore del decreto “semplificazioni”, le disposizioni saranno oggetto di una riunione per valutare l’eventuale rinuncia, anche parziale, all’impugnativa alla luce dell’intervenuta legislazione nazionale.
La Legge della Regione siciliana n. 9 del 12/05/2020 recante “Legge di stabilità regionale 2020-2022”, in quanto l’articolo 10, comma 14, eccede dalle competenze statutarie violando la legislazione previdenziale di competenza legislativa esclusiva dello Stato, ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lettera o), della Costituzione in materia di previdenza sociale.
Impugnate, inoltre, la Legge della Regione Friuli Venezia Giulia n. 8 del 18/05/2020 recante “Misure urgenti per far fronte all’emergenza epidemiologica da COVID-19 in materia di demanio marittimo e idrico” in quanto l’articolo 2, estendendo la proroga delle concessioni demaniali marittime a tipologie ulteriori e diverse rispetto a quelle previste dalla normativa statale vigente, eccede dalle competenze statutarie e si pone in contrasto con l’articolo 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione, con riferimento alla tutela della concorrenza.
Nonché la Legge della Regione Friuli Venezia Giulia n. 9 del 18/05/2020 recante “Disposizioni urgenti in materia di autonomie locali, finanza locale, funzione pubblica, formazione, lavoro, cooperazione, ricerca e innovazione, salute e disabilità, rifinanziamento dell’articolo 5 della legge regionale 3/2020 recante misure a sostegno delle attività produttive”, relativamente, all’articolo 1 in materia di trasferimento dei beni immobili in quanto eccede dalle competenze statutarie e si pone in contrasto con l’articolo 117, secondo comma lettera l) in materia di ordinamento civile; all’articolo 3, comma 1, in materia di esenzione di tasse comunali in quanto le norme eccedono le competenze statutarie, in contrasto con l’articolo 117, secondo comma lettera e) della Costituzione e all’articolo 11, in materia di reggenza dei segretari comunali, che eccede dalle competenze statutarie e si pone in contrasto con l’articolo 117, secondo comma, lettera l) della Costituzione in materia di ordinamento civile.
Al contrario, non sono state impugnate la Legge della Regione siciliana n. 10 del 12/05/2020 “Bilancio di previsione della Regione siciliana per il triennio 2020-2022”; la Legge della Regione Puglia n. 13 del 15/05/2020 “Misure straordinarie di sostegno al settore lattiero–caseario”; la Legge della Regione Friuli Venezia Giulia n. 10 del 18/05/2020 “Misure urgenti in materia di cultura e sport”; la Legge della Regione Veneto n. 17 del 20/05/2020 “Iniziative a sostegno dei soggetti che operano nel settore della cultura e dell’attività motoria e sportiva”; la Legge della Regione Veneto n.18 del 20/05/2020 “Norme per il riconoscimento ed il sostegno della funzione educativa e sociale del Consiglio comunale dei ragazzi come strumento di partecipazione istituzionale delle giovani generazioni alla vita politica e amministrativa”.
E ancora, il governo non impugnerà la Legge della Regione Veneto n. 19 del 20/05/2020 “Iniziative per la promozione della cultura materiale della vite e del vino e per la valorizzazione della tradizione enologica veneta. Istituzione di ecomusei del vino e patrocinio regionale ad associazioni operanti per la cultura del vino. Modifiche alla legge regionale 7 settembre 2000, n. 17 “Istituzione delle strade del vino e di altri prodotti tipici del Veneto” e successive modificazioni”; la Legge della Regione Lombardia n. 12 del 21/05/2020 “Modifiche alla legge regionale 28 febbraio 2005, n. 9 (Nuova disciplina del servizio volontario di vigilanza ecologica)”; la Legge della Regione Umbria n. 5 del 20/05/2020 “Istituzione di una Commissione speciale per le Riforme Statutarie e Regolamentari”.
Medesima decisione per la Legge della Regione Lazio n. 2 del 27/05/2020 “Modifica alla legge regionale 6 novembre 2019, n. 22 (Testo unico del Commercio) e successive modifiche”; la Legge della Regione Calabria n. 5 del 29/05/2020 “Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2019, n. 13 (rideterminazione della misura degli assegni vitalizi diretti, indiretti e di reversibilità e adeguamento al d.l. n. 174/2012)”; la Legge della Regione Calabria n. 6 del 08/06/2020 “Abrogazione della legge regionale n. 5/2020 (Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2019, n. 13 (rideterminazione della misura degli assegni vitalizi diretti, indiretti e di reversibilità e adeguamento al d.l. n. 174/2012))”.
Infine non saranno impugnate la Legge della Regione Sicilia n. 11 del 21/05/2020 “Rinvio delle elezioni degli organi degli enti locali e degli enti di area vasta per l’anno 2020”; la Legge della Regione Veneto n. 22 del 29/05/2020 “Modifiche della legge regionale 16 gennaio 2012, n. 5 “Norme per l’elezione del Presidente della Giunta e del Consiglio regionale”. Modifica articolo 11, comma 2”.