Gli scenari delle coste mediterranee anche in questo inizio anno fanno registrare un numero esorbitante di migranti. Il 19 gennaio l’Oim (l’Organizzazione internazionale per le migrazioni) ha infatti riportato questi dati: “Dall’inizio dell’anno, un totale di 2.583 migranti e rifugiati sono giunti in Europa via mare. Meno della metà degli arrivi, 1.093, sono stati registrati in Italia. Il dato non include tuttavia la maggioranza dei 1.671 migranti salvati nelle acque tra la Libia e l’Italia in due giorni: 1.457 martedì 16 gennaio e 214 mercoledì 17 gennaio. In Grecia sono stati notificati 847 sbarchi dall’inizio dell’anno, mentre la Spagna ne ha segnalati 653”. Il dato allarmante è che 199 persone hanno perso la vita mentre tentavano la traversata.
“I migranti che percorrono la rotta del Mediterraneo centrale sono più vulnerabili allo sfruttamento e alla tratta rispetto ai migranti che viaggiano sulla rotta del Mediterraneo orientale, anche quando hanno caratteristiche demografiche e di viaggio simili. Le particolari condizioni di insicurezza vissute dai migranti in Libia si traducano in un importante motore di migrazione verso quelli che vengono percepiti come Paesi di destinazione più sicuri, inclusa l’Italia”: questo è quanto emerso dal rapporto dell’Oim.
È necessaria l’identificazione e la messa in protezione per tutti i migranti vulnerabili, tenendo conto dei diversi “rischi che uomini, ragazzi, donne e ragazze possono affrontare durante i loro viaggi e dei diversi tipi di sfruttamento a cui possono essere soggetti”. Nell’impedire le partenze soprattutto dalla Libia si preferisce incoraggiare le traversate pericolose con imbarcazioni inadatte messe a disposizione dai trafficanti. Sarebbe auspicabile invece un’operazione umanitaria.
Il Direttore Generale dell’Oim ha rilasciato queste parole, che ci inducono a riflettere: “Dobbiamo offrire speranza a coloro che affrontano avverse condizioni economiche, fornire percorsi legali per un maggior numero di migranti o opzioni di migrazione circolare per coloro che desiderano lavorare e tornare a casa…perché se non troviamo noi una soluzione, i trafficanti lo faranno al nostro posto e pagheremo un prezzo molto caro in termine di perdite di vite umane e di deterioramento del tessuto sociale delle nostre società”.