(Adnkronos) – Luci a San Siro. Il Milan di Paulo Fonseca affronta, sabato 23 novembre, la Juventus per rilanciare la sua classifica: “È una partita importante. In Serie A tutte le squadre perdono tanti punti, non è un campionato come quello spagnolo o francese dove le squadre in testa vincono sempre. Qui è più difficile non perdere punti perché la differenza tra la squadra più forte e quella più debole è inferiore rispetto ai campionati che ho citato prima. È una partita importante per noi”, ha detto il tecnico rossonero in conferenza stampa. Su Leao, che ha detto di voler essere meno egoista: “Capisco quello che ha detto Leao. Penso che lui voglia dire che deve essere più decisivo. Sono d’accordo, penso che Rafa possa essere più decisivo e sta lavorando per questo”. Il ct della Francia Deschamps ha invece detto che Theo Hernandez è stanco sia mentalmente che fisicamente: “Ho parlato con lui e onestamente non penso sia una questione di stanchezza mentale. Non voglio commentare quello che ha detto Deschamps. Theo è un grandissimo calciatore, per me è il terzino sinistro più forte al mondo. Credo che il suo periodo sia dovuto a una questione di adattamento, sta imparando cose che sono importanti. L’ho ritrovato più concentrato e motivato che mai”. Fonseca ha anche conosciuto Jannik Sinner, in occasione delle Atp Finals di Torino: “È stato un piacere sostenere un milanista come Sinner. Lui ha tante cose buone che voglio vedere nella mia squadra: la sua capacità di concentrazione per esempio è impressionante. Non sbaglia quasi mai, è molto focalizzato e concentrato. Ovvio che mi piacerebbe vedere queste caratteristiche nei miei ragazzi. Domani non è decisiva, ma è importante. Importante come lo sono tutte. Occorre fare qualche vittoria di fila. Io sono sempre positivo, abbiamo rispetto per la Juve, ma non paura. Noi siamo il Milan e siamo qui per vincere domani”. La Juventus sarà senza Vlahovic: “Non so se giocherà Weah, lui è molto veloce, gioca in profondità. Sono giocatori diversi, non sarà la stessa cosa. Dovremo fare attenzione ai movimenti in profondità e meno all’appoggio, perché è un calciatore che fa meno questo lavoro”. Sulla mentalità: “Quando dopo la partita di Madrid ho detto che sarebbe stato più difficile con il Cagliari, non l’ho fatto perché sono pazzo. Era un messaggio al gruppo perché so che la squadra ha questo tipo di caratteristiche, che quando affrontiamo un certo tipo di avversari si rilassa un po’. Credo che dopo Cagliari non lo abbiamo capito bene questo messaggio. Sono stato in un’altra squadra che giocava in Champions ed è una cosa che succede spesso”. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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