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MILANO FASHION WEEK AUTUMN-WINTER 2020/2021

Calato il sipario sulla London fashion week tutto il fashion system si preparava a vivere dal diciotto al ventiquattro febbraio nella città meneghina un’intensa esperienza fashion, fatta di tanti press day, party e mostre, ma così non è stato visto l’arrivo indesiderato in Lombardia del coronavirus che, non solo, ha lasciato a casa buyers e clienti cinesi, giapponesi e coreani, ma ha visto l’annullamento di molti eventi, di sfilate che si sono svolte a porte chiuse e di una chiusura anticipata a domenica ventitré. Al netto dell’impatto economico (le stime fatte sono di una perdita del fatturato dell’ottanta per cento), dei tanti eventi annullati la fashion week milanese si è confermata la più importante, quella con i designer più importanti, quella con il maggior numero di sfilate, quella che ha dettato davvero i trend alert della prossima stagione. I trend per il prossimo inverno saranno l’inossidabile amore per l’oversize e il destrutturato, la lunghezza midi e maxi e dove è quasi scomparsa la lunghezza mini, le gonne pantalone che tenteranno di scalzare i pantaloni culotte, sono spariti dalle passerelle leggings e ciclisti (il buongusto ringrazia!). C’è ancora tanta voglia di romanticismo che viene sublimato da ruches, volant e frange, riflettori ancora puntati sulle maniche che diventano il focus dell’outfit, i tailleur pantalone dal sapore anni ‘80, il velluto e la maglia come tessuti d’elezione, gli accessori che diventano i veri protagonisti dell’outfit e tanto, tantissimo colore.

L’onere di aprire questa surreale fashion week meneghina è toccato all’eclettico Alessandro Michele designer per la maison Gucci. Come sempre è stato il fashion show più atteso e anche in questa occasione il designer ha stupito tutti con una collezione che è stata, a detta di Michele, una dichiarazione d’amore alla moda e alla sua poetica. Il backstage è diventato parte integrante dello show trasformato in una piattaforma girevole dove compaiono modelle, sarte, make up artist ed hair stylist e da dove lo stesso designer fa capolino. A parte il forte impatto dello show sugli ospiti è stata una collezione che ha attraversato le tendenze fashion che hanno caratterizzato momenti storici; si parte dalla nostra infanzia per arrivare al settecento per arrivare agli anni ’70. Una collezione che provoca lo spettatore, di grande esercizio stilistico, ma che fatico a vedere in vendita negli store e soprattutto ad essere indossata nella vita di tutti i giorni (staremo a vedere cosa e quali capi visti in passerella arriveranno effettivamente negli store). Come al solito Alessandro Michele stupisce per la sua non aderenza alla portabilità dei capi e ai classici canoni di stile, ma è doveroso sottolineare che la maison Gucci è sempre una delle più desiderate e acquistate a livello mondiale soprattutto dai millennials, ma è altrettanto doveroso sottolineare l’estrema magrezza delle modelle avvistate sulla passerella di Gucci che ha reso totalmente vano i propositi per un fashion system body positivity attento alla salute e ai messaggi da veicolare alle tantissime ragazze e ragazzi che seguono i diktat del fashion.

La sfilata di Alberta Ferretti è stata un inno alla femminilità e al romanticismo che hanno preso forma nei bellissimi abiti in chiffon dalle mille ruches, i long dress in seta plissé dai colori vibranti come l’arancio, il viola e il blu royal affiancati dal sempre verde nero accesso da accessori e decori silver (l’argento si prepara a scalzare l’oro nel prossimo inverno). I tailleur pantaloni in principe di Galles (stampa d’elezione nelle sfilate per il prossimo inverno) o in pelle dalle linee oversize e le maniche raglan ci riportano agli ani ’80 come gli stivali da indossare con le longuette o infilandoci i pantaloni over, i total look denim, le spalle importanti i bijoux a catena (grande trend alert già da questa primavera-estate). La designer si riconferma un’amica delle donne, la più talentuosa a raccontare le tante sfaccettature di intendere la vita quotidiana portando in passerella una collezione portabilissima, super chic, femminile senza mai cadere nel cliché del banale-stucchevole.

La donna Max Mara per il prossimo inverno avrà un legame imprescindibile con il mare e la sua filosofia di viaggio e di fashion. Il colore incontrastato è il bleu navy che per gli outfit da giorno prende la forma di maxi coat chiusi da una corda con nodi che rievocano quelli marinareschi, di capispalla dai tessuti tecnici all’occorrenza provvisti di multitasche, di cappe lunghe sino ai piedi, di una borsa che può contenere tutto il necessario come la marine bag. Per gli outfit da sera il bleu diventa oltremare, misterioso, affascinante e femminile per merito del velluto, delle ruches e dei volant. La palette colori è essenziale, otre al bleu navy sfilano in passerella il grigio, il bianco è l’iconico beige, la donna Max Mara rifugge dai trend contingenti, ama viaggiare e avere un approccio del tutto personale con il fashion.

La maison Prada riferimento delle “sciure” milanesi per il prossimo inverno fa una virata verso il surreal glamour (titolo della collezione) senza perdere di vista il suo famoso minimal chic. La sfida della designer Miuccia Prada è stata quella di dare vita ad una collezione frivola, ma intelligente con tailleur maschili-femminili dalle spalle strutturate, vita strizzata e una gonna fatta di maxi frange svolazzanti, glitterate o decorate. Le frange sono il fil rouge di tutta la collezione, scendono dai capispalla, dai blazer, dagli abiti, la vita è sempre sottolineata da una cintura, le spalle sono sempre imponenti dove il blazer imbottito è diventato il must have per ogni fashion addicted. La palette colori rimane fedele al rigore minimal della maison prediligendo le nuance dei grigi e dei beige con qualche tocco, soprattutto negli accessori come calze e calzettoni di nuance neon.

Anche per la maison Fendi la femminilità diventa predominante; per il prossimo inverno l’affermazione femminile nel mondo del lavoro non passerà più necessariamente attraverso un austero tailleur gessato, ma anche attraverso lo chiffon, il pizzo, le forme over, le nuance più delicate come il rosa cipria. La collezione pensata da Silvia Venturini Fendi è un incastro perfetto di visioni contrapposte, ma che insieme danno vita ad outfit dall’allure super chic. I long coat sono marziali, ma al tempo stesso femminili grazie alle maniche a palloncino, le gonne sono a ruota dal mood retrò, ma al tempo stesso hanno una connotazione post-moderna grazie all’uso del neoprene, gli abiti smanicati sono rigorosi, ma al tempo stesso irriverenti grazie alle frange o alle bralette di satin da indossare sopra l’abito o comodamente già disegnate sull’abito. Gli accessori hanno un debole per il rosa baby che servono come antidoto al grigio delle nostre città, una collezione ecclettica, originale, dall’alto tasso di glamour che non ha dimenticato di far sfilare modelle curvy per una moda davvero inclusiva e che non ha fatto rimpiangere il tocco geniale del compianto designer Karl Lagerfeld che dal lontano 1965 collaborava con la maison.

Un altro fashion show attesissimo, oltre a quello della maison Gucci, è stato quello messo in piedi dal designer Jeremy Scott per la maison Moschino. La donna Moschino ha un’anima duale, metà Maria Antonietta, metà torta-a –porter, una collezione che rende omaggio agli eccessi, all’opulenza dei balli settecenteschi, una collezione no-sense, che ha fatto storcere il naso dei vari buyers, che difficilmente conquisterà il cuore delle donne e che, a mio modesto parere, non sarebbe piaciuta al fondatore della maison, Franco Moschino nonostante fosse stato il designer più irriverente, dissacrante ed ironico della sua generazione.

La designer Donatella Versace decide di portare in passerella contemporaneamente le collezioni uomo e donna per porre l’accento a quanto la forza dei due generi si equivalga. E’ stata una collezione controcorrente rispetto al mood iper femminile che ha da sempre contraddistinto la maison Versace; in passerella hanno sfilato capi neutri, che possono essere indossati indifferentemente da entrambi i sessi, ma anche capi con stampa animalier che diventa psichedelica (un trend avvistato su molte passerelle), le paillettes, l’iconica maglia metallica e le borse disponibili per entrambe le collezioni senza distinzione di genere. Personalmente credo che questa omologazione tra uomo e donna stia sfuggendo di mano ai designer, perché se da un lato il mood minimal mortifica la femminilità, dall’altro il mood stampe e paillettes rende ridicolo la sana mascolinità dell’uomo. La collezione della maison Versace è, senza alcun dubbio, glamour e originale se applicata al mondo femminile, ma che diventa alquanto discutibile se applicata al mondo maschile.

La maison Laura Biagiotti ha deciso di presentare la sua collezione intitolata “Be Green” a porte chiuse via streaming; una collezione fatta di chachemire riciclato, eco fur biodegradabile e tanti capi pensati per durare nel tempo e attraversare le mode e di conseguenza slegati dai trend del momento. Il total white rimane una certezza, come del resto l’uso della maglia, molto femminili le stampe floreali che danno vita a long dress in chiffon femminili e super chic.

L’hashtag DGFattoAMano ha campeggiato sulla passerella della maison Dolce&Gabbana che ha voluto porre l’attenzione e rendere merito a figure come la sarta, la cravattaia, la ricamatrice, l’orafo, il calzolaio, il cappellaio e tante altre maestranze che danno vita alle idee dei due designer e che hanno reso il Made in Italy famoso in tutto il mondo. Per il prossimo inverno la donna Dolce&Gabbana avrà un amore assoluto per la maglieria dove il must have saranno le borse crochet e per un colore che diventa il protagonista assoluto dell’outfit, il nero quasi sempre in total look. La maglia viene mescolata allo chiffon e al pizzo, il nero viene illuminato da barocchi decori gold. L’accessorio imprescindibile da indossare da mattino a sera per il prossimo inverno saranno gli anfibi dal tacco alto che hanno conquistato tutte le fashion addicted presenti alla sfilata.

La sfilata di re Giorgio ha chiuso, come sempre, la fashion week meneghina scegliendo di sfilare a porte chiuse e di trasmettere via streaming il fashion show come aveva fatto la maison Laura Biagiotti. La collezione di Giorgio Armani è un inno all’eleganza senza tempo fatta di velluti, linee fluide, ricami minuziosi e preziosissimi. E’ stata una collezione “comfort zone”, che ci ha restituito tutto l’Armani pensiero sull’eleganza e la femminilità sia nei tessuti riconfermando l’amore per il velluto, sia nella palette colori riconfermando l’amore per il bleu e l’iconico greige con un sola piccola destabilizzazione data dalla stampa camuflage. Una collezione senza sorprese che nel finale ha voluto omaggiare il popolo cinese che in questo momento sta vivendo un periodo difficilissimo per colpa del coronavirus facendo capi delle collezioni Armani Privè primavera-estate 2009 e 2020 che si ispirarono alla cultura cinese.

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29 Febbraio 2020