È diventato virale il video del professore aggredito verbalmente ed umiliato da un suo alunno nell’istituto tecnico superiore “Carrara” di Lucca.
La vicenda è subito apparsa gravissima, tanto da sembrare un bufala.
La diffusione sui social ad opera di altri ragazzi – che, manifestando il proprio appoggio nei confronti dell’aggressore, si sono resi corresponsabili dell’accaduto – ha reso l’episodio talmente popolare da far ritornare di estrema attualità ed emergenza il tema del bullismo e della violenza all’interno della scuola, in particolare nei confronti dei docenti. Superato lo stupore ed il disgusto iniziali per le parole pronunciate dallo “studente”, quel che più colpisce è la risposta passiva del docente, immobile e sconcertato per l’atteggiamento dell’alunno.
È tuttavia facile intuirne la ragione: il professore bullizzato non rinviene, in quel frangente, le parole e i gesti appropriati per porre fine a tale vergogna.
Quello di Lucca non è un episodio isolato: minacce di morte rivolte agli insegnanti, aggressioni verbali e altre atrocità popolano ormai abbondantemente la cronaca nazionale…
Risale a due anni fa, pur essendo emersa solo oggi, la vicenda di un’insegnante minacciata di morte, secondo un tipico rituale di mafia, da un alunno che per un voto sgradito le aveva gridato: “Ti sciolgo nell’acido!”.
Laddove non sono coinvolti i ragazzi subentrano i genitori, i quali sempre più frequentemente ricorrono al TAR convinti di essere vittime di ingiustizie il più delle volte inesistenti.
Per non parlare poi delle vere e proprie spedizioni punitive nei confronti dei docenti…
La ministra Valeria Fedeli chiede per gli studenti coinvolti in questi deprecabili episodi la bocciatura, poiché una punizione esemplare fungerebbe da deterrente scoraggiando eventuali emuli dal compiere azioni di questo genere.
Al consiglio d’istituto l’ardua sentenza: in questa sede, infatti, si potrà stabilire la sorte dei sei studenti autori di questo vergognoso gesto.
Dato il crescente disagio in ambito scolastico, tuttavia, sarebbe opportuno stabilire per legge il ripristino dello sportello psico-pedagogico, un tempo esistente, aperto a tutti gli studenti in difficoltà e, perché no, anche ai loro genitori.