All’inizio dell’ultimo capitolo del suo splendido libro, “Missione economia”, Mariana Mazzucato, mette un pensiero attribuito ad Antoine de Saint-Exupéry: “Se vuoi costruire una nave, non forzare le persone a raccogliere legna e non assegnare compiti e lavoro, ma piuttosto insegna loro a desiderare l’infinita immensità del mare”.
Dobbiamo cominciare a fare le cose in modo diverso, trovare uno scopo comune.
La crisi finanziaria del 2008 ha messo a nudo le debolezze e i problemi del capitalismo, le diseguaglianze abissali, le catastrofi ambientali, da ultimo la pandemia sono il frutto malato di uno sviluppo distorto e predatorio, di una situazione in cui si è lasciato uno spazio amplissimo all’iniziativa privata, mentre lo Stato viene chiamato in causa solo quando c’è da “raccogliere i cocci” dei danni causati. Gli stessi Stati però sono in crisi. Quindi non solo ripensare il Capitalismo, ma anche trasformare lo Stato, rafforzando il sistema sanitario pubblico, l ‘istruzione, i trasporti, la tutela ambientale e nel contempo imprimendo una nuova direzione all’economia.
Si tratta di creare una economia “orientata allo scopo “in cui sono i Governi ad indicare obiettivi e percorsi e agiscono come “investitori di prima istanza” in aree che non assicurano ritorni economici immediati, ma guidano una produttività a lungo termine, senza investimenti di questa natura oggi non esisterebbe nè Internet, nè Tesla.
La tesi sostenuta da Mariana Mazzucato è sostanzialmente che, se lo Stato si dà obiettivi prioritari e decide di raggiungerli, questo provoca effetti benefici in termini di sviluppo di tutto il sistema, attraverso l’interazione tra settore pubblico e imprese private e con il coinvolgimento attivo dei cittadini.
Per dimostrare tutto questo, l’autrice prende ad esempio, analizzandolo anche nel dettaglio, il programma spaziale Usa Apollo, annunciato dall’Amministrazione Kennedy nel’62 e culminato nel 1969 con il primo uomo sulla Luna. Un esempio dà il senso della prospettiva: la media della sala di controllo delle Missioni era di 26 anni. Il risultato di quella scommessa non fu solo l’impresa dell’allunaggio e le altre che seguirono con i loro primati, ma le tante cose che non avremmo avuto senza i viaggi spaziali, dalla fotocamera nei cellulari, alla TAC, dal latte in polvere alle scarpe da corsa.
Tra le “Missioni” che nel libro vengono indicate come priorità, c’è per esempio quella di creare un New Deal Verde, garantire l’accesso alle cure mediche a tutti, ridurre il divario digitale. Insomma il ruolo dello Stato diventa quello di orientamento e indirizzo, far funzionare l’economia per gli obiettivi della società,anzichè mettere la società al servizio dell’economia. Una Rivoluzione Copernicana per la vecchia Europa del Patto di stabilità.
In questo senso il Piano Biden di 3mila Mld di dollari per ridare forza e vigore all’economia Usa o il Recovery Plan Europeo, spingono a superare molti Tabù, anche se lo Stato continua ancora a “raccogliere i cocci” in una prima fase, ma segnatamente nella versione europea del Recovery, ci si lega ad investimenti in aree ben individuate come la transizione ambientale ed energetica verso le rinnovabili, trasformando il ruolo del Pubblico in motore dell’innovazione. Il libro si conclude con le affermazioni di altre, tante donne (anche questo è fortemente indicativo ed evocativo) a cominciare da Hanna Arendt, donne che hanno messo la vita al centro dell’economia e non il contrario.
Citiamo per ultima la scrittrice Indiana Arundhati Roy:” Storicamente le pandemie hanno costretto gli esseri umani a rompere con il passato e a ricominciare daccapo. Questa (che stiamo vivendo) non fa eccezione. Possiamo scegliere di attraversarla portandoci dietro le carcasse dei nostri pregiudizi e del nostro odio, della nostra avarizia, delle nostre banche dati e delle nostre idee morte, dei nostri fiumi morti e dei cieli pieni di fumo oppure possiamo camminare leggeri, con pochi bagagli, pronti ad immaginare un altro mondo, pronti a lottare per questo.