Prosegue il braccio di ferro tra i paesi occidentali e la Russia, sulla questione della Crimea. Infatti, in base alle nuove sanzioni stabilite dagli Usa nei confronti di funzionari russi, il portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Aleksander Lukashevich ha annunciato che la Russia reagirà con forza al nuovo round di sanzioni sottolineando che queste “azioni irresponsabili danneggeranno inevitabilmente le relazioni” tra Usa e Russia.
Nella lista dei 12 nomi che si aggiungono ai 21 nomi introdotti nelle prime misure varate contro funzionari russi e ucraini emergono anche esponenti del governo russo, tra cui Dmitri Rogozin, uno dei vicepremier della compagine guidata da Dmitri Medvedev, così come alte cariche militari.
Si apprende che i nomi sono stati pubblicati oggi sulla Gazzetta ufficiale europea, ma sul piano internazionale la situazione è tesa anche sul fronte europeo. Infatti, oltre alle misure intraprese dall’Ue, il consiglio Ue e gli Stati membri hanno sostenuto la sospensione dei negoziati relativi all’adesione della Russia all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) e all’Agenzia internazionale dell’energia (Aie).
E’ quanto ha confermato il premier britannico David Cameron al termine del vertice Europeo che ha anche spiegato come l’Ue “abbia deciso di accrescere i nostri sforzi per ridurre la dipendenza energetica dell’Europa dalla Russia” precisando che “abbiamo dato mandato alla Commissione di presentare un piano comprensivo per giugno, per raggiungere questo obiettivo”.
In merito all’ipotesi di un peggioramento della situazione che potrebbe far scattare la fase 3 della strategia Ue per fare pressing sulla Russia, Cameron ha spiegato che “ad esempio, se le truppe russe entrassero nella parte Est dell’Ucraina, la Russia deve sapere che questo farebbe scattare sanzioni ad ampio raggio” sia in campo economico che finanziario. Mentre la Francia ha annunciato di aver “sospeso la cooperazione militare con la Russia” secondo quanto riprota il sito internet della tv pubblica France Tv Info, mentre Le Monde parla di “sospensione parziale”.
Una situazione sempre più preoccupante anche per i paesi confinanti, tanto che il ministro della difesa francese, Jean-Yves Le Drian, in visita ufficiale nei paesi baltici e in Polonia, secondo le indiscrezioni, proporrà ai paesi l’invio di 4 caccia (Rafale e Mirage 2000) per rafforzare, nel quadro della Nato, la sorveglianza aerea.
Come riporta l’Ansa, la Francia sarebbe inoltre pronta a fornire una “pattuglia Awacs, in partenza dalla Francia, circa due volte alla settimana”.La cancelliera tedesca Angela Merkel invece sostiene che “che l’invio di una missione Osce sarebbe il segnale migliore. Continuo ad auspicare che si riesca a far partire questa missione, altrimenti siamo pronti a dispiegare una missione Ue. Ci sono molti lavori in corso ma non posso fare previsioni pubbliche”.
A mettere un po’ d’ordine sulle dichiarazioni dei leader Ue, è intevenuto il presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso che intervistato da Sennio Bonini di Rainews in merito al consiglio Ue ha commentato che “considero una riunione di successo quella che abbiamo avuto perchè ho visto coesione tra gli stati membri. Ci sono ovviamente delle divergenze, tra 28 Paesi è normale, ma c’è una determinazione forte e comune. Il nostro obiettivo non è la sanzione per la sanzione, il nostro obiettivo è quello di avere stabilità, pace”. Per Barroso è innanzitutto importante “sostenere l’Ucraina, dimostrare che uno stato sovrano indipendente, un’Ucraina così è possibile. Questa è la prima cosa che possiamo fare per sostenerla economicamente, politicamente e finanziariamente, ma anche per dimostrare a Mosca che il comportamento che sta adottando non è accettabile nel 21esimo secolo. Naturalmente gli stati membri hanno deciso delle misure mirate per mostrare ai russi che devono adottare un processo costruttivo, non un processo distruttivo. Tuttavia – ha concluso Barroso- non si tratta soltanto di questo, si tratta di appoggiare l’Ucraina. Non si tratta, quindi, solo di sanzioni ”.
Intanto, sul piano delle trattative, l’Ucraina e le Nazioni Unite, secondo quanto ha rivelato Oleksandr Turcinov, dopo un incontro a Kiev con il segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon, hanno trovato “una soluzione congiunta” per creare “una commissione internazionale per risolvere la situazione in Crimea”.
Il premier ad interim ucraino Arsenij Iazenjuk dal canto suo avrebbe invece evidenziato come la collaborazione con Mosca sia l’unica possibilità di risolvere il conflitto senza ulteriori spargimenti di sangue.Infatti, in un’intervista rilasciata al quotidiano tedesco Sueddeustche Zeitung, Iazenjuk avrebbe avanzato la proposta di istituire una commissione a 4, “con i ministri della Difesa di Gran Bretagna, Usa, Russia, Ucraina” e i Paesi che hanno firmato il memorandum di Budapest. Il premier annuncia inoltre una “conferenza” del suo governo “nella quale si discuteranno i passi necessari per poter pacificare l’Est”.