Mose, imprese: “Senza fondi a fine febbraio stop lavori”
“Appare del tutto evidente che, alla luce degli impegni assunti” in termini “tecnici, progettuali, operativi, finanziari, oltre che in termini di oggettive responsabilità nei confronti dei comparti sociali ed economici coinvolti, l’assenza dei necessari finanziamenti, nonché la mancata certezza degli effettivi termini di liquidazione delle attività ad oggi eseguite, si ripercuoterebbero in maniera assolutamente negativa sulla prosecuzione dei lavori, mettendo seriamente a repentaglio la continuità aziendale delle imprese coinvolte e, conseguentemente, il mantenimento degli attuali livelli occupazionali che ad oggi, val bene sottolineare, consistono all’incirca in un migliaio di posti di lavoro”. Lo scrivono le imprese che lavorano al Mose e agli altri interventi previsti nella laguna in una lettera approvata dal Comitato Consultivo del Consorzio Venezia Nuova.
A quanto apprende l’Adnkronos la lettera è stata inviata agli amministratori straordinari del Consorzio, al Provveditorato Interregionale per le opere pubbliche per il Veneto, al Commissario straordinario per il Mose e, per conoscenza, anche alla presidenza del Consiglio dei ministri, al ministero dell’Interno, al ministero delle Infrastrutture, al ministero dell’Economia e alla prefettura di Roma.
Con la lettera si intende “in rappresentanza di tutta la compagine aziendale attualmente impegnata, chiedere formalmente la concreta ed urgente risoluzione dei problemi sopraesposti mediante la messa a disposizione, senza indugio alcuno, sia delle somme per i servizi già resi (in virtù dei protocolli di affidamento sottoscritti) e non ancora liquidati, sia delle somme necessarie al proseguimento ed alla conclusione dei lavori riguardanti il sistema Mose”. “In mancanza di ciò, con la fine del prossimo mese di febbraio, verranno sospese tutte le attività operative in essere, garantendo esclusivamente le condizioni di minimo presidio”, avvertono le imprese.
“In rappresentanza delle imprese costituenti l’attuale compagine operativa del Concessionario Consorzio Venezia Nuova”, si legge nella lettera, “si dà seguito alle recenti interlocuzioni” e alle “altrettanto recenti notizie di stampa, per rappresentare estrema perplessità e preoccupazione nell’apprendere le, quanto mai inattese, dichiarazioni in merito alla assenza di finanziamenti, e ciò soprattutto alla luce delle più volte reiterate manifestazioni, espresse a tutti i livelli istituzionali locali e nazionali, volte a confermare la volontà di portare a completamento le opere inerenti il ’Sistema Mose’”.
Le imprese ricordano nella lettera tutti gli impegni in cui sono coinvolte. “Tali impegni – sottolineano le imprese – hanno lo scopo di garantire la richiesta accelerazione esecutiva volta al completamento, entro la dichiarata scadenza del dicembre 2021, di tutte le previste opere dal cosiddetto ’Sistema Mose’ di cui, vale la pena sottolineare, le paratoie e gli impianti sono solo una parte non potendo infatti escludere le ulteriori componenti d’opera riguardanti Piano Europa, Morfologia, Bonifiche, Ambiente’”. Le imprese ripercorrono infine le varie interlocuzioni avute e i ’protocolli di affidamento’ alla cui sottoscrizione sono state chiamate.
Portogallo verso tassa 10% sui pensionati stranieri
Verso l’addio all’Eldorado Portogallo per i pensionati stranieri che finora per dieci anni beneficiavano di una totale esenzione fiscale. Un emendamento alla legge finanziaria 2020 presentato dal Partito socialista del premier Antonio Costa prevede, infatti, di modificare il regime dei cosiddetti “residenti abituali” introdotto nel 2009 e che prevedeva un’esenzione fiscale totale per i pensionati stranieri per 10 anni. Ora allo studio invece, riferiscono i media portoghesi, ci sarebbe una tassa del 10% sulle entrate previdenziali degli stranieri “residenti non abituali”.
“L’esenzione totale dalla tassazione dei redditi pensionistici ottenuti all’estero da residenti non abituali – si legge nell’emendamento- è eliminata e ora è richiesta il pagamento di una tassa del 10%, fatta salva l’opzione di includere ed eliminare la doppia imposizione internazionale”. Comunque la misura si applicherà solo ai nuovi arrivati e non sarà retroattiva.
La proposta ha un duplice obiettivo: alleviare la speculazione immobiliare nei grandi centri urbani e attrarre investimenti verso l’interno. Il partito vuole eliminare i cosiddetti “visti d’oro” per gli acquisti di case nelle regioni di Lisbona e Porto, limitando questi investimenti verso l’interno, le Azzorre e Madeira.