Recentemente è iniziato un acceso scontro è iniziato tra la Commissione Europea e Twitter, dopo che il social di Elon Musk avrebbe deciso di non rilasciare più i report sulle sue misure anti-disinformazione, come raccomandato dal Codice di condotta sulla disinformazione. Infatti, Věra Jourova, vicepresidente della Commissione Europea responsabile per i Valori e la Trasparenza, al termine dell’incontro con i firmatari del Codice anti-disinformazione comprendente 44 tra i maggiori colossi del web tra cui Facebook, Google e TikTok, ma non Twitter ha affermato: “Riteniamo che (Twitter) abbia commesso un errore, ha scelto lo scontro e ha raccolto su di sé molta attenzione e ora vi sarà un attento e vigoroso scrutinio del rispetto da parte sua delle norme europee. Se Twitter vuole operare e fare affari nel mercato europeo deve rispettare le nostre regole e prendere le misure appropriate rispettando il Digital Services Act”. Il DSA è un regolamento dell’Unione Europea che regolamenterebbe i servizi digitali riguardo la trasparenza, contenuti illegali e appunto disinformazione. Questo documento fu approvato il 5 luglio 2022 e ha rappresentato un importante passo per l’UE nella regolamentazione dei servizi digitali e delle IA per un ambiente digitale sicuro e affidabile, che tuteli in modo concreto i diritti dei consumatori e allo stesso tempo aiuti l’innovazione e la competitività.
L’adesione è volontaria ma il prossimo 25 agosto entrerà in vigore la nuova legge che prevede la sorveglianza dell’Ue sulle piattaforme che contano più di 45 milioni di utenti attivi al mese. Oltre al social di Musk, l’elenco includerebbe 19 piattaforme tra cui AliExpress, Bing, Booking, Instagram, LinkedIn, Pinterest, Snapchat, Wikipedia, YouTube. Da aprile, le piattaforme avevano avuto quattro mesi per allineare le loro politiche ai paletti inseriti nel DSA, in particolar modo prestando attenzione alla protezione degli utenti online e alla moderazione dei commenti. Inoltre, non potranno poi più essere visualizzati annunci pubblicitari basati su dati sensibili dell’utente, come l’origine etnica, le opinioni politiche o l’orientamento sessuale, con un divieto di profilazione. Di conseguenza, Twitter avrà ancora tempo fino al 25 agosto per adeguarsi alle nuove norme se vorrà continuare ad operare nel mercato europeo. “L’Ue non è un posto in cui vogliamo vedere importato il diritto californiano” ha successivamente spiegato Jourova” “per questo voglio tornare a sottolineare la collaborazione che l’Ue aveva con persone che lavoravano a Twitter e con le quali abbiamo collaborato per diversi anni, su un codice di condotta. Ci dispiace, perché Twitter aveva persone molto esperte e determinate, che capivano che deve esserci una qualche responsabilità per piattaforme come Twitter”.
Infine, durante l’incontro, Jourova si è espressa anche sullo scottante tema della regolamentazione dell’intelligenza artificiale, affermando che: “Gli strumenti di Intelligenza Artificiale come ChatGpt presentano nuovi rischi e conseguenze negative per la società dato che, per quanto riguarda la creazione e la diffusione della disinformazione, sono in grado di creare contenuti e immagini complessi e apparentemente ben fondati in pochi secondi. per questo oggi ho chiesto ai firmatari di creare una sezione dedicata e separata all’interno del Codice per discuterne, dato che ad oggi non contempla questo tipo di strumenti. Vogliamo che le piattaforme etichettino la produzione di contenuti IA in modo che l’utente normale, che è distratto da molte cose diverse, veda chiaramente che non si tratta di un contenuto creato da persone reali. Per noi è importante che ci sia velocità, quindi etichettatura immediata e chiarezza”.