Si tratta di un appartamento situato all’ultimo piano di Palazzo Doria D’Angri dal quale l’Eroe dei Due Mondi comunicò ai napoletani l’annessione del Regno delle Due Sicilie al Re d’Italia.
Sul mercato da circa un anno, al costo di 4 milioni di euro, l’appartamento di Palazzo Doria D’Angri, al centro storico composto da 6 vani finemente spalmati su 1050 metri quadri, non trova uno straccio di acquirente. Ciò, nonostante l’inestimabile valore storico, architettonico e di mercato che la prestigiosa dimora garibaldina si porta dietro.
Ed ancorché dal balcone centrale che affaccia su Piazza 7 settembre – com’è scolpito nell’epigrafe apposta sulla parete frontale- lo stesso Generale ivi alloggiato si presentò al popolo napoletano per proclamare l’annessione al Piemonte del Regno delle Due Sicilie. Era, infatti, il 7 settembre 1860, allorquando dal balcone dell’edificio settecentesco che si affaccia su quella Piazza, fu nientemeno che l’Eroe dei Due Mondi ad annunciare, in nome di Vittorio Emanuele II di Savoia, l’ annessione in vista dell’ unificazione dell’ Italia. Tanta storia, molta gloria, eppure, nessuno se la sente di acquistare quell’immobile. Non sappiamo, però, se il disinteresse sia dovuto alla mancanza di acquirenti od al senso del rispetto umano che quel… “luogo dell’anima” suscita ed incute nell’immaginario collettivo.
Anche se, invero, non si tratta esattamente di una palazzina popolare, quindi, alla portate di tutte le tasche, ma di una prestigiosa dimora opera del Vanvitelli, situata nel cuore di Napoli, possibile che non possa interessare a nessuno. Magari come Museo o Centro studi, ovvero, come sede culturale per gli eruditi cultori della storia italica o degli stessi conclamati tifosi del grande condottiero. Un anatema che la storica dimora si porta dietro fin dal primo concepimento. Tant’è che anche la stessa edificazione del palazzo non fu affatto semplice. Anzi. Voluta e progettata nel 1755 da Marcantonio Doria, capostipite della famiglia genovese: poi radicatasi a Napoli che, purtroppo, a causa di varie traversie non poté neanche assistere all’inizio dei lavori, fu portata avanti dal figlio Giovan Carlo che, a sua volta, la affidò agli architetti Luigi e Carlo Vanvitelli. I lavori andarono avanti per un po’; fino alla sopravvenuta morte di Luigi Vanvitelli. Finché al completamento ed all’inaugurazione provvidero intorno al 1780 oltre a committente Giovan Carlo, gli architetti Carlo Vanvitelli, Ferdinando Fuga e Mario Gioffredo.