I social sono da considerarsi ormai come veri e propri medicinali di cui bisogna leggere attentamente il foglietto illustrativo prima di usarli. Del senso di dipendenza dai social media ne abbiamo già parlato su queste colonne, e ora si ritorna sull’argomento grazie a una interessante ricerca tutta italiana dell’Università di Firenze, pubblicata su Cyberpsychology, Behavior and Social Networking.
La ricerca punta l’obiettivo sul nostro scriteriato modo di comunicare sui social network, smascherando narcisisti insicuri che tenderebbero a sviluppare più di altri, depressione e conseguente dipendenza da quella che è stata definita a giusta ragione come la tirannia dai like. Il mondo dei social media è, come ormai si sa, un pianeta a parte, parallelo a quello reale, ma con conseguenze e aspetti più a rischio. Tra queste situazioni deleterie vanno annoverate la febbrile tendenza a esserci, a timbrare la propria presenza a ogni piè sospinto, situazione quest’ultima che causerebbe una dipendenza dall’approvazione da parte degli altri utenti digitali. Le personalità narcisistiche, su cui è ricaduto il focus della ricerca dell’Università di Firenze grazie a un campione di oltre 500 studenti, parrebbero soggette a due tendenze: ci sono quelli sicuri di sé e dunque perfettamente in grado di sostenere i rapporti faccia a faccia, e quelli invece maggiormente insicuri, ovvero coloro i quali prediligono i rapporti virtuali.
Quest’ultima categoria sembra più soggetta a rischio, in quanto si parla di persone per le quali i selfie, per esempio, devono essere perfetti, che tendono a raccontare ogni aspetto della propria vita privata sui social e che non possono fare a meno dello strumento virtuale come mezzo di interscambio e arricchimento sociale. Per i narcisisti insicuri dunque l’esistenza online produrrebbe conseguenze deleterie sulla propria autostima e i commenti, positivi e negativi, sui post pubblicati influenzerebbe quello che è lo stato mentale di queste persone, più vulnerabili rispetto alle altre e con un livello di autostima basso. Sono soggetti a rischio, portatori di problemi psicologici gravi come depressione e dipendenza dal numero di like ottenuti a ogni post pubblicato.
Uno stato di terrore sempre attivo e presente, difficile, se non impossibile, da sradicare. Il fenomeno non è da sottovalutare, considerando i numeri che sono dietro per esempio a uno dei social più diffusi e più usati dagli utenti di tutto il mondo, Facebook. “Social Network addiction” e “Friendship addiction” entrano nel prontuario delle nuove patologie contemporanee, con caratteristiche del tutto simili alle ormai ben note dipendenze da farmaci e sostanze psicotrope. Essere costantemente collegati, online, controllare incessantemente le notifiche sui nostri smartphone, aggiornare i contenuti delle proprie pagine e dei propri profili, rilascia una sensazione di appagamento e di benessere, così come un mancato collegamento alla Rete o un’assenza dalle piattaforme social può portare a conseguenze pericolose come crisi di astinenza e depressione.
I social funzionano fino a quando tengono in collegamento persone e amici che altrimenti non si potrebbero incontrare nel breve periodo o assolvono egregiamente a fonte di feed news. Le richieste di nuove amicizie e il costante impegno quotidiano nel pubblicare foto, commenti e immagini del nostro status privato mascherano invece solamente le nostre ansie, preoccupazioni e il nostro profondo senso di disistima e solitudine.