In una diretta streaming ai suoi laboratori al Johnson Space Center di Houston, la Nasa avrebbe svelato al mondo i risultati preliminari dell’analisi dei campioni dell’asteroide Bennu, portati sulla Terra dalla missione Osiris-Rex lanciata nel 2016.
Gli studi iniziali sul campione raccolto mostrerebbero prove di acqua e alto contenuto di carbonio, che insieme potrebbero indicare che gli elementi costitutivi della vita sulla Terra potrebbero essere trovati nella roccia. Bennu, un asteroide con un’età stimata di 4,5 miliardi di anni, è stato descritto dagli scienziati come una vera e propria “capsula del tempo” che contiene informazioni cruciali sulla nascita del nostro sistema solare e forse persino sulla vita stessa. Esso presenterebbe un raggio di circa mezzo chilometro e completerebbe la propria orbita attorno al Sole, dal quale dista circa 168 milioni di chilometri) in circa 1,2 anni. Bill Nelson, l’amministratore della Nasa, ha entusiasticamente commentato: “Il campione di OSIRIS-REx è il campione di asteroide ricco di carbonio più grande mai consegnato sulla Terra e aiuterà gli scienziati a investigare le origini della vita sul nostro pianeta per generazioni a venire.
Quasi tutto ciò che facciamo alla NASA cerca di rispondere alle domande su chi siamo e da dove veniamo. Le missioni della NASA come OSIRIS-REx miglioreranno la nostra comprensione degli asteroidi che potrebbero minacciare la Terra, permettendoci nel contempo di gettare uno sguardo su ciò che sta oltre. Il campione è tornato sulla Terra, ma c’è ancora molto da fare”. La missione OSIRIS-REx aveva l’obiettivo di raccogliere almeno 60 grammi di materiale asteroidale, ma sorprendentemente sono stati raccolti ben 250 grammi. Questo abbondante materiale sarà distribuito a ricercatori di tutto il mondo nei prossimi mesi e anni, aprendo la strada a studi più dettagliati. Gli scienziati saranno in grado di analizzare con precisione i composti di carbonio presenti, aprendo la porta a una comprensione più profonda dell’origine della vita. La NASA ha annunciato che conserverà almeno il 70% del campione di Houston per studi futuri, una pratica che ricorda le missioni Apollo con le rocce lunari. Eileen Stansbery, capo della divisione di ricerca sugli astromateriali presso il Johnson Space Center, ha inoltre spiegato che questo approccio permetterà di fare ulteriori scoperte e di sfruttare al meglio le nuove tecnologie e strumentazioni nel futuro.
Gli esperti hanno dichiarato che l’obiettivo è quello di pubblicare un catalogo delle scoperte entro i prossimi sei mesi, consentendo alla comunità scientifica internazionale di avviare discussioni e progetti di ricerca basati su questi campioni straordinari. Questi risultati getterebbero nuova luce sulla comprensione dell’universo e potrebbero portare a una maggiore consapevolezza riguardo alle possibili minacce degli asteroidi che si avvicinano alla Terra. La missione di OSIRIS-REx però non è ancora finita: anche se la capsula di ritorno è ora sulla Terra, la sonda continua a volare verso un altro asteroide chiamato Apophis dove dovrebbe arrivare nei pressi dell’asteroide nel 2029 per studiarlo da vicino, nell’ambito di una missione estesa chiamata OSIRIS-APEX. Infine, questa missione e i campioni di Bennu potrebbero rappresentare un’importante tappa nella ricerca scientifica, con il potenziale di svelare ancora più segreti del nostro universo e del nostro pianeta.