È stato un Natale di proteste per i cittadini francesi. Il contestato progetto di riforma delle pensioni voluta dal primo ministro, Édouard Philippe, e dal presidente,Emmanuel Macron, vuole eliminare più di 40 regimi pensionistici separati e sostituirli con un sistema a punti singoli. Si andrebbe a intaccare anche il piano speciale di pensionamento di cui gode l’Opera di Parigi, introdotto nel 1698 dal re Luigi XIV: prevede, tra le altre cose, la possibilità di smettere di lavorare a 42 anni con il massimo della pensione, 20 anni prima della media dei lavoratori, necessità motivata, ovviamente, dalla peculiare attività svolta dagli artisti. Così, a favore dello sciopero del settore pubblico che dura ormai da tre settimane, si è schierato un gruppo di ballerine, che in tutù bianco hanno danzato alcune scene del Lago dei Cigni sui gradini del teatro dell’Opera. Erano circa in 40, accompagnate dai musicisti dell’Orchestra sinfonica di Parigi, a mettere in scena il celebre balletto di Pyotr Tchaikovsky sullo sfondo di striscioni che recitavano “L’Opera di Parigi è in sciopero”, “La Cultura è in pericolo”.
“Anche se siamo in sciopero, il 24 dicembre volevamo offrire un momento di grazia”, ha dichiarato Alexandre Carniato, ballerino e portavoce degli scioperanti. “Nonostante il freddo, le ragazze hanno voluto affrontare la sfida e i musicisti per accompagnarli”. Lo sciopero ha paralizzato il trasporto pubblico in Francia e costretto l’Opera di Parigi a cancellare molte esibizioni, incluso il programma della vigilia di Natale. “Tutti all’Opera sono colpiti”, ha detto la ballerina Eloise Jocqueviel, 23 anni, all’AFP. “È la nostra arte che è stata messa in pericolo.”. L’esibizione fuori dal Palais Garnier ha necessitato di “15 anni di sacrifici e lavoro quotidiano”, ha detto Carniato, 41 anni, che ha iniziato all’età di otto anni, esercitandosi per cinque ore al giorno. “Se si vuole continuare a vedere belle ballerine sul palco, non possiamo lavorare fino a 64 anni, non è possibile”, ha detto, riferendosi alla nuova era proposta per una età pensionale unica per tutte le categorie di lavoratori. “A 17-18 anni molti di noi hanno lesioni croniche, tendiniti, fratture, problemi al ginocchio”, ha poi aggiunto Jocqueviel.
Non sono mancate reazioni di sostegno per la forma originale, ma estremamente efficace, di protesta: la maggioranza dei francesi – il 51% – continua a sostenere la mobilitazione e gli scioperi contro la riforma. È quanto emerge da un sondaggio Ifop per Le Journal du Dimanche. Il 34% del campione interpellato si schiera invece contro il movimento di protesta. L’appoggio al movimento partito il 5 dicembre è calato di 3 punti percentuali rispetto a una precedente inchiesta realizzata il 17 e 18 dicembre, mentre la percentuale di scontenti è salita di 4 punti. Per il 69% delle persone interpellate, il governo andrà avanti senza cedere alla contestazione, mentre la pensa diversamente il 31% delle persone ascoltate. Una nuova bufera, quindi, soffia sul presidente e sui vertici dell’esecutivo, che si va ad aggiungere alla spinosa questione dei Gilet Jaune e rischia di far traballare ulteriormente la stabilità del governo.