Natale: Panettone e Pandoro made in Brasil, boom imitazioni in Usa
Milanesi o veronesi? No, brasiliani o anche peruviani. Panettoni, Pandori & C, i dolci della tradizione italiana di Natale, sono sempre più apprezzati all’estero, tuttavia, sono anche molto imitati, soprattutto Oltreoceano. Ed, infatti, negli scaffali dei supermercati statunitensi da Washington a New York, passando per Baltimora, in questo periodo, si può toccare con mano il fenomeno dell’Italian sounding, che sembra andare per la maggiore in alcune catene statunitensi della grande distribuzione. A tal punto che, in alcuni casi, risultano addirittura introvabili i Pandori e i Panettoni italiani, ’spodestati’ da quelli made in Brasil di un noto produttore di origini italiane, una grande azienda che conta 140.000 punti vendita su tutto il territorio brasiliano e nel mondo.
A sorpresa, un’altra produzione proviene sempre dall’America Latina, con i Panettoni made in Perù, che sono una vera passione nazionale e i più famosi riecheggiano nel nome un celebre artista spagnolo. E anche questi sono sbarcati sul mercato statunitense. Ma forse l’aspetto più preoccupante è che è possibile acquistare su Amazon tutti questi prodotti.
Ma l’industria italiana ha le armi spuntate per combattere le continue aggressioni ai prodotti made in Italy, specialmente quando non sono tutelati dalle denominazioni Dop e Igp. “Le imitazioni ci spaventano meno in Italia perché se qualcuno viola le regole entrano in azione gli ispettori anti frodi del Mipaaf (Icqrf)” afferma all’Adnkronos Mario Piccialuti, direttore generale di Unione Italiana Food, l’associazione di Confindustria che associa le maggiori industrie del Dolce e della Pasta Italiane.
Le ricette originali per alcuni dolci quali il Panettone, il Pandoro, la Colomba, gli Amaretti e i Savoiardi sono disciplinate dal 2005 da un decreto interministeriale Mise-Mipaaf dal 2005. “Ma è una normativa italiana, all’estero non ci si può difendere. – rimarca Piccialuti – Non possono entrare in azione neanche i Consorzi di tutela (quelli delle Dop e le Igp), con i loro interventi di autoregolamentazione, perché questo è un settore di nicchia, con poche decine di aziende, e non li contempla”.
Come difendersi allora dall’italian sounding che complessivamente fattura ogni anno 100 miliardi di euro, a danno del vero made in Italy? “L’unico modo è aumentare l’export – sostiene il direttore di Unione Italiana Food – oltre che la promozione in maniera strutturata con il supporto del Mise, del ministero Affari esteri e dell’Ice, ed in ogni occasione fieristica, con campagne che possano rendere maggiormente consapevoli e accorti i consumatori di quei Paesi”. Del resto “l’Italian sounding, – prosegue Piccialuti – non fa che confermare che il modello alimentare italiano è sinonimo di tradizione e qualità, per questo ce lo copiano”.
E segnali positivi arrivano dall’aumento dell’export. Nel 2018, secondo una rilevazione di Confartigianato, le esportazioni di panettoni, pandoro, cioccolato e dolci tipici di Natale sono ammontate a 643 milioni di euro e nel 2019 sono aumentate dell’11%. Primo mercato di sbocco è la Francia, con acquisti per 138 milioni di euro, secondo è la Germania, a seguire Regno Unito, Spagna e Usa dove le vendite sono aumentate del 18%.
In Italia invece, l’anno scorso le vendite di panettoni, pandori ed altri lievitati natalizi hanno registrato un decremento dei volumi pari a un -2,1% rispetto all’anno precedente, secondo quanto rileva Unione Italiana Food. In valore assoluto, si sono attestate su 78.179 tonnellate rispetto alle 79.886 del 2017. Per effetto delle perdite di oltre tre punti nella variante “tradizionale” così come in quella “senza canditi” , solo in parte mitigate dal buon andamento del “panettone speciale” (+5%), il totale panettone ha evidenziato una variazione al ribasso di -2,1 punti percentuali sull’anno precedente.
Si è arrestato inoltre di due punti il totale pandoro, al cui risultato hanno contribuito in eguale misura la versione “tradizionale” (-2,0%) e il “pandoro speciale” (-2,0%).
Manovra, Gualtieri: “Giù tasse sul lavoro e su gli stipendi”
“Oltre a disattivare completamente l’aumento dell’Iva, che è il compito principale che ci era stato affidato, riduciamo le tasse sul lavoro aumentando gli stipendi netti in busta paga, rilanciamo gli investimenti con un focus speciale su ambiente e occupazione, sosteniamo il welfare a partire da sanità e famiglia con gli asili nido”. Lo dice il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri a ’Repubblica’, all’indomani del via libera definitivo della Camera alla legge di bilancio.
Quanto all’evasione fiscale, dice ancora, “abbiamo varato misure molto incisive di contrasto, che vanno dagli abusi nella somministrazione di manodopera alle indebite compensazioni, dalle frodi su carburanti all’incrocio dei dati nel rispetto della privacy fino agli incentivi per ridurre l’uso del contante. Il sistema di interscambio gestito da Sogei – spiega Gualtieri – ha ricevuto ben due miliardi di fatture elettroniche, è un dato che abbiamo rilevato proprio oggi”.
“Quando è arrivata questa innovazione – aggiunge – tanti paventavano il disastro, invece si sta rivelando uno strumento di efficienza capace di ridurre al minimo gli spazi di evasione. Dalle nuove misure, che hanno questa stessa natura strutturale, ci aspettiamo anche più dei tre miliardi previsti nella legge di Bilancio” ma, sulla cifra, il ministro non si sbilancia: “Preferiamo essere prudenti nelle stime ed essere magari smentiti in positivo dai fatti, che non il contrario. Per questo non do cifre”.
Inoltre, “il decreto attuativo della prima tranche di riduzione delle tasse, con il taglio del cuneo fiscale, sarà varato entro gennaio dopo un dialogo con le forze sociali e produttive” ricorda il ministro dell’Economia, aggiungendo come “la platea dovrebbe essere più larga di quella dei beneficiari degli 80 euro, andando quindi oltre i 26mila euro di reddito lordo, per dare un beneficio oltre ai ceti bassi anche a quelli medi. Ma il nostro obiettivo è quello di varare una completa riforma fiscale che potrà partire dal 2021, tenendo presente il principio della progressività delle imposte”.
Wind Tre, Corti: “Vogliamo fornire servizi di qualità, innovativi e rete sempre più veloce”
“Intendiamo fornire servizi innovativi, di elevata qualità e una connessione sempre più veloce”. Lo dice Gianluca Corti, Chief Commercial Officer di Wind Tre, in un’intervista a ’TeleBorsa’, nella quale ribadisce come questa qualità non sia “solo sulla rete mobile, ma anche sul fisso. Non a caso, precisa, nel primo semestre del 2019, la nostra fibra è stata la più veloce del mercato secondo il report di nPerf”.
Più in generale, a proposito della connettività, “in base a diverse fonti, l’utilizzo di dati per la fruizione di video – spiega Corti – crescerà del 30% annuo fino al 2025, valore che può rappresentare tre quarti del traffico mobile globale, senza dimenticare i social network, in cui i contenuti video sono sempre più diffusi. L’advertising, inoltre, contribuisce alla domanda di traffico dati, con le pubblicità video ormai prossime a superare i banner tradizionali”, aggiunge il top manager.
“Accanto alle realtà del video on demand e dello streaming, la crescente penetrazione della banda ultralarga – continua Corti – sta consentendo l’affermazione del nuovo mercato dei servizi di Smart Home, una serie di soluzioni evolute per la gestione smart della casa che saranno presto di uso quotidiano in molte famiglie italiane. Solo attraverso investimenti intelligenti in innovazione e in tecnologia, spiega ancora il top manager, è possibile creare un ecosistema in cui tutti gli attori coinvolti, clienti, azienda e partner, siano soddisfatti e creino valore nel tempo. Con i brand Wind e 3 – prosegue Gianluca Corti – l’azienda propone soluzioni di grande qualità al giusto prezzo sul fronte della convergenza e su quello del mobile, con una storica forza nei bundle con gli smartphone, grazie a partnership solide con i principali player del mercato. È importante sottolineare – precisa – quanto ormai gli smartphone siano strumenti centrali nella nostra vita quotidiana, non solo per comunicare o per la fruizione di contenuti, ma anche per azioni come, ad esempio, gli acquisti online”.
L’Osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano, ricorda Corti, “ha rilevato che il 40% delle transazioni e-commerce avviene già da smartphone, un mezzo che, entro il 2021, diventerà il primo canale per gli acquisti in rete. Una centralità sottolineata anche dal dato Agcom sul consumo medio di traffico dati mobile, cresciuto in un anno di oltre il 60%”.
Va ricordato che Wind Tre, azienda guidata dal Ceo Jeffrey Hedberg, si è anche confermato, per il quarto anno consecutivo, primo operatore di telefonia per “l’eccellente servizio di assistenza ai clienti nei suoi punti vendita con il marchio Wind”, secondo l’Istituto Tedesco di Qualità e Finanza. Insomma, Wind Tre procede nella giusta direzione, quella che privilegia l’efficienza e l’affidabilità nella relazione con i circa 30 milioni di clienti complessivi. “Il processo di consolidamento della cosiddetta ‘Super Rete’ (un network capillare e resiliente costituito da circa 20mila siti di trasmissione in tecnologia ‘5G-ready’ sull’intero territorio nazionale, ndr), è ormai giunto alla fase conclusiva ed i nostri clienti ci stanno fornendo feedback molto positivi”, ci tiene a sottolineare Corti.
Per quanto riguarda la fibra, il Chief Commercial Officer di Wind Tre ricorda che “la partnership strategica con Open Fiber è stata recentemente estesa ai cluster C e D, le cosiddette ‘Aree Bianche’, caratterizzate da un forte Digital Divide e dalla copertura a banda larga scarsa o assente. Oltre 7.000 comuni interessati, spiega, saranno raggiunti dalla connettività ai massimi livelli di qualità e velocità disponibili. Queste aree si aggiungono alle 271 principali città italiane dove è già attivo il nostro accordo con Open Fiber. Wind Tre, continua Corti, sta progressivamente commercializzando i servizi in fibra FTTH (Fiber To The Home) anche in numerose zone di Roma, imprimendo un’accelerazione significativa all’importante progetto di diffusione della connettività ultraveloce nel Paese”.
Il top manager di Wind Tre parla anche del mercato Business, quello dedicato alle aziende e ai professionisti. “Le realtà produttive devono confrontarsi con uno scenario profondamente cambiato, la digitalizzazione ha portato alla diffusione di una serie di servizi innovativi che possono agevolare e accelerare la crescita, anche nelle piccole e medie imprese. In quest’ottica – continua Corti – Wind Tre Business, ha stretto accordi con aziende leader a livello globale per arricchire la sua offerta con nuove soluzioni digitali che coniugano i servizi tradizionali alla tecnologia più innovativa per continuare a sostenere imprenditori e partite Iva nella loro attività e nel percorso di Digital Transformation.”
“Tra le ultime novità, ‘Office Smart’, il ‘centralino virtuale’ per gestire la comunicazione tra i colleghi, sia in ufficio che in mobilità, e abilitare le imprese allo smart working, un modello che, secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, può portare a un incremento di produttività pari a circa il 15%. Nella logica di affiancare la digitalizzazione alla consulenza diretta, aspetto sempre più rilevante nel rapporto con i clienti Business, il marchio ha recentemente lanciato ‘Direct’, lo store online che offre il supporto di assistenti dedicati in tutte le fasi della customer experience. Non va dimenticata, poi, un’altra esigenza molto sentita da aziende e P.A., quella della Data Protection: qui abbiamo lavorato anche a nuove soluzioni ICT, basate su tecnologia Cloud, per la protezione e la gestione di dati e applicazioni aziendali. In conclusione, soluzioni facili ed intelligenti al servizio di persone e imprese, questo è il core value di Wind Tre”, conclude Corti.